Stiamo vivendo un momento che definire singolare è eufemistico. Saranno gli astri, gli dèi del calcio, Spalletti che compie scelte discutibili, le occasioni clamorose fallite; mettetela come volete, ma il risultato è pesante come un macigno e tanto beffardo quanto immeritato. Nella sfida di venerdì si è vista un’Inter in grande spolvero, che se l’è giocata alla pari contro un avversario sulla carta superiore. In certi momenti la difesa juventina ha tremato, come poche volte questa stagione (soprattutto in casa loro).

Personalità

Parte Juventus-Inter. Il mister sceglie di schierare un 4-3-3, che si trasforma in un 4-4-2 o 4-2-1-3 a seconda dei casi. In fase offensiva Gagliardini si porta sulla linea dei trequartisti, affiancando Joao Mario. A sorpresa Miranda sostituisce De Vrij, mentre Vrsaljko torna tra i titolari. Già dalle prime battute si capisce che sarà un match equilibrato, con i bianconeri che puntano sulle giocate di Ronaldo e i nostri che contengono e ripartono.

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Uno dei protagonisti del primo tempo è sicuramente Gagliardini. Quando sembra fare una cosa positiva (solitamente difensiva), poi mostra tutte le lacune tecniche e rovina ogni cosa. Nella prima immagine anticipa la giocata di Bonucci, tagliando la linea di passaggio di Matuidi e recuperando palla. Ottima giocata, che potrebbe innescare un contropiede interessante.

Gagliardini scambia con Icardi, che però sbaglia la misura del passaggio e costringe il bergamasco ad inseguire il pallone. Vede arrivare Politano e a questo punto dovrebbe rimanere a protezione della palla per aprire il corridoio al compagno.

Invece fa una via di mezzo; inizialmente protegge palla, per poi continuare ad inseguirla, mandando in confusione Politano. Palla persa.

Arriviamo poi all’occasione madre, che avrebbe potuto cambiare le sorti dell’incontro con una possibile vittoria. Miranda effettua un lancio dalla difesa sui piedi di Politano, che controlla magistralmente e serve Icardi in area. L’argentino fa da sponda per Gagliardini che, dopo aver superato l’ultimo difensore, si ritrova completamente solo con Szczesny. L’uomo sbagliato nel momento giusto. La palla va a sbattere sul palo insieme a diversi anni di vita dei tifosi.

Non penso si possa attribuire alla sfortuna; questo è chiaramente un errore. Da quella distanza si deve fare gol. Se ti manca il sangue freddo puoi avere anche i piedi del Fenomeno, ma la porta la mancherai sempre.

Eccedere

Chi invece di personalità ne ha da vendere è Matteo Politano, che in questi mesi si è preso la maglia da titolare (e l’affetto dei tifosi) e non la vuole mollare. Ha fatto una partita scandita da luci e ombre, ma è stato quello che ha creato maggiori grattacapi alla retroguardia bianconera. Certe volte esagera, magari cercando di stupire tutti. Nell’esempio sotto compie il classico movimento delle ali voluto da Spalletti, ripiegando e ricevendo palla da Joao Mario. Controlla e fa partire un cambio gioco, che però è troppo corto e finisce sui piedi di Ronaldo, stoppato da Brozovic.

Il cambio Politano/Borja Valero ha lasciato tutti attoniti (anche il sottoscritto). È vero, in attacco le occasioni sono nate tutte dai suoi piedi, ma Spalletti probabilmente l’ha tolto perché non ne aveva più. Il gol mangiato al 47′ è forse figlio di un’imprecisione dovuta alla poca freschezza. Tutto nasce da un retropassaggio di Matuidi, in cui lo stesso Politano si fa trovare pronto e gli porta via la palla in area. scambia con Icardi e si ritrova anche lui solo contro Szczesny e Bonucci. Purtroppo il tiro finisce contro lo stesso difensore juventino.

Controllo totale

C’è un giocatore di cui molto spesso (nell’ultimo anno) ho tessuto le lodi. Si tratta di quel centrocampista che ha inventato un nuovo stile di difesa sulle punizioni. Marcelo Brozovic, noto come epic-brozodrillo. Partita sontuosa la sua. Ha fatto tutto il possibile sbagliando il minimo. Spalletti gli ha dato il compito di seguire Ronaldo, di seguire i suoi movimenti. La cosa che mi ha impressionato maggiormente non è solo il fatto che abbia bloccato qualsiasi tentativo del portoghese verso la porta, ma che in ogni giocata (durante tutta la partita) intuiva come l’azione si sarebbe sviluppata e l’anticipava di conseguenza.

Migliore in campo dei nostri (e forse in generale), sembrava che un muro si innalzasse ogni volta a protezione della porta. Giocatore di livello incredibile e di un’intelligenza tattica sconosciuta fino a poco più di un anno fa. Mi ricordo che all’inizio girava la voce che fosse un buon “tuttocampista”, uno che sapeva fare tutto, ma non eccelleva in niente. Chissà se oggi la voce che circola è sempre la stessa? Vi lascio con qualche sua giocata difensiva.

Conclusioni

Non ho parlato del gol, perché dopo una partita del genere rimane solo il rammarico di non averla portata a casa. Handanovic è stato quasi inoperoso e prendere un gol dopo una prestazione ottima non può che lasciarci con l’amaro in bocca e una bella fetta di rimpianti. Nota positiva: per una volta non abbbiamo assistito ad un arbitraggio “sospetto”, ma tutto sommato tranquillo (a parte un fallo di confusione di Desantiana memoria). Al prossimo Inter-Juve, che si possa tingere di nerazzurro.

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