Il Covid-19, come ben sappiamo, ha imposto uno stop al nostro modo tradizionale di vivere e pensare il mondo. Divieto di uscire di casa se non per necessità comprovate, scuole e università chiuse, stesso destino per aziende considerate non di prima necessità. E, proprio riguardo quest’ultimo punto, l’azienda per eccellenza in ambito sportivo, cioè il calcio, non ha fatto eccezione: tutti e cinque i maggiori campionati europei sono sospesi.

A livello nazionale, i principali organi calcistici sono impegnati nel trovare soluzioni su come attutire il danno e risollevarsi dall’inevitabile crisi che porterà a potenziali danni da un miliardo di euro. Nello stesso tempo, a livello europeo, stabilire una data per la ripresa dei campionati, delle coppe e (almeno tre settimane prima) degli allenamenti diventa esercizio enormemente complicato: si è schiavi del virus e dell’andamento epidemiologico. La ripresa della stagione 2019-20, tutt’altro che scontata (esistono in Lega varie fazioni con Napoli e Lazio su tutte che spingono per la ripresa, mentre Inter e Juventus propendono per lo stop definitivo) condizionerà molto anche la finestra che verrà dedicata al calciomercato. Se è vero che, dopo il Coronavirus, “nulla sarà più come prima”, anche la campagna trasferimenti a livello globale risentirà inevitabilmente degli effetti dell’emergenza. Come ha sottolineato Marotta solo un paio di giorni fa, “sarà un mercato inevitabilmente più povero e nel quale potrebbero esserci quindi più scambi. Assisteremo a una generale diminuzione dei prezzi perchè il problema è globale. Sarà importante sfruttare le risorse del vivaio”.

Verrebbe da dire che, a volte, non tutto il male vien per nuocere. Il trasferimento di Neymar al Psg per 222 milioni di euro ha segnato un punto di svolta nel calcio europeo, portando ad un generale ed enorme rigonfiamento dei prezzi. Se solo 10 anni fa, con 15-20 milioni, ti portavi a casa Wesley Sneijder, quel prezzo ormai era indicativamente diventato il valore d’acquisto per il primo giovane sconosciuto in grado di segnare in Serie A. Con i prezzi che inevitabilmente scenderanno, ci sarà – come segnalato da Marotta – fare ricorso agli scambi e in generale ad operazioni intelligenti. Per una volta, dopo tanti anni, probabilmente ci sarà possibilità di valutare meglio l’operato e l’arguzia dei dirigenti, chiamati ad operare in condizioni non ottimali. E allora, come cambia il mercato dell’Inter ai tempi, o meglio dopo (si spera) il Coronavirus?

RISCATTI

Partiamo dai riscatti “in uscita”, quelli che in origine avrebbero dovuto rappresentare un enorme budget di partenza per il mercato 2020-21 dell’Inter. La situazione riguardante Mauro Icardi è molto intricata: se già prima dell’emergenza il riscatto da parte del Psg era in bilico, a causa di una lotta di potere instauratasi fra il tecnico Tuchel e il direttore sportivo Leonardo, oggi lo è ancora di più. A questo si aggiunge, inoltre, la volontà – vera o presunta – da parte di Icardi di voler lasciare Parigi per far ritorno in Italia. Detta cosi, i margini sembrano pochi. Qui, però, si incastra la Juventus e si incastra quella “strategia di scambi” citata poc’anzi. L’ultima idea, infatti, potrebbe essere quella – da parte del Psg – di esercitare il riscatto da 65 milioni per il giocatore e poi cederlo alla Juve tramite uno scambio (con conguaglio a favore dei parigini) con Pjanic. Altra situazione da decifrare riguarda Ivan Perisic. Il Bayern Monaco, prima dell’emergenza, sembrava intenzionato a riscattare il giocatore nonostante la frattura alla caviglia di un paio di mesi fa, complice le buone presazioni del croato fino al momento dell’infortunio. I tedeschi, però, vorrebbero sfruttare la possibilità di applicare degli “sconti”, favoriti dal momento eccezionale, sui diritti di riscatto che sono stati impiegati giocoforza meno del dovuto per consentire di prendere una decisione a 360 gradi. Qui si incastra un possibile scambio con Tolisso, ai margini del club ed offerto all’Inter. Il centrocampista francese viene valutato dal Bayern 30 milioni di euro e per questo l’Inter dovrebbe aggiungere, in questi casi, un conguaglio di circa 10 milioni per portare a termine l’affare. Radja Nainggolan si trova invece in prestito secco al Cagliari, senza opzioni per un riscatto, e quindi nerazzurri e sardi dovrebbero sedersi intorno a un tavolo per definire un prezzo. L’impressione è che la permanenza del Ninja in Sardegna potrebbe concretizzarsi soltanto coinvolgendo nell’affare – ancora una volta – altri giocatori. Sconto in vista per l’obbligo di riscatto che l’Inter deve esercitare per Barella o inserimento di Nandez – centrocampista del Cagliari gradito all’Inter – nell’affare? Per quanto riguarda il doppio prestito Dalbert-Biraghi tra Inter e Fiorentina, qui invece lo scambio è già impostato e si tratta soltanto della volontà di portarlo a termine o meno sulla base di valutazioni sportive. Più difficili, invece, appaiono i riscatti di Joao Mario alla Lokomotiv Mosca (anche se il portoghese ha espresso la volontà di restare) e di Lazaro al Newcastle. Qui Marotta e Ausilio pretendono cash e le situazioni potrebbero sbloccarsi solo con il famoso sconto.

