Non è facile scrivere un articolo che parla di tattica dopo una partita come quella di domenica tra Atalanta ed Inter. Non tanto per la sconfitta in sé, che ci può sempre stare, quanto per il modo in cui è arrivata, ovvero per come l’Inter ha affrontato questo match.
Il campo di Bergamo è sempre risultato ostico per noi, questo è risaputo (una sola vittoria per noi dal 2010 ad oggi), ma venivamo da un filotto di sette vittorie consecutive in campionato a fronte di prestazioni tecnico/tattiche/agonistiche sempre migliori e quindi l’attesa era per un approccio alla partita ben diverso da quello che poi si è verificato nella pratica.
Spalletti, a fronte di un terreno di gioco reso molto insidioso dalla pioggia battente, opta per un 4-3-3 che vede la linea di difesa formata da D’Ambrosio, Skriniar, Miranda e Asamoah davanti ad Handanovic, con un centrocampo “pesante” composto da Gagliardini e Vecino con Brozovic in regia, e la l’attacco con Perisic e Politano a dare manforte a Icardi.
Guardando alle ultime uscite dell’Inter (l’ultima con il Barcellona martedì scorso), vediamo subito che Spalletti non opta per un massiccio turnover, questo a fronte sicuramente del fatto che subito dopo di sarebbe stata la pausa per le nazionali. Quindi dentro 8/11 della squadra che ha giocato in Champions 5 giorni prima con l’inserimento di D’Ambrosio al posto di Vrsaljko, Miranda al posto di DeVrij e Gagliardini al posto di Nainggolan.
Alla resa dei fatti sono scelte che non hanno pagato, ma le ragioni sono molteplici.
Da una parte avere un centrocampo “pesante” ti consente (sulla carta) di avere più fisicità soprattutto su un campo allentato dalla pioggia, ma dall’altra ti priva della necessaria qualità per un giro palla pulito. I numeri di Vecino e Gagliardini in questo caso sono imbarazzanti: Gagliardini 61% di precisione dei passaggi, Vecino 57%. Lo stesso Brozovic, che ci ha abituato a precisioni vicine al 90%, in questa partita non è andato oltre il 75%.
Sicuramente la resa del centrocampo non è stata all’altezza delle precedenti partite, ma negli altri settori del campo le cose non sono andate meglio.
Un aspetto da sottolineare riguarda ad esempio le due ali, Politano e Perisic, che hanno lavorato poco, pochissimo in copertura, con la nostra linea difensiva che veniva presa sistematicamente in inferiorità numerica dalle folate atalantine.
A tal proposito si veda l’immagine seguente, che riguarda l’azione che porta al primo gol dell’Atalanta.
Ilicic riceve palla a centrocampo, elude il tentativo di contrasto di Brozovic e serve l’accorrente Gosens che ha tutto lo spazio davanti a sé a disposizione per avanzare e mettere la palla al centro che poi verrà spinta in rete da Hateboer. Vediamo come Skriniar sia salito a tentare di fare pressing su Ilicic, con D’Ambrosio che scala al centro. Il problema, in questo caso, è la mancata copertura di Politano che non ha seguito l’avanzata del terzino bergamasco.
Non si può parlare di stanchezza, siamo all’8’ del primo tempo. Questa è mancanza di concentrazione, dell’attenzione necessaria per essere sempre “sul pezzo”.
Del tutto simile il gol del 4 a 1, con Gomes e Gosens che attaccano indisturbati la fascia destra interista, con il solo Vrsaljko (nel frattempo subentrato a Miranda con D’Ambrosio spostato al centro) a contrastarli vanamente.
In questi casi, come per il complesso della partita, si può molto probabilmente parlare di un calo di concentrazione dopo la tesissima partita di martedì contro il Barcellona. Perché non c’è da giudicare la prestazione negativa di qualche singolo giocatore: tutti hanno mostrato una involuzione che non si può spiegare da un punto di vista meramente tattico. Lo stesso Barcellona, per ragioni molto probabilmente similari, ha addirittura perso 4 a 3 in casa con il Betis Siviglia l’ultima di campionato.
Anche altre statistiche stanno lì a dimostrare quanto l’Inter non ci abbia neppure provato ad entrare in partita: tiri in porta 10 a 2 (Handanovic ha evitato un punteggio tennistico), passaggi riusciti complessivi 86% Atalanta contro 80% Inter, 17 dribbling a 3 per i padroni di casa, 18 tentativi di assist contro 6 (sempre a favore dell’Atalanta).
Aggiungiamo che abbiamo subito i primi gol di testa del campionato e che, con le 4 reti subite, in una sola partita abbiamo incassato il 40% delle segnature totali di questa stagione.
Sono tutti numeri che certificano quanto si sia trattato di una prestazione totalmente atipica rispetto a tutte quelle precedentemente fornite.
Non possiamo che auspicare un lavoro mentale da parte di Spalletti sui giocatori, per far ritrovare alla squadra quella compattezza e quella concentrazione che nella domenica piovosa di Bergamo si sono completamente smarrite.
Dopo la sosta ci sarà il Frosinone a San Siro, prima di una serie di partite ad altissimo tasso di difficoltà (Tottenham, Roma, Juventus, PSV Eindhoven) in cui sbagliare potrebbe essere letale per l’intera stagione.