Al cospetto di oltre 61.000 spettatori l’Inter con una prova di cuore ed abnegazione riesce a superare l’evidente gap fisico, di talento e di profondità di rosa ed imporre un pareggio ad una Lazio che mai come in questa stagione era venuta a Milano con l’idea concreta di portar via il bottino grosso. Era importante per noi non cedere nuovamente, per di più in casa, e mantenere il cuscinetto di 4 punti di vantaggio sui biancocelesti che comunque hanno una partita da recuperare ed iniziare a ricomporre piano piano il mosaico della fiducia di gruppo, elemento fondamentale per ripartire. Prima della sosta di metà gennaio resta solo un turno, quello dell’Epifania contro la Fiorentina a Firenze, poi mentre l’allenatore cercherà di recuperare infortunati e giocatori che fino ad oggi hanno deluso, la Società dovrà in qualche modo aiutare il nostro allenatore che in maniera insperata ci ha portato fino a dove siamo ora, in piena corsa per la Champions League con una rosa, come dissi in estate, da sesto/settimo posto. Aiutare Luciano con nuovi rinforzi, in difesa ed a centrocampo soprattutto, è doveroso per moltissime ragioni: per il bene dell’Inter che con questa rosa non riuscirà a tenere la Lazio dietro fino a maggio, per i tifosi che si sono confermati la miglior tifoseria d’Italia e che meritano il ritorno in Champions League e per il magnifico lavoro che il nostro allenatore ha svolto fino ad oggi non solo sul campo ma anche a livello di comunicazione tenendo unito l’ambiente e dando forza e compattezza a tutti. L’arrivo di Spalletti per noi interisti è stata una benedizione, non buttiamo tutto al vento!

Da ultimo vorrei esprimere un’opinione su Simone Inzaghi. Di solito non commento fatti o dichiarazioni di persone non legate al mondo Inter ma ieri quanto detto dall’allenatore della Lazio è stato imbarazzante. Dire, come lui ha detto, che il VAR priva di emozioni il calcio è quanto di più puerile, patetico ed errato ci possa essere. Dichiarazioni come quelle di Simone Inzaghi possono essere tollerate se dette da un bambino di 8-10 anni, ma diventano inaccettabili se pronunciate da un allenatore di una squadra di vertice della Serie A, uno dei campionati più seguiti al mondo e per giunta anche gran i più ricchi. Uno come lui, che ha passato una vita nel mondo del calcio, dovrebbe conoscere quanto il calcio sia diventato, da molto tempo ormai, un business attorno a cui ruotano tantissimi soldi. Proprio perché i soldi che si investono in questo business sono ingenti appare chiaro che, per dare credibilità ad un movimento come il nostro che non attraversa necessariamente la sua epoca d’oro, l’ausilio della tecnologia sia irrinunciabile. Per di più pare ormai tendenza assodata che il mondo del calcio vada verso l’applicazione del VAR. Opporsi al VAR è come cercare di rompere gli orologi per fermare il tempo. Se Inzaghi vuole una vita senza VAR rinunci al lauto stipendio che gli passa la Lazio e torni ad allenare nelle serie minori.