La partita contro la Fiorentina è la classica sfida in cui l’avversario è in strepitosa forma e ti viene da pensare che sia capitato nel momento peggiore. È anche una partita che se riesci a portare a casa (soprattutto dopo le ultime due) può infonderti una forza d’animo non indifferente.

L’ovazione riservata al nome di Marcelo Brozovic durante l’annuncio dello speaker fa capire l’importanza del croato per la squadra e per i tifosi (le marachelle sono state perdonate). L’Inter e il mister si sono affidate a un uomo che è passato da essere fragile vetro a lucido e adamantino titanio.

Posizionamento, lo stai facendo male

Luciano si affida all’ormai collaudato 4231, che diventa un 352 con Candreva che spesso si accentra in area e Asamoah in funzione di jolly e sostegno a Perisic. Nel primo tempo si vedono i pregi e i difetti dell’Inter vista fin qui.

Uno dei punti dolenti della manovra offensiva rimane la moltitudine di cross sbagliati, sia per cattiva disposizione in area che per mancanze tecniche. In meno di un quarto d’ora Perisic si è trovato tre volte nella stessa situazione (consuetudine del suo gioco sulla fascia).

  1. Perisic si trova in posizione favorevole per darla a Candreva o Nainggolan, entrambi liberi. La palla finisce al difensore alla sx di Icardi. Sembra finita, ma Asamoah recupera e Perisic crossa la palla sul fondo.

2. In questo caso Candreva si muove verso la linea di fondo (forse per portare via l’uomo?), Nainggolan è marcato e Icardi è chiuso da due uomini. La palla finisce dove non ci sono nerazzurri.

3. Troppi pochi uomini in area e nessuna scelta possibile. Candreva e Icardi sono inservibili. Quando sull’altra fascia la palla la gestisce Candreva i risultati sono gli stessi, con l’aggravante delle ripetute e stucchevoli finte che causano il ritardo dell’azione.

A livello difensivo andiamo a fasi laterne. La prima occasione importante per la Fiorentina nasce da un rientro tardivo di Brozovic su Benassi e di Vecino su Fernandes. Benassi la gioca su Mirallas, completamente solo perché D’Ambrosio è costretto a coprire l’errore di Vecino e fa partire un tiro che si infrange sul palo.

Stefan DeGiant

In una partita in cui la Fiorentina pressava altissimo e costantemente, De Vrij è rimasto concentrato e si è districato da situazioni molto complicate. Mi ha sorpreso l’elevato dinamismo e il controllo intelligente del corpo, in particolare in questa chiusura difensiva:

D’Ambrosio abbandona Mirallas per aggredire Veretout, lasciato andare da Nainggolan. De Vrij si ritrova a dover marcare oltre al belga anche Simeone; per riuscirci rivolge la parte destra del corpo in copertura dietro D’ambrosio, con la sinistra rimane ancorato verso Simeone.

Il rigore del vantaggio scaturisce proprio da un suo passaggio che scavalca il centrocampo e serve di precisione Candreva, ben posizionato.

Brozo tentacolare

Capitolo Brozovic. Partita eccellente per il Billy Idol de noantri, che stabilisce un nuovo record: 14 (!) palloni recuperati in una sola partita (“polpo” si addice più a lui che ad altri)

Pioli sa che il fulcro del gioco parte dai suoi piedi e gli costruisce una gabbia di giocatori; la lucidità con cui riesce a gestire la palla e ad allargare il gioco o a verticalizzare per Nainggolan ha dell’incredibile. Il giocatore che ha corso più km in questo campionato è lui, con ben 12.34 a partita. A differenza dello scorso anno (prima metà), ogni metro percorso è frutto di corsa intelligente, molta della quale ad intercettare linee di passaggio o a disporsi per ricevere e dettare il passaggio. Un assaggio della partita di martedì.

Spalletti a muso duro su Keita

A fine partita le telecamere hanno inquadrato un dispiaciuto e quasi in lacrime Keita confortato dai compagni. Il senegalese avrebbe avuto un diverbio con Spalletti sul suo contributo in campo. Entrato da seconda punta ha dato un contributo importante nella vittoria finale, ricevendo palla e dando un buon passaggio sulla corsa di D’Ambrosio, che andrà poi in gol. Non solo, ha portato un buon pressing avanzato e messo in confusione la difesa viola con i suoi dribbling.

Esce Perisic, si allarga sulla destra. Da lì in poi Keita si eclissa sempre di più e commette alcuni errori che al mister non saranno piaciuti. Azione d’attacco sulla sx: Icardi riceve palla e Keita, invece di tagliare nella zona “gialla” infilando i due difensori, prosegue nella sua corsa verso l’area.

Pezzella non ha difficoltà a seguirlo e Icardi si ritrova isolato, sbagliando il passaggio.

In fase di ripiegamento commette una leggerezza che poteva rivelarsi decisiva: su un lancio della difesa avversaria si perde inspiegabilmente Mirallas, che riceve palla e calibra un cross preciso per la testa di Vlahovic, che fortunatamente sbaglia.

Mancano tre minuti e Gagliardini controlla il pallone. Al posto di andargli incontro per ricevere palla e far salire la squadra, si disinteressa dell’azione continuando ad avanzare (insieme all’avversario).

Portando così ad un lancio rischioso verso Nainggolan che alzando la testa vede il solo Politano a sostenere l’azione. Passaggio che non va a buon fine e possesso sprecato.

Keita ha sempre avuto un carattere eccessivamente orgoglioso. Ora deve solo ascoltare Luciano e fare tesoro dei rimproveri, perché solo accettando i propri errori e ripartendo da essi si diventa più forti.

Ad maiora Diao.