Capitolo riscatti “in entrata”. L’Inter deve decidere cosa fare con Stefano Sensi, straordinario fino all’infortunio del 6 ottobre contro la Juventus e poi praticamente scomparso dai radar. L’esborso sarebbe sui 20 milioni (da versare al Sassuolo) e, in un mercato che si preannuncia “povero”, la dirigenza nerazzurra dovrà ben ponderare la propria decisione: investire sul ragazzo nella speranza che la prossima stagione non venga condizionata dagli infortuni, oppure evitare di prendersi un rischio e dedicare le proprie risorse ad altri giocatori, considerati più affidabili? Appare assai improbabile, invece, che l’Inter decida di acquistare a titolo definitivo Alexis Sanchez. Il cileno non è riuscito, più per sfortuna che per demerito, ad imporsi nel mondo Inter e a dimostrare a tutta Europa di poter essere quel giocatore meraviglioso visto con le maglie di Udinese, Barcellona e Arsenal. L’infortunio di tre mesi lo ha inevitabilmente condizionato e lo stop anticipato lo ha probabilmente condannato al mancato acquisto a titolo definitivo, complice anche il maxi-ingaggio da 12 milioni netti l’anno. Riguardo Victor Moses, invece, sul quale finora nessuno è riuscito ad avere le idee chiare visto il poco tempo a disposizione per giudicarlo, il riscatto è fissato a 10 milioni di euro. Possibile che il Chelsea apra ad un piccolo sconto e che quindi l’Inter decida di riscattarlo, considerata l’enorme stima del tecnico Conte nei suoi confronti.

ACQUISTI E CESSIONI

Veniamo subito al piatto forte e all’affare che, in un modo o nell’altro, influenzerà enormemente il mercato nerazzurro: Lautaro Martinez andrà al Barcellona? Ancora una volta, c’è un pre-Covid 19 e un post-Covid 19. Fino a metà febbraio, sembrava proprio che il destino del Toro fosse segnato e che il club catalano, nonostante le scontate reticenze iniziali, avrebbe poi corrisposto all’Inter il valore della clausola da 111 milioni di euro. Ora, però, cambia tutto. E allora il Barça non è più così sicuro di portarsi a casa Lautaro e di farne l’erede di Suarez, come tanto desidera Leo Messi. Nonostante si parli di uno dei club più ricchi al mondo, la dirigenza catalana sa di non essere immune dagli effetti dell’emergenza e sembra molto difficile che si possa arrivare ad un esborso simile. E così, il Barça si sta affannando nel proporre all’Inter alcuni giocatori in esubero che possano consentire di chiudere ugualmente l’affare: la prima offerta comprendeva una parte cash da 70 milioni e due contropartite tecniche per i nerazzurri, ovvero Vidal e Semedo. Proposta rispedita prontamente al mittente. Oltre ai due citati, la rosa dei sacrificabili del Barça si compone di Arthur, Todibo e Alenà. Potrebbe esserci inoltre la disponibilità di impostare uno scambio alla pari con Coutinho o Dembelé. Nel caso di un importante conguaglio a favore dei nerazzurri, Marotta e Ausilio punterebbero con tutta probabilità Aubameyang dell’Arsenal, consci che l’attaccante andrà in scadenza nel 2021 e che quindi sarà possibile partire da una posizione di forza. L’Inter ha preso tempo per riflettere, consapevole che da questo affare passerà tanto degli sviluppi di mercato.

Altre operazioni di questo genere riguardano, per esempio, Marcos Alonso, a cui Conte non ha ancora rinunciato. L’ultima idea dell’Inter è quella di inserire nell’affare Vecino, gradito al Chelsea, con un conguaglio (circa 10 milioni?) a favore degli inglesi. Un pallino della dirigenza nerazzurra è anche Kumbulla del Verona, giovane difensore centrale autore di una grande stagione: nell’operazione potrebbero essere inseriti Salcedo o Dimarco per alleggerire la parte cash.

PARAMETRI ZERO E VIVAIO

L’Inter, già da qualche anno, è solita cogliere importanti opportunità a costo zero: basti pensare a Stefan De Vrij, oggi forse il miglior difensore della Serie A ed acquistato gratis nell’estate 2018. Proprio nell’ultimo mese di gennaio è arrivato l’altro grande colpo, non messo a segno a zero ma comunque favorito da un contratto in scadenza: Christian Eriksen. Facile credere, dunque, che a maggior ragione in un’estate nella quale ci sarà da fare di necessità virtù, i colpi in scadenza possano essere una preziosa opportunità da cogliere. In questo senso si colloca la possibilità Olivier Giroud, che proprio negli ultimi giorni ha fatto sapere di gradire particolarmente la destinazione nerazzurra e non ha celato il proprio rammarico per non essere approdato a Milano nella sessione invernale. Occhio inoltre ad un altro colpo dal Tottenham, quel Jan Vertonghen orientato a non rinnovare il contratto in scadenza in estate.

Marotta ha fatto riferimento, inoltre, all’importanza di sfruttare le risorse del vivaio. L’Inter, in questo senso, ha già puntato fortemente su Sebastiano Esposito, rendendolo quarto attaccante da gennaio in poi. A centrocampo, invece, Agoumé ha disputato degli scampoli di partita e sembra essere il prossimo indiziato a fare il grande salto fra i grandi. I prossimi? Lorenzo Pirola, già prima dello stop, sembrava avviato ad una “promozione” in prima squadra, complice il forte apprezzamento di Conte nei suoi confronti. Occhio anche a Vergani Fonseca, che nel periodo più critico – causa infortuni – sono spesso comparsi in panchina.

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