Caro Antonio,

Nella giornata di martedì 25 Agosto è previsto l’incontro che (salvo sorprese) risolverà quelli che sono i residui dei rapporti tra te e l’Inter. Dopo le esternazioni di Bergamo, l’Europa League aveva congelato tutti i ragionamenti sul futuro, che sono tornati a galla subito dopo il triplice fischio di Colonia. Ad alimentare ulteriormente la discussione ci sono proprio le tue parole nel post-partita: hai parlato di

“Futuro del Club con o senza di me”, di “qualcosa che è successo” e che in caso di una tua permanenza qualcosa dovrebbe cambiare.

Tutto questo potrebbe anche essere legittimo, ma non è dovuto. Certo, quando una società sposa il progetto sportivo di un allenatore deve fare il massimo per metterlo in condizione di esprimere le proprie idee sul campo e “proteggerlo” quando si verificano le situazioni infamanti che sono accadute ai tuoi danni. Dall’altra parte però, quando si viene scelti per guidare un club importante e ricco di storia, non si può pretendere di averne il pieno controllo in mano. Se durante la campagna acquisti ad esempio, tre quarti dei desideri espressi dall’allenatore vengono soddisfatti non si può parlare di “pacchetto preconfezionato”. Il rispetto dei ruoli è fondamentale.

Il progetto tecnico è stato completamente ricostruito secondo le tue esigenze, portando un totale di ben 11 nuovi giocatori ad Appiano Gentile. Quando hai detto “non si vince dall’oggi al domani” sicuramente avevi ragione, ma forse sei proprio tu che hai avuto troppa fretta. Il pacchetto preconfezionato non è mai esistito, ti sei costruito la tua nuova Inter a tua immagine e somiglianza eppure alla prima occasione hai tirato in ballo la “rosa corta”. Va bene essere un motivatore vulcanico e parlare apertamente, ma certi discorsi andrebbero fatti a porte chiuse, in fondo eri tu stesso a rimarcare “all’Inter le cose escono troppo facilmente“. In questo caso in primis, hai sbagliato i modi nonostante le intenzioni fossero quelle giuste Antonio.

Oltre che la società poi, hai messo in soggezione proprio i tuoi calciatori in questo modo. Per alcuni era la prima stagione in una grande squadra (Sensi, Barella), per altri era la prima stagione in Italia (Lukaku, Godin), mentre altri ancora stanno lavorando per migliorare ed esprimersi al meglio (Lautaro, Skriniar). Se spari a zero contro la tua squadra dopo una sconfitta, lo fai negli spogliatoi e non ai microfoni. Hai voluto sempre lanciare dei segnali a qualcuno, con cui evidentemente non hai rapporti, e questo il più delle volte ha finito per destabilizzare l’ambiente. Forse è stata questa la difficoltà più grande per te: mettere l’Inter prima di Antonio Conte e non viceversa.

Le belle parole non sono mancate, questo sia chiaro. Anche in una serata come venerdì hai parlato di “grande opportunità da parte della società” e di quella che è stata una “stagione bellissima”. Parole d’addio? Probabile, quel tuo “comunque vada, ne è valsa la pena” sa tanto di congedo. Ci sarà un confronto e tante valutazione da fare sia da parte tua che da parte dell’Inter, ma il rapporto è ormai quasi del tutto compromesso. Non puoi pretendere che una società che si vuole imporre a livello europeo passi oltre le parole pesanti che hai avuto nei loro confronti, seppur con tutte le ragioni del caso.

Lo scenario sembra ben definito, e pare ti veda lontano dall’Inter Antonio. Il lavoro che hai fatto è sotto gli occhi di tutti, non si discute. Antonio tu sei un grande allenatore, ma hai bisogno di alcune “dinamiche di potere” che l’Inter in questo momento storico non può concederti e che tu hai continuato a pretendere. Una persona di campo e di esperienza come te, come può pensare che una società segua alla lettera le tue indicazioni, scomode e difficili da gestire, piuttosto che cambiare rotta e progetto tecnico?

Questo è ciò che accadrà. Pare sia già pronto Allegri, proprio come quando hai lasciato la Juve. Tu non sei cambiato Antonio, sei solo migliore di com’eri. Evidentemente non è bastato. La volontà dell’Inter è quella di tornare a vincere, proprio questo avevamo scelto te, proprio te. Noi eravamo riusciti ad andare oltre tante perplessità facendo quella scelta, tu alle prime difficoltà ti sei bloccato. Peccato, perché poteva andare diversamente. Avremmo continuato volentieri con te il percorso cominciato un anno fa e che ci ha portato a un passo dalla Juve e a una finale di EL (mica roba da poco).

Allenare l’Inter è un privilegio, che si porta dietro grande responsabilità, ma non deve mai essere una sofferenza.

Se sarà addio, buona fortuna Antonio!

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