Da molte stagioni (più precisamente dalla stagione 2011/2012) si registra un gravoso problema in attacco: sono pochi i marcatori in grado di segnare un discreto numero di reti. Si è detto di tutto al riguardo. La colpa era la mancanza di uno in grado di dettare i tempi di gioco, l’assenza di un trequartista assaltatore e finanche di terzini inadeguati. Eppure l’Inter ha avuto in questi anni un terzino come Cancelo, trequartisti come Rafinha, Sneijder, Hernanes, Banega oltre a Kovacic e Cassano, sebbene quest’ultimo fosse un attaccante. Insomma non parliamo, con tutto il rispetto, di giocatori di serie B.

Quest’anno lo si può definire come il peggiore per l’attacco nerazzurro poiché tra Icardi e Perisic, ovvero quelli che sono stati i migliori marcatori nerazzurri negli ultimi tre anni, sono stati realizzati finora la miseria di 13 goal. Una situazione ironica, se pensiamo al fatto che l’attacco dell’Inter è composto da giocatori che negli ultimi due anni sono andati in doppia cifra o comunque hanno segnato un discreto numero di reti. A prescindere dal fatto che ora Icardi sia rientrato in gruppo (sarà curioso vedere come si alternerà con Lautaro Martinez), è evidente che l’attacco necessita di un vero rinnovamento dei suoi interpreti.

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Erede di Perisic

Perisic, come è noto, lascerà l’Inter a fine stagione. Ignota al momento la sua nuova destinazione; si sa soltanto che sarà la Premier League, un obiettivo da lui stesso dichiarato. Il rinnovamento, anche anagrafico, parte da qui. Un giocatore che la società nerazzurra sta seguendo con particolare attenzione da mesi è Steven Bergwijn, ala sinistra del Psv Eindhoven, avversario già affrontato dall’Inter in questa edizione della Champions League. Punto fermo del club olandese nonostante la giovane età (21 anni compiuti da pochi mesi), ha già segnato 11 reti e fornito 12 assist in questa stagione. Numeri da non sottovalutare solo per la militanza in Eredivisie. Lautaro Martinez docet.

Come con El Toro, la tempistica è molto importante, se non decisiva: attualmente il Psv valuta il proprio gioiellino sui 40 milioni di euro. Una cifra che, con i prezzi attuali, risulta molto più “umana” ed ancora alla portata delle casse nerazzurre. Attualmente il giocatore viene costantemente monitorato, oltre che dall’Inter, anche da Milan, Chelsea e Bayern. Nessuna offerta, però, è mai giunta al Psv. Questo non vuol dire che i nerazzurri abbiano la strada spianata: qualora si scatenasse un’asta per l’ala olandese e considerando che il suo valore sarà destinato ad aumentare, è molto probabile che il prezzo lieviti almeno fino ai 60/70 milioni. Una cifra che le due milanesi difficilmente verseranno se non dopo il sacrificio di un big ed anche in questo caso molto dipenderà dalla somma ottenuta.

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Modulo di gioco

Bergwijn ovviamente non è l’unico giocatore offensivo che l’Inter sta seguendo. Ciò che risulta evidente, tuttavia, è la chiara intenzione di proseguire sulla strada del 4-3-3/4-2-3-1, a prescindere dalla permanenza o meno di Luciano Spalletti. Una scelta saggia, considerato che da 5 anni si gioca con questo modulo. Ciò che va cambiato, però, è il modo di interpretarlo; l’utilizzo massiccio del cross per la punta al centro dell’area ha svelato la fragilità di questa soluzione offensiva. Non che non fosse prevedibile, anzi. Ma è proprio questo uno dei motivi dei crolli che arrivano puntualmente ogni anno, proprio quando la stagione entra nel vivo.

Chiunque sarà l’allenatore dell’Inter nella stagione 2019/2020 dovrà fare in modo che gli esterni offensivi non rimangano eccessivamente sulla linea laterale ma, al contrario, prediligano l’accentramento per avere opzioni molto interessanti. Così come sarebbe cosa gradita non avere più terzini o centrocampisti monofase. Dopo anni passati a dare un’impronta ed organizzazione alla difesa, vorremmo vedere qualcosa di più in fase offensiva.

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