Una premessa è subito necessaria: mancano 22 giorni alla fine del calciomercato ed i giocatori che oggi sembrano poter far parte della rosa, domani potrebbero già far parte di un nuovo progetto. Viceversa, chi sembra fuori dai giochi può ritrovarsi dentro e diventare anche un protagonista. In questo senso, la posizione di Radja Nainggolan Ivan Perisic è precaria. La certezza è che al momento fanno parte dell’organico di Antonio Conte, la sensazione forte è che, in caso di un’offerta soddisfacente (non il nuovo prestito proposto dal Cagliari e non i 12 milioni offerti dal Bayern Monaco, per intenderci), i dirigenti nerazzurri non avrebbero problemi ad accettare e salutare due terzi degli “epurati” della scorsa stagione. A distanza di un anno, però, la recessione economica da Covid ha toccato e con forza anche il calcio, costringendo le società a ponderare con massima attenzione scelte ed investimenti (pochi). E allora, non si esclude più nessuno a priori: Nainggolan e Perisic si allenano e sudano ad Appiano Gentile da ormai una settimana, e sono pronti a rispolverare la maglia nerazzurra per indossarla nella stagione 2020-21. Andiamo così a valutare quello che potrebbe essere il ruolo del belga e del croato nella seconda Inter di Antonio Conte.

La voglia di Nainggolan

Il 6 luglio 2019, l’amministratore delegato dell’Inter, Marotta, annunciò: “Icardi e Nainggolan non fanno parte del progetto”. Erano i primi giorni di Conte da tecnico nerazzurro, si avvertiva una certa esasperazione per quella che era stata la stagione precedente, scandita dalla questione Icardi e dalle bizze dello stesso Nainggolan extra campo. Si optò per una sorta di repulisti più etico che tecnico, almeno per quanto riguarda il Ninja. Se infatti Icardi, guardando esclusivamente al campo, c’entrava poco con il numero 9 che Conte predilige – quello che svolge un dispendioso lavoro per la squadra in primis – Nainggolan sembra invece avere tutt’ora le caratteristiche dei centrocampisti che Conte apprezza. Dinamico, grintoso, predisposto agli inserimenti e con un buon bottino di gol in canna. Ed in effetti, durante la stagione – complice il lunghissimo stop di Sensi – in alcuni momenti si è avvertita la mancanza di un profilo come il belga. Il Ninja a Cagliari ha messo insieme 29 presenze totali fra Serie A e Coppa Italia, con 6 gol e 7 assist. Una buona stagione, complessivamente. Il suo punto debole, più che gli episodi extra campo, tutto sommato limitati, si sono rivelati invece gli infortuni. Già con l’Inter di Spalletti il Ninja si era fermato ripetutamente per acciacchi muscolari, ed anche in Sardegna ha saltato ben 11 partite di campionato per problemi fisici.

Quel che è certo è che, se fosse integro e trovasse continuità, Nainggolan potrebbe rivelarsi utilissimo nel centrocampo 2020-21 di Conte. Il tecnico salentino, d’altronde, più volte negli anni passati lo aveva cercato, anche durante l’esperienza in Premier con il Chelsea. I due si sono ripetutamente sfiorati e, nel momento in cui si sono ritrovati, il Ninja ha salutato più per direttive societarie che per volontà del tecnico, che infatti ha ribadito più volte di essersi adattato ad alcune scelte dirigenziali. Questa potrebbe essere la volta buona, e Nainggolan completerebbe un centrocampo formato da Barella, Sensi, Brozovic, Eriksen, molto probabilmente Vidal e Gagliardini (tralasciando gli esuberi Vecino e Joao Mario). Il Ninja porterebbe carattere, rabbia e gol nel centrocampo di Conte. Negli anni avrà perso qualcosa in esplosività, ma da riserva potrebbe rivelarsi un’alternativa preziosa. Siamo certi che, da un punto di vista comportamentale, Conte saprebbe limitarne gli eccessi. E lo stesso Nainggolan più volte si è detto rammaricato dal fatto di non aver potuto essere allenato dal tecnico che lo ha tanto desiderato e in generale di non essere stato parte della nuova Inter. Per questo, la voglia non mancherebbe e neanche le motivazioni. Piuttosto, l’enorme punto interrogativo resta la tenuta fisica. Da Appiano raccontano di un Nainggolan fra i più attivi e brillanti nella prima settimana di allenamenti: il Ninja sta facendo tutto il possibile per tirarsi a lucido in vista di una nuova esperienza in nerazzurro.

