La partita di Barella contro lo Shakhar è da incorniciare e far vedere alle giovanili di tutta Europa. Tra l’altro non è un caso isolato, sono infatti molte le prestazioni da 7 o più in pagella che Nicolò sta collezionando nella fase finale della stagione.

Centrocampista? No, tuttocampista

In campo sembra ci siano due gemelli Barella: corre, dribla, recupera palloni, fa l’assist, fa gol, si arrabbia con i compagni e poi corre ancora, come un matto. Come un ragazzo innamorato, del pallone e dell’Inter allo stesso modo.

PAGELLE INTER-SHAKHTAR

Fuori dal campo appare molto di più il ragazzo, Nicolò. Anche durante le interviste non perde occasione per ridere e scherzare, ma sa anche essere molto riflessivo e focalizzato sul lavoro che svolge quotidianamente.

Nicolò Barella è senza dubbio uno dei giocatori che più di tutti ha saputo migliorare il proprio rendimento sotto i comandamenti di mister Conte: pressing, verticalizzazioni e inserimenti. A queste caratteristiche ha saputo unire una maggior maestria tattica, inculcatagli proprio dal mister, con il quale Nicolò sembra essere in grande sintonia.
Il 3-5-2 gli permette di essere molto versatile durante i 90 minuti, non essendo incastonato in un ruolo ben preciso come Brozovic (regista) o limitato dalle proprie carenze tecniche come Gagliardini. Troveremo un Barella incontrista, mezz’ala, trequartista, ala a volte addirittura attaccante, perché a lui non importa dove e come, è fondamentale esserci.

Prototipo del giocatore di Conte

Questa sintonia è giustificabile non solo nell’idea che sia stato proprio Conte a volere a tutti costi Barella, esponendosi anche molto alle possibili critiche, ma anche perché Barella risulta per indole essere adatto al gioco del mister pugliese. Nicolò è un ragazzo che ha voglia di giocare e di migliorare, ma soprattutto vuole che la squadra e il gruppo migliorino con lui.

Pare abbia legato in modo fraterno con Brozo, ma sinceramente faccio fatica a pensare che qualche compagno di squadra non abbia simpatia per Bare. Ha la faccia del pulita del bravo ragazzo, ma in campo non si risparmia mai e questa caratteristica in uno spogliatoio crea più simpatie che essere il compagno che fa più scherzi o dice più battute. Barella è il classico giocatore che se si andasse in guerra chiunque vorrebbe al proprio fianco.

Vidal? No, grazie

Da quando Antonio Conte siede sulla panchina dell’Inter il nome di Arturo Vidal riecheggia nell’aria all’avvicinarsi di ogni finestra di mercato. Il tempo però passa per tutti e il Vidal visto negli ultimi mesi di Liga e Champions con il Barcellona non ha fatto faville, per usare un eufemismo. Viceversa il tempo stesso ha giovato nei confronti di Barella, migliorato col passare delle partite e dei minuti accumulati proprio in quelle caratteristiche che fanno (o facevano) di Vidal un obiettivo per Conte: la qualità nell’inserimento. Manifesto evidentissimo di ciò è senza dubbio l’azione che porta al gol dell’1-0 di Lautaro Martinez contro lo Shaktar. Barella ruba palla, dribla un avversario e pennella un cross preciso per il movimento perfetto di Lauti.

Cuore e autocritica

Barella è il primo a sapere di potersi e doversi migliorare, di avere ancora alcuni dettagli da limare per diventare quel centrocampista che vuole e si sente di essere. Per sua stessa ammissione infatti è ancora troppo istintivo in alcune scelte e vorrebbe ogni sua giocata più frutto della ragione che del cuore. Quando si ha un cuore grande come Nicolò dev’essere difficile far prevalere la ragione, e in questa continua dicotomia Antonio Conte può ancora una volta giocare un ruolo chiave per il miglioramento del ragazzo classe ’97.

In un articolo di circa 40 giorni fa, quando in campo vedevamo un’Inter ben diversa da questa, si descriveva la mancanza di leader in campo, individuando al tempo stesso un potenziale leader proprio in Nicolò Barella. Oggi ne sono ancor più convinto, Barella è il futuro dell’Inter e tra le due parti è amore fin dal primo giorno.
Tornare a giocare una finale europea dopo 10 anni è sintomo di una crescita collettiva, frutto del lavoro e dell’amore per la maglia di ragazzi come Nicolò Barella.