Può succedere di avere la fortuna di crescere nella cantera del Barcellona e poi trovare quel tanto di incoscienza e coraggio per decidere di andar via e giocarsi le proprie carte in Italia, nella Samp.

Può succedere di vincere la scommessa e di diventare un rapace d’area di rigore, mettere a segno più di 100 gol in serie A in soli 5 anni e vincere la classifica dei cannonieri per due stagioni consecutive.

Può succedere anche di segnare 29 reti in campionato, tutte importantissime per riportare una squadra come l’Inter in Champions League ed essere lasciato a casa quando la tua nazionale va in Russia a giocare i mondiali 2018.

Questo può succedere quando la tua nazionale, l’Argentina, lascia intendere di essere più un clan per pochi che una squadra di calcio; quando l’allenatore è solo di facciata… quando in una squadra di campioni qualche interferenza pesante fa di tutto per venerare un singolo, il suo pupillo, e farlo passare come l’eroe della patria ai campionati del mondo.

Com’è possibile? Può succedere, quando ti chiami Mauro Icardi.

Ne posso scegliere solo quattro, e Icardi rimane a casa.

“Gli attaccanti che verranno al mondiale sono Messi, Dybala, Aguero, Higuain. Ne tenevo in considerazione tanti altri ma alla fine ho deciso di non convocarli. Come Perotti, Gomez, Lautaro Martinez e Icardi, tutti giocatori che avrebbero le caratteristiche giuste per giocare in quel ruolo… ma purtroppo potevo portarne solo quattro”.

Era questa la “scusa” del ct argentino Sampaoli al no mondiale rifilato al capitano nerazzurro Mauro Icardi. Incomprensibile sotto certi aspetti per molti tifosi interisti –che comunque ringraziano per averlo lasciato a riposo in vista della prossima stagione e argentini che un centravanti di razza come Mauro Icardi, con un feeling spaventoso con il gol come il suo, venga lasciato a casa da una nazionale che punta a vincere il mondiale.

Ma si sa che la questione non è solo prettamente tecnica. Basti pensare alle parole del Pibe de Oro –o meglio Mano di DioDiego Armando Maradona che non ha mai mancato di apostrofare pesantemente la vita privata (da che pulpito…) del capitano nerazzurro, screditando anche la sua possibile presenza in nazionale.

“Nella lista dei convocati manca un bomber, uno che segna, e poi Sampaoli va a chiamare quella vergogna di Icardi, non sa nulla. L’unica cosa che sa è come andare a mangiare a casa degli amici, ci arriva anche senza il Gps. Higuain è 10 volte meglio di lui”.

Argentina, all’esordio mondiale in Russia è 1 a 1 con l’Islanda

C’è da dire che non è solo Mauro Icardi ad essere rimasto a casa, ce ne sono anche altri. Però l’Argentina poteva, e può, contare sul suo fuoriclasse -dal talento indiscutibile, per carità- Lion Messi

“Se Leo sta bene, sarà più la sua nazionale che la mia. Il proprietario di questa squadra è Messi. Poi dobbiamo vedere, in base al modo in cui abbiamo deciso di giocare, quali giocatori sono più adatti a giocare con lui. il magnetismo di Leo è un vantaggio, perché sei obbligato a seguirlo per tutto il campo”

Messi, Messi e solo Messi. Lo stesso fuoriclasse che al minuto 64 del secondo tempo ha sbagliato il rigore del 2 a 1 contro l’Islanda.

Sì, è vero, troppo facile parlare adesso. Se Messi avesse segnato il rigore regalando la vittoria alla sua Argentina non saremmo qui a parlare di scelte sbagliate del ct. Siamo ancora all’inizio, ma nessuno può nemmeno negare che un rapace d’area di rigore qual è Mauro Icardi avrebbe fatto comodo all’Albiceleste.

Una gara ostica, difficile, in cui mancava un centravanti di peso, un uomo d’area opportunista, cinico e glaciale come sa essere Icardi, capace di agganciare uno dei tanti palloni vaganti in area per poi piazzarlo alle palle del portiere. 25 cross (come ci ricorda Fabrizio Biasin) che sarebbero stati d’oro per un centravanti come Maurito.

Ma resta il fatto che Mauro Icardi è un centravanti che non gioca per la squadra, che non fa parte del calcio spettacolo e rappresenta il “disonore” per molti argentini.

Un bomber di razza di cui l’Albiceleste può permettersi benissimo di fare a meno… non come l’Italia che, invece, lo accoglierebbe a braccia aperte! E beati noi interisti che Maurito Icardi gioca con noi (salvo sorprese dal calciomercato estivo).

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