Perisic: il ruolo è un’incognita

La storia del croato è decisamente diversa. Dopo 4 anni all’Inter in cui ha sfornato gol e soprattutto tanti assist, ha lasciato i nerazzurri in prestito come il “nemico” Icardi e l’amico Nainggolan. Tuttavia, i modi sono stati differenti. Nonostante da Appiano si racconti di un carattere abbastanza chiuso e spigoloso (i rapporti con Icardi furono praticamente nulli per almeno 2-3 anni, nonostante un buon rendimento sul campo), a Perisic fu concessa una possibilità nello scorso ritiro estivo, a differenza di Nainggolan e Icardi che furono esclusi dalle esercitazioni tattiche e ovviamente dalle amichevoli. Conte lo schierò anche da titolare nelle prime amichevoli. E qui arriviamo al nocciolo del problema. Il tecnico lo schierò da esterno sinistro a tutto campo nel suo 3-5-2, salvo poi bocciarlo nettamente e pubblicamente: “Non può farlo”. Probabilmente non garantiva la giusta copertura in fase difensiva, ed in effetti è un giocatore totalmente diverso rispetto ai vari Asamoah, Biraghi e Young. Così, si decise di metterlo definitivamente sul mercato. L’unico ruolo in cui Conte lo vedeva era quello di punta. Non propriamente la posizione di campo prediletta da Perisic, che dà il meglio storicamente in fase offensiva partendo dall’esterno, scegliendo poi se provare il cross (il più delle volte basso e teso) oppure accentrarsi per il tiro.

In questa nuova annata, nella quale il giocatore non è stato riscattato dal Bayern e le possibilità che resti a Milano diventano sempre più concrete, anche il direttore sportivo nerazzurro, Piero Ausilio, ha chiarito come il suo ruolo dovrebbe essere quello di quarta punta – completando un reparto composto da Lukaku, Lautaro e Sanchez – e che quindi, senza la sua uscita, l’attacco è da considerarsi al completo. Tuttavia, nelle prime esercitazioni tattiche Antonio Conte ci ha riprovato: esterno sinistro. E se il problema fosse stata la mancanza di disponibilità del croato al sacrificio, più che le sue caratteristiche? Nel primo caso, con il giusto atteggiamento, Perisic potrebbe essere riprovato “a tutto campo”. Per ora in quello slot c’è solo Ashley Young, visto che Kolarov sembra destinato a disimpegnarsi come terzo centrale di sinistra. Valutazioni in corso, probabilmente. Com’è normale che sia, in un mercato che più di ogni altro è caratterizzato dalle occasioni.

Conclusioni

Nainggolan e Perisic possono far parte in maniera attiva dell’Inter 2020-21? Assolutamente sì. La differenza è che il Ninja avrebbe già una collocazione in campo – mezzala – che ben si sposerebbe con le richieste del suo allenatore per il ruolo, mentre sul croato resta l’incognita relativa al ruolo. Potrebbe essere di troppo a sinistra, visto che oltre a Young l’Inter sta cercando un altro interprete del ruolo. Si parla di Marcos Alonso (più costoso) e Darmian (alternativa economica). Impiegarlo da punta potrebbe rivelarsi una forzatura. Senza nulla togliere al valore del giocatore, reduce da un Triplete con il Bayern Monaco e da una Final Eight di Champions League vissuta da protagonista, condita anche da 2 gol importanti. Ma Perisic resta un giocatore che, se ha le giuste motivazione, può ancora fare la differenza. Discriminante fondamentale, non un dettaglio, visto che negli ultimi anni in nerazzurro a tratti era stato irritante per discontinuità e svogliatezza. Siamo certi, però, che con Conte il pericolo non sussista.