Quella col Chievo era una partita da vincere a tutti i costi, una partita che una squadra che ha ambizioni assolute di vertice non può lasciarsi sfuggire di mano a tempo scaduto.
Possiamo stare qui a disquisire di tattica, gol sbagliati, cambi fatti troppo tardi e non convincenti, errori individuali, eccetera… fatto sta che l’Inter ha lasciato intendere di non essere ancora matura al punto di potersi dire compiuta. La strada da percorrere per la banda Spalletti è ancora lunga e tortuosa, soprattutto a livello di mentalità.
Tornando alla partita di sabato sera, Spalletti manda in campo un undici “ideale” al netto della squalifica di Asamoah: Handanovic in porta, linea difensiva composta da Vrsaljko, Skriniar, De Vrij e D’Ambrosio, centrocampo con Brozovic, Joao Mario e Nainggolan, Perisic e Politano ai fianchi di Icardi. Quindi 4-3-3. Questo schieramento mette il sigillo sulla attuale situazione di Nainggolan: il belga era stato acquistato per fare il trequartista nel classico 4-2-3-1 spallettiano, ma evidentemente non è ancora neanche lontano parente del giocatore che era stato dirompente nella Roma. Ci auguriamo che il Ninja riesca a ritornare ai suoi suoi livelli, è troppo importante averlo in campo al 100% della forma, sia fisica che mentale. Di certo non sarà un percorso semplice, dati anche i recenti avvenimenti che hanno portato la società ad intervenire in maniera ufficiale per un ritardo di Nainggolan all’allenamento di ieri mattina (forse non il primo e forse non l’unico avvenimento che ha portato l’Inter a prendere una posizione così clamorosamente netta nei confronti del giocatore).
Comunque l’Inter parte bene col Chievo, prendendo il mano il pallino del gioco per tutto il primo tempo che chiude comodamente sullo 0 a 1 grazie al gol del redivivo Perisic, con un possesso palla che si attesta intorno al 70%.
E’ nel secondo tempo che il canovaccio della partita sfugge dalle mani della squadra di Spalletti, che cala sia fisicamente che mentalmente lasciano sempre più campo al Chievo. Il dato del possesso palla è emblematico: il primo quarto d’ora della ripresa vede l’Inter a 3’58’’ contro i 2’48’’ dei padroni di casa; ma è dal 15’ in poi che si ha una vera e propria inversione di tendenza con il Chievo in possesso per oltre 9’ fino al termine della partita, contro i soli 7’20’’ dei nerazzurri. Un vero e proprio tracollo, certificato anche dal numero di palle perse: nel primo quarto d’ora del secondo tempo solo una, nei successivi 10 minuti ben 5.
Risulta chiaro che quello fosse il momento di cambiare qualcosa e Spalletti lo fa, inserendo prima Vecino per un Nainggolan a corto di carburante e ben poco incisivo, e poi con Lautaro Martinez per uno spossato Politano, autore di una prova non convincente, al contrario delle ultime apparizioni dove era stato costantemente tra i migliori in campo. L’ultima mossa è quella di mettere dentro Borja Valero per Joao Mario.
Purtroppo questi cambi non servono a far riprende campo all’Inter, anzi peggiorano ulteriormente la situazione, sostanzialmente per due motivi. Il primo è che Spalletti decide di serrare i ranghi in difesa dove i lanci lunghi per Stepinski (subentrato a Meggiorini) stanno creando difficoltà ai nostri centrali, passando ad uno schieramento a 3. Questo cambio di modulo, che vorrebbe Vrasaljko e Perisic esterni a tutta fascia (quando entrambi erano già in palese debito di energie), con Vecino e Valero mezzali e Lautaro a fare da raccordo con Icardi, finisce per creare caos in campo, dove la squadra finisce per perdere punti di riferimento e posizioni.
Secondo motivo: l’ingresso in campo di questo Lautaro Martinez. Spalletti manda l’argentino nella mischia per tenere palla, far salire la squadra e raccordare Icardi con le mezzali. Niente di tutto questo. Lautaro entra con un passo da pensionato ed un atteggiamento totalmente avulso dal contesto nel quale si stava calando. Questo ragazzo deve capire che deve ancora crescere molto, sotto tutti punti di vista, Ha la stoffa del campione cucita addosso, ma sta a lui dimostrarlo quando viene chiamato in causa. Le ultime prestazioni sono assolutamente quanto di peggio si potesse immaginare. Umiltà e lavoro, non ci sono altre medicine per questo ragazzo.
Il gol del pareggio del Chievo nasce proprio da un errore di Lautaro Martinez, che vivacchia a centrocampo non andando a disturbare l’azione di Rossettini che ha tutto il tempo di ricevere palla ed effettuare il lancio indisturbato il lancio per Stepinski che fa la sponda per Pellissier.
Nell’azione del gol subìto ci sono altre colpe individuali, come quella di De Vrj che rimane troppo avanzato rispetto a Pellissier, forse perché preoccupato del fatto che Birsa era completamente solo in quanto Brozovic non lo aveva seguito in quel frangente. Oltretutto poi l’olandese si sposta a contrastare lo stacco di Stepinski il quale non sarebbe dovuto essere di sua competenza ma di Skriniar, che però aveva scelto di indietreggiare per attendere la giocata dell’avversario in sicurezza. Questo spostamento di De Vrj lascia un’autostrada a disposizione di Pellissier, il quale non si fa pregare a battere Handanovic.
Questi errori individuali comunque non sono stati quelli che hanno da soli condizionato la partita. Come già detto in precedenza, è stato l’atteggiamento di squadra dal quarto d’ora del secondo tempo in poi ad essere deficitario. Basti vedere questa azione difensiva di poco precedente il gol del pari, nella quale ci troviamo 5 contro 5 nella nostra area di rigore. Una cosa inspiegabile.
A mente fredda e col senno di poi, probabilmente i cambi da fare sarebbero dovuti essere Borja Valero per Nainggolan in primis e poi, se vuoi passare alla difesa a tre, Ranocchia per Politano. Probabilmente così avremmo portato a casa lo 0 a 1 che però sarebbe rimasto un risultato davvero troppo striminzito contro una squadra come il Chievo che non sta certo disputando un campionato memorabile.
La prossima partita contro il Napoli sarà decisiva sotto tanti fattori, basti pensare che se le cose dovessero andare male potremmo ritrovarci con la Lazio a 2 punti punti e il Milan a 3. Non proprio una situazione comodissima, dopo avevamo avuto l’opportunità di spingerle davvero molto lontane in classifica…
Il lavoro da fare è davvero tanto, confidiamo sempre e ancora sul lavoro del mister e sull’abnegazione dei giocatori tutti, nessuno escluso.