Mario Adinolfi, leader del Popolodelle Famiglie, ha parlato a Radio Cusano Campus dell’annosa querelle tra Luciano Spalletti e Francesco Totti, alla luce della conferenza stampa di addio del tecnico giallorosso, prossimo ormai al trasferimento all’Inter:
“Nel mondo che funziona al contrario Totti, che negli ultimi anni è stato il male della Roma, viene osannato come un Imperatore e il povero Spalletti, che ha macinato il record di punti e gol fatti lavorando in un ambiente che tutta la settimana lo massacrava portando la Roma direttamente in Champions sopra a un Napoli sublime, deve scappare subissato dai fischi. Per la baracconata dell’addio a Totti la Roma ha battuto il debolissimo Genoa solo all’ultimo minuto, perché in realtà ha sempre avuto ragione lui: viene prima la squadra e poi le bizze di un singolo, peraltro quarantenne ed ex giocatore da tempo. Se anteponi il singolo alla maglia, non si va da nessuna parte. Lo capì anche Fabio Capello e dovette scappare di notte e non può mettere più piede a Roma, una città che dovrebbe erigergli una statua perché il prossimo scudetto lo vedrà tra decenni e senza Capello il 17 giugno 2001 non sarebbe mai arrivato. Buon lavoro mister Spalletti, piccoli uomini sono coloro che ti cacciano senza dirti manco grazie. Ti rimpiangeranno, hai fatto un lavoro enorme e sopportato di tutto, dimostrando a tutti come si combatte contro il fuoco amico: lavorando e portando risultati che restano scritti. Sei l’ultimo ad aver fatto vincere qualcosa alla Roma e sarai l’ultimo ad averla portata così in alto in classifica. L’anno prossimo tornano le milanesi e sentiremo i guaiti dei romanisti che penseranno d’essere senza Totti e invece sono solo senza Luciano Spalletti“.
(Pagine Romaniste)