Marco Bellinazzo, giornalista de Il Sole 24 Ore, ha parlato a Sky Sport del mercato di Milan e Inter, con le due milanesi che stanno mettendo in campo strategie molto diverse:

Bellinazzo, da dove arrivano i soldi del Milan per il mercato?

“La nuova proprietà ha ottenuto dei finanziamenti importanti da parte del fondo Elliott, circa 100 milioni per operare sul calciomercato. Il Milan ha la necessità di spenderli per una serie di motivi: il progetto della nuova proprietà è quello di portare subito il club in Champions League il prossimo anno. Questo sia per ottenere nuove risorse e attivare percorsi che sono alla base del business plan, sia per accreditarsi dal punto di vista politico presso il governo di Pechino che a un certo punto della trattativa aveva ritirato il suo appoggio a questa cordata”.

Le cose potrebbero cambiare se il Milan dovesse centrare subito la Champions…

“In quel caso la proprietà dimostrerebbe al governo cinese di saper guidare la società in modo positivo. Questo metterebbe Li Yonghong nelle condizioni di poter trovare nuovi soci, con il benestare di Pechino, per poi restituire il prestito al fondo Elliott, presso il quale il club rimane comunque ipotecato”.

Quindi il mercato lampo del Milan, così massiccio, non ti stupisce?

“No, me l’aspettavo. Anche se forse non così rapido. Però fa parte della strategia della società. Certo, così si espone a grosse perdite anche nei prossimi anni. Ma un conto sarebbe averle con la Champions, avendo avviato un percorso di crescita; un altro sarebbe avere queste perdite senza risultati”.

Mettiamo che tutto vada per il meglio: il Milan a fine anno si qualifica per la Champions. A quel punto però c’è il problema del Fair Play Finanziario…

“Il Milan indubbiamente è fuori dai parametri del Financial Fair Play. Basta guardare le uscite degli ultimi 3 anni: il limite di perdite è di 30 milioni, il Milan ne ha persi in media 70/80 a stagione. La società si troverà comunque sotto monitoraggio della Uefa essendo già rientrato in Europa quest’anno e l’anno prossimo sarà sotto sanzione, sforando i parametri. A meno che la Uefa non accordi il cosiddetto “Voluntary Agreement”.

Il Milan lo ha già proposto, ma la Uefa ha preferito non pronunciarsi.

“Perché c’erano troppe incognite legate alla fattibilità del piano. Il Voluntary Agreement è un istituto che non aveva ancora utilizzato nessuno. Serve per dare alle nuove proprietà la possibilità di programmare su 3/5 anni un certo tipo di sviluppo della società, anche se si è fuori dai parametri, prevedendo di avere grandi profitti. Così la Uefa concede di manovrare fuori dai parametri (ergo: spendere di più sul mercato, ndr) a patto che si rientri nel tempo indicato nell’accordo. Se non ci si riesce, la sanzione è ancora più grave rispetto a quella che la Uefa avrebbe applicato autonomamente”.

Quindi è un rischio che il Milan si assume.

“Esatto, per questo serve un piano che abbia una ragionevole certezza di essere applicabile. Per la Uefa è troppo presto per poter valutare l’accordo proposto dal Milan, ci sono ancora troppe incognite che al momento non può verificare. Così tutto diventa molto legato ai risultati sportivi nel breve termine: ecco perché questo attivismo sul mercato della dirigenza, che ha concesso anche commissioni importanti agli agenti dei calciatori pur di portarli a Milano in tempo record”.

E l’Inter?

“L’Inter dopo l’1 luglio, quando entreranno nel nuovo esercizio, si muoverà. Mi aspetto un grande mercato da Suning, che non ha la stessa fretta finanziaria del Milan: deve chiudere un’operazione in uscita entro il 30 giugno, dopodiché uscirà dal monitoraggio della Uefa. Hanno forza economica e possono pianificare un progetto senza correre. Certo, prima arrivano i risultati, meglio è”.

Redazione
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