In una domenica tutto sommato positiva ai fini della classifica, al 23’ della sfida con l’Atalanta è arrivata la doccia fredda dell’infortunio di Brozovic. Da quanto è stato spostato nel ruolo di regista davanti alla difesa, il croato è diventato un elemento talmente imprescindibile da entrare raramente nelle rotazioni che hanno coinvolto quasi tutti i suoi compagni quando le competizioni da giocare erano più numerose (sic). Il centrocampista ha rimediato una distrazione muscolare ai flessori della coscia destra e salterà perlomeno le prossime due gare con Frosinone e Roma. Come sostituirà Spalletti un elemento tanto imprescindibile? Ecco tre possibili soluzioni:

REALISTICAMENTE: BORJA VALERO

La più semplice e banale. Spesso beccato dal pubblico per i tempi riflessivi del suo calcio, il “Sindaco” quando è stato chiamato in causa da dodicesimo uomo è stato spesso sinonimo di affidabilità. Nella partita contro la dea, in un primo momento, Spalletti ha inserito Nainggolan al posto del croato infortunato. Il risultato è stato tutt’altro che esaltante ed è combaciato con il momento migliore dell’Atalanta nella gara. E’ bastato inserire lo spagnolo per far riprendere ai nerazzurri il pallino del gioco ed avere un discreto controllo sulla partita. A fare la differenza la sua classe e la capacità di leggere calcio con qualche attimo d’anticipo rispetto agli altri giocatori presenti nel rettangolo. L’incognita è quella atletica: a 34 anni lo spagnolo ha già dimostrato di non avere 90’ minuti di qualità nelle gambe. Un bilancio ancor più imbarazzante se confrontato allo straripante atletismo di Brozovic, uno di quelli che fa più chilometri dei nerazzurri all’interno della gara.

LA SCOMMESSA: JOAO MARIO

E’ tempo per il portoghese di crescere. Se all’inizio poteva reggere la teoria giocatore di qualità finito nel contesto sbagliato, sia l’esperienza altalenante in Inghilterra che la progressiva perdita di centralità all’interno della nazionale hanno fatto esplodere le contraddizioni sul giocatore Joao Mario. Troppo poco decisivo in termini di assist e gol per poter ricoprire, perlomeno in Italia, il ruolo di trequartista, le qualità associative e tecniche del lusitano lascerebbero intendere che quello di regista potrebbe essere l’abito che più si confà alle sue qualità. In un’intervista al canale tematico in cui provava a riabilitare la sua immagine dopo le bizze estive, fu proprio il portoghese a dire di vedere di buon occhio il ruolo. Puntare sul portoghese potrebbe rappresentare una valida alternativa e dare la possibilità anche di tirare delle somme (o tirare a lucido) sul calciatore anche in ottica prossimo anno. L’incognita è legata alla sua inclinazione a portare palla e farsi attirare dagli spazi, caratteristiche non consone a quelle del sapiente ruolo di dettatore dei tempi davanti alla difesa.

ORA O MAI PIU’: LE DUE PUNTE

Forte di un discreto vantaggio sulle inseguitrici e un calendario abbordabile, Spalletti potrebbe utilizzare questi mesi (per alcuni gli ultimi) per mettere le due punte che tanti gli accusano di non esser riuscito a far convivere. Domenica quella nerazzurra è diventata la squadra con la migliore difesa d’Europa nelle gare casalinghe. La sensazione che ci sia un po’ di margine per osare c’è. Si fa fatica a credere che, dopo il lavoro di Marotta, Icardi passi il resto della stagione in panchina. Al tempo stesso è impensabile rimettere in naftalina Lautaro dopo averlo lanciato nei mesi corsi. L’assenza di un fulcro come Brozovic potrebbe essere l’occasione per togliere un centrocampista e scalare Nainggolan qualche metro più dietro. Rinunciare ad un po’ di qualità in mezzo al campo per presentare una squadra dai principi più verticali sarebbe l’occasione per vedere all’opera la coppia d’attacco tanto sognata in estate. L’incognita è rappresentata dal fatto che si tratta di una soluzione non coerente con l’idea di calcio di Spalletti.

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