L’emergenza coronavirus, la quarantena, gli allenamenti in campo e Antonio Conte. Sono tanti gli argomenti affrontati da Antonio Candreva in una lunga intervista concessa al Corriere dello Sport.
Candreva, quando si sparsa la notizia che in Cina c’era un virus che stava facendo tanti morti, avrebbe mai pensato che si sarebbe arrivati a tutto questo, in Italia e nel resto del mondo?
«Sinceramente no. Mi ricordo di un servizio di qualche settimana fa al telegiornale che descriveva la città di Wuhan come deserta, con la gente chiusa in casa. E adesso…».

Qual è stata finora l’immagine simbolo di questa terribile pandemia?
«Quelle degli infermieri nei vari ospedali d’Italia con il volto segnato dalla fatica e dalle maschere di protezione. Davvero terribile».

Se potesse inviare un pensiero agli infermieri e ai medici che in tutta Italia stanno lottando per salvare vite umane, cosa direbbe loro?
«Grazie per l’immenso coraggio che dimostrate ogni giorno, per la vostra dedizione, per i vostri sacrifici: siamo con voi in questo momento difficile e siamo fieri di voi».

Quasi 100.000 contagiati dall’inizio, oltre 10.000 morti e la sensazione che l’Italia sia in ginocchio: ci rialzeremo? Torneremo a essere quelli di prima?
«Sì, ce la faremo sicuramente. Ne usciremo più forti di prima».

Questo virus come cambierà il nostro modo di vivere, le nostre relazioni e i nostri rapporti sociali?
«Spero che ognuno di noi possa apprezzare sempre di più il valore delle cose semplici. E mi auguro anche che questo momento ci insegni a essere ancora più attenti e rispettosi nell’igiene, che ci faccia capire quanto sia importante seguire le regole. Tutti allo stesso modo».

Qual è stato il primo pensiero quando, tre giorni dopo Juventus-Inter giocata l’8 marzo all’Allianz Stadium, le hanno detto che Daniele Rugani era positivo?
«Ero molto dispiaciuto per lui e allo stesso tempo mi sono preoccupato per noi, anche se personalmente non lo avevo incrociato né in campo né negli spogliatoi».

Come ha vissuto i giorni di isolamento domiciliare nei quali aspettava di sapere se aveva contratto il virus? Quali erano il suo pensiero e la sua paura più ricorrenti?
«La mia preoccupazione più grande era quella di contagiare la mia famiglia. Mi sarei sentito tremendamente in colpa. I primi giorni eravamo tutti un po’ preoccupati, sempre positivi mentalmente ma preoccupati».

Adesso ha ancora paura per i suoi familiari?
«Se rispettiamo le regole che ci vengono date non dobbiamo avere paura». 

I suoi parenti sono ancora a Roma e non li vede da un po’.
«Questa è la cosa che mi fa soffrire di più: non poter andare a trovare mio padre, che è malato da circa un anno, è davvero brutto. Il mio pensiero costante va a lui: deve recarsi spesso in ospedale e quindi corre qualche rischio in più».

Come ha spiegato ai suoi figli, specialmente al più piccolo, quello che sta succedendo? E come stanno vivendo i bambini questo momento di forzata quarantena di tutta la famiglia?
«A mia figlia Bianca, che al momento sta seguendo on line le lezioni scolastiche insieme ai suoi compagni, ho spiegato quanto sia importante rispettare le regole per uscire da questo momento il prima possibile. Mio figlio Raul è ancora piccolo: prima passava molto più tempo a giocare al parco e vedeva più gente. Ora abbiamo molte più ore da spendere insieme, sfruttando al massimo questa opportunità che ci è stata concessa». 

Come è messo con il peso? In forma o ha qualche problema con la bilancia dopo tre settimane senza andare ad Appiano Gentile?
«Il mio peso è sempre costante. Non sono uno che ingrassa e non ho mai avuto problemi con la bilancia fortunatamente. E poi mi tengo in forma quotidianamente qui a casa». 

Come è allenarsi con la sua compagna Allegra?
«Lei è davvero una tosta. Mi fa da personal trainer e ci divertiamo ad allenarci insieme. Ha un sacco di entusiasmo. Fatichiamo e sorridiamo facendo dei video degli esercizi che si concludono con un bacio (ride di nuovo)».

