La sconfitta in casa contro il Bologna di domenica scorsa è forse il punto più basso mai toccato dall’Inter di Spalletti. Peggio anche del filotto negativo dell’inverno dello scorso anno, quando da dicembre 2017 a febbraio 2018 mise in fila 8 partite senza vittorie. Poi iniziarono a salire in cattedra, tra gli altri, i compianti Cancelo e Rafinha, e l’Inter riprese a macinare risultati fino al traguardo finale del rientro in Champions.
Quest’anno, nonostante i due “eroi” dello scorso finale di stagione non facciano più parte della rosa nerazzurra, la squadra di Spalletti stava mostrando continui miglioramenti nelle prestazioni di squadra, questo almeno fino all’eliminazione dalla Champions. Dal pareggio col PSV in poi sono affiorate le prime difficoltà. Poi il colpo di coda di fine anno, con la vittorie contro Napoli e Empoli che facevano ben sperare per l’anno nuovo, ma dopo la sosta l’Inter ha collezionato solo brutte figure: un pareggio stentato col Sassuolo e le sconfitte con Torino e Bologna.
Un punto in tre partite, una vera e propria crisi di risultati alla quale quest’anno speravamo davvero di non dover assistere.
La partita col Bologna di domenica scorsa, è stata una vera galleria degli orrori, dalla quale si sono salvati davvero in pochi.
Vediamo alcuni dei punti più proccupanti.
Giro palla inconcludente
L’Inter da un po’ di tempo fa una fatica bestiale a far salire la palla velocemente. Il giro palla spesso è macchinoso, lento ed impreciso. Il palleggio raramente riesce a raggiungere l’area avversaria in maniera da creare occasioni per innescare le punte. Brozovic corre e si danna l’anima, ma predica nel deserto. I suoi compagni di reparto non hanno la qualità (Vecino e Gagliardini), la forma e la concentrazione (Nainggolan), oppure la necessaria dinamicità e pragmatismo (Joao Mario) per sviluppare una manovra fluida e convincente. Se mancano le prestazioni delle ali come Perisic e Politano, gli unici oltre a Keita in grado di saltare l’uomo, ben difficilmente si riescono a creare occasioni da gol limpide.
Cross imprecisi
L’Inter paradossalmente è la squadra con più cross della Serie A, ma anche quella con più cross sbagliati. D’altronde non la chiamerebbero Pazza Inter. In attesa di valutare meglio il nuovo acquisto Cedric, che qualche cosa di positivo l’ha fatta intravedere, per il resto i cross con cui abbiamo provato a far saltare il fortino del Bologna si sono rivelati del tutto sterili. Perisic e Dalbert non sono mai riusciti a trovare la giusta misura per raggiungere la testa dei nostri attaccanti. Quando poi, anche con un pizzico di fortuna, i palloni sono arrivati dalle parti di Icardi e Lautaro Martinez, non siamo mai riusciti a centrare lo specchio della porta.
Nessun cambio marcia
C’è stato un periodo in cui la squadra riusciva a ribaltare le partite in 5 minuti, prendendo il pallino del gioco e credendoci fino alla fine. Questa forza di volontà sembra svanita e, una volta subìto un gol, sembra che non ci siano possibilità di recuperarlo. Domenica scorsa Spalletti ha tentato addirittura la soluzione di Ranocchia centravanti aggiunto, ma questo non è servito a dare alla squadra la convinzione di poter recuperare il risultato.
Alcune considerazioni finali
L’approccio dei primissimi minuti sembrava incoraggiante. Sono bastati però pochi attimi, una occasione per il Bologna ed i primi fischi di San Siro per far sciogliere la squadra come fosse neve al sole. Oltre ai limiti tecnici di alcuni elementi, è necessario che i nerazzurri ritrovino una certa tranquillità e consapevolezza nei propri mezzi. Purtroppo la lunga sosta e le disgraziate trattative del mercato invernale, hanno creato una situazione intorno alla squadra che non aiuta assolutamente.
E’ necessario che tutti (dai giocatori, allo staff tecnico, alla società, ai tifosi) remino dalla stessa parte, la parte dell’Inter intesa come squadra, come colori. Perché il traguardo minimo della stagione, ovvero la qualificazione alla Champions League, va raggiunto in tutti i modi.
Viceversa sarebbe una vera e propria catastrofe.
E’ bene che questo sia ben chiaro a tutti, nessuno escluso.