Dopo anni di richiesta della famosa ‘moviola in campo’, Aldo Biscardi ha ora visto il suo sogno realizzarsi, proprio con l’introduzione del VAR. L’ex conduttore del celeberrimo ‘Processo’ è stato intervistato dal Quotidiano Sportivo e ha parlato così di questa novità nel mondo del calcio.
Biscardi, la Var è la grande novità della serie A. Cosa ne pensa?
«Sono felice perché rappresenta una vittoria non solo personale (ho iniziato a parlarne nel lontano 1978…) ma soprattutto della trasparenza perché il video fa chiarezza sugli episodi più controversi, evitando gli errori più evidenti, quelli che possono falsare il risultato. Il mondo del calcio ha finalmente capito qual è la strada giusta da seguire».
Eppure le polemiche sono tutt’altro che diminuite…
«È normale che le discussioni non finiscano mai, in fondo sono il sale di questo sport che vive di grandi prestazioni sportive ma anche di chiacchiere. Analizzare gli episodi, farli rivedere, è una questione di democrazia: è un diritto di ogni tifoso. Semmai con la Var si discute più dell’applicazione della tecnologia che dell’episodio stesso, ma anche questa è una questione fisiologica».
Cambierebbe qualcosa nell’applicazione del videoaiuto per limitare le contestazioni?
«È ancora prematuro parlarne: per ora i casi più spinosi riguardano il fuorigioco. Per le altre situazioni mi pare che fili tutto liscio».
La Var viene utilizzata anche in situazioni di interpretazione regolamentare come può essere una scorrettezza in area di rigore…
«Per me non si devono porre limiti: tutto quello che può falsare il risultato di una partita va rivisto al video».
C’è chi propone di affidare agli allenatori, o comunque alle squadre, la richiesta di applicazione della video assistenza, come succede in altri sport. Giusto?
«Sì, sarei per concedere una chiamata a ogni allenatore»