Conte sugli allenamenti è un martello anche durante l’emergenza Coronavirus?
«I preparatori atletici ci seguono tutti i giorni e ci fanno un programma specifico di lavoro. Sono davvero bravi. Conte ha mandato a noi e tutte le nostre famiglie un bel messaggio di incoraggiamento per la situazione. Ci è sempre “vicino”».

Come giudica il suo impatto sul mondo nerazzurro? Si aspettava che avrebbe cambiato così tanto l’Inter rispetto al passato?
«Conte è straordinario, uno che non molla mai. Anche dal “buongiorno” percepisci la sua carica. Ti sprona a dare il massimo in ogni allenamento, sempre ed è un vero perfezionista». 
Il pallone ha smesso di rotolare in tutto il mondo e praticamente non si gioca più in nessun Paese. Quando riprenderanno gli allenamenti e poi i campionati?
«La salute prima di tutto… Spero proprio che questa situazione si risolva in fretta in tutto il mondo così da poter ripartire con la massima serenità a fare la vita normale e a giocare a calcio».

Se le dicessero che il campionato si concluderà tra giugno e luglio, le piacerebbe come idea?
«Sicuramente sarebbe un’esperienza nuova… Magari non ottimale visto il caldo e uno stop così lungo, ma vedremo. Ovviamente rispetterò ciò che decideranno».

Si parla di ripresa della Serie A a porte chiuse. Com’è stato giocare senza pubblico il derby d’Italia in casa della Juventus?
«Quella è da sempre una gara molto sentita da entrambe le tifoserie. Se fossero stati presenti i tifosi, sarebbe cambiata tutta l’atmosfera e ci sarebbe stata maggiore adrenalina».

Chi vincerà lo scudetto?

«Mancherebbero tante partite da giocare… Parlare ora di scudetto, però, non mi sembra giusto: in questo momento il vero scudetto, per tutti, sarebbe vincere contro questo virus».

L’Inter finora è stata sconfitta due volte su due dalla Juventus, mentre contro la Lazio il bilancio è di una vittoria e un ko. Perché questo bilancio non esaltante contro le dirette concorrenti per il tricolore?
«La Juventus è uno squadrone che da anni è ai vertici e non scopriamo niente. Ogni partita però fa storia a sé: ogni sconfitta va presa nel migliore dei modi e analizzata con l’obiettivo di migliorarci. Sono questo tipo di incontri quelli che fanno crescere in vista delle sfide future». 

Rinviare gli Europei e le Olimpiadi è stata la scelta giusta?
«C’erano motivi più che validi per farlo in questo momento e trovo che sia stato opportuno. Lo ripeto: la salute al primo posto. Magari per Euro 2021 cercherò di mettere in difficoltà Mancini nelle scelte».

Come giudica la sua annata fino al momento dello stop?
«Positiva, ma si può e si deve sempre migliorare. Sto bene con Conte e con i compagni. Questa per me è la cosa più importante e fa la differenza».

Quale segreto c’è dietro il suo ritorno a grandi livelli dopo un 2018-19 piuttosto difficile?
«La testa fa la differenza. Sentirsi a pieno parte di un progetto mi trasmette grande motivazione. Avere inoltre una persona come Conte che ti dà fiducia è fondamentale: ho grande stima di lui, non solo ora, ma già da quando mi allenava in Nazionale». 

È vero che la vostra chat di squadra adesso senza allenamenti è molto più “viva” rispetto a prima?
«Confermo».

Chi è il più attivo, quello che carica i video più buffi?
«Un po’ tutti… Quando uno di noi pubblica un video, a seguire altri ne condividono di nuovi».

Sorpreso dalla stagione super che finora ha disputato Lukaku? A quanti gol arriverà Romelu?
«Non sono sorpreso perché si sapeva che fosse un attaccante top. Mi auguro ne segni tanti altri». 

Che traguardo deve darsi l’Inter quando si riprenderà a giocare?
«Vincere tutte le partite perché siamo l’Inter e torneremo più forti di prima». 

(Corriere dello Sport)

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