Da quando è iniziato il controllo degli investimenti all’estero da parte del governo sono passato 6 mesi. E la stretta sta funzionando, almeno stando ai dati diffusi dal Ministero del Commercio e riportati da “News China”. Nei primi sei mesi del 2017, infatti, gli investimenti all’estero sono calati del 45,8% rispetto allo stesso periodo del 2016. In drastico calo gli investimenti nell’immobile (-82%), che ora occupano solo il 2% degli investimenti all’estero, e quelli in cultura, sport e entertainment in generale (-82,5%). Allo stato attuale delle cose, questi investimenti rappresentano appena l’1% degli investimenti esteri complessivi. Queste decisioni hanno influito pesantemente anche su Suning, che si è vista limitata nella possibilità di investimento sull’Inter in sede di campagna acquisti, con le spese nel settore sportive inserite nella categoria di quelle “limitate” dalle direttive di metà agosto.
La stretta del governo cinese è stata motivata dalla preoccupazione nella crescita impetuosa degli investimenti lontani dalla Cina, che dal 2008 hanno subito una continua impennata, fino ai 170 miliardi di dollari del 2016, cifra ritenuta eccessiva.
Gli investimenti esteri hanno danneggiato la moneta cinese, con le riserve valutarie calate da 3.9932 trilioni di dollari a 2.9982 trilioni di dollari (la soglia dei tre trilioni è considerata critica), il tutto da giugno 2014 a gennaio 2017. Un calo rapido e mai vissuto prima dallo yuan. Questo ha preoccupato il governo, che ha così deciso di porre un freno all’esportazione di denaro.