Caro Simone

Caro Simone, ci prendiamo un po’ di confidenza, ma oramai fai parte della famiglia nerazzurra e qui ci si da del tu. Noi tutti, o quasi, ti dobbiamo delle scuse per quelle critiche feroci che ti abbiamo rivolto. Sono state tutte figlie di uno scudetto sfuggito l’anno scorso e finito, ahinoi, dall’altra parte del Naviglio. Tutto questo ha contribuito ad aprire un calderone enorme dopo le 11 sconfitte di questa stagione. Ma ora bisogna guardare in faccia alla realtà e andare a Canossa, capendo che alla fine hai avuto ragione tu

Quando lo spogliatoio segue….

Caro Simone hai vinto tu. C’è poco da fare. Circa un mese fa eravamo qua a chiedere la tua testa dopo una sfida persa, a San Siro, contro il Monza con gol dell’ex canterano nerazzurro Caldirola. Eri alla porta, scaricato dalla società e da noi tifosi che aspettavamo solo la prima sconfitta per dichiararti un nostro ex allenatore.

E’ stato qua che hai dimostrato a tutti, noi per primi, che lo spogliatoio era dalla tua parte. Qualche giorno dopo, a San Siro, arriva il Benfica. La squadra risponde alla grandissima portandosi sul 3-1 e facendo capire l’unità di intenti. La partita finirà poi 3-3, ma dopo lo 0-2 dell’andata, il risultato è utile solo alle statistiche. La parola che conta è semifinale. Sulla rimonta in campionato, che ci vede ora in piena zona Champions, è da manuale calcistico. 5 vittorie consecutive che hanno cambiato la faccia al campionato nerazzurro. Tra queste vittorie si contano i successi importanti contro le due formazioni della capitale, antagoniste nella lotta ai primi 4 posti. Un uomo, o meglio un allenatore, solo senza l’appoggio dei suoi valorosi giocatori non avrebbe potuto mai raddrizzare così la stagione.

Qual’è stato il tuo merito più grande? Sicuramente quello di rivitalizzare un gruppo sconnesso. In Champions è facile, per la gloria personale del singolo, avere motivazioni. Lo è meno avere le stesse motivazioni all’interno di un campionato difficile, soprattutto se non si ha certezza sul futuro calcistico. E qui sei stato un fenomeno mister. Hai resuscitato un Brozovic finito ai margini del gruppo dopo l’infortunio, hai tirato a lucido De Vrij e Dumfries che sono diventate risorse importanti. Va dato a Cesare ciò che è di Cesare, te lo meriti mister. L’insegna che indica Istanbul è arrivata contro ogni più rosea aspettativa.

 

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Caro Simone, che scelte

Si sa, un allenatore passa la maggior parte del tempo a fare delle scelte. Gli allenamenti della settimana indirizzano quelle che poi sono le scelte nella partita del weekend. Ma, a volte, le scelte stesse sono frutto di decisioni indipendenti da ciò che il campo dice, almeno in parte.

Simone ha avuto coraggio, quest’anno, in almeno 3 scelte che hanno contribuito a svoltare la stagione nerazzurra. La prima è relativa al portiere. Handanovic ha dato tanto all’Inter e l’Inter ha dato tanto ad Handanovic, ma in autunno è stato il momento per cambiare. La titolarità è stata presa da Andrè Onana che, a suon di parate eccezionali, (si veda l’ultima nel derby su Brahim Diaz, e cleansheet, (8 partite senza gol in Champions) sta meritando sempre più la fiducia del tecnico, dello staff, dei compagni e dei tifosi. Il suo “giocare fuori” dalla porta contribuisce a tenere maggiormente alta la difesa e, di conseguenza, la squadra

La seconda decisione impopolare, ma che sta rendendo i frutti sperati, è legata alla titolarità di un immenso Francesco Acerbi. Recentemente, nel doppio derby, il difensore di Vizzolo Pedrabissi, ha annullato Olivier Giroud, in 180 minuti giocati da perfetto leader di una retroguardia che l’ha accettato fin da subito. Stefan De Vrij, vicino al rinnovo, si è trovato, suo malgrado, costretto a sedersi in panchina, venendo relegato a qualche minuto sporadico, soprattutto quando c’è da difendere il risultato.

L’ultimo è la scelta riguardante il regista. L’infortunio, nella prima parte di stagione di Brozovic, ha portato alla scoperta delle profonde qualità di Calhanoglu come play davanti alla difesa. Ora che il croato sta tornando ai suoi livelli, si apre ogni volta il ballottaggio. Un ballottaggio che però è figlio di scelte ben precise. Quando conta, Champions, gioca Calha, mentre in campionato gioca Brozovic. L’infortunio, martedì, dell’armeno Mkitaryan spariglia un po’ le carte con Calha e Brozo destinati a giocare insieme in molte delle ultime apparizioni, (Istanbul compresa?). Domenica a Napoli e mercoledì con la Fiorentina è cosa pressoché assodata, poi si vedrà.

Connotati differenti assume la scelta del duo d’attacco, ma il senso del discorso è sempre lo stesso. In determinate sfide giocano Dzeko e Lautaro, in altre, (in campionato), giocano Lukaku e Correa. Queste scelte sono dettate da una maggior compatibilità dei primi due al tipo di gioco chiesto da Inzaghi, oltre che dall’infortunio che bloccato Lukaku per quasi tutta la stagione. Il belga è riuscito comunque ad essere decisivo in alcuni frangenti

Inzaghi re di Coppa

Ci sono due cammini nella stagione dell’Inter. Quello in campionato che si sta risolvendo nella maniera sperata, ma che è stato tortuoso, e quello nelle coppe che è stato pressochè perfetto. Due competizioni di coppa, due finali raggiunte. Tutto questo certifica, ancora una volta, la bravura e la capacità di Inzaghi nel preparare le partite secche e la maggior difficoltà in un percorso a tappe, soprattutto nella gestione della tensione.

11 sconfitte in campionato, girone di Champions superato con Bayern e Barcellona. Pari con la Sampdoria, ora retrocessa, e vittoria in semifinale di Coppa Italia con la Juventus a certificare l’accesso in finale.

Roma, 24 maggio e Istanbul 10 giugno. Due finali, due partite d’assoluto valore. Finale di Coppa Italia e finale di Champions. L’Inter di Simone Inzaghi, re di coppa, sarà presente

Per questo e per tanti altri motivi, è giunto il momento di chiedere scusa a Simone Inzaghi

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