Dai 70 milioni spesi in una mattinata ad agosto 2016 al traguardo Champions dello scorso maggio. Nel mezzo tanto lavoro per riportare l’Inter nell’élite del calcio.
Due anni, ormai sono due anni che l’Inter lavora sotto il segno della società di Nanchino. Due anni in cui il tifoso interista ha provato emozioni contrastanti, partito con l’idea che Zhang fosse una specie di sceicco dai tratti asiatici pronto a fare follie sul mercato, per poi diventare un cavaliere templare dei social, pronto a difendere i fasti morattiani a colpi di “SuningOut”. Tutto lecito sia chiaro, i tifosi hanno sempre il diritto di criticare, soprattutto dopo l’illusione data dall’ormai famoso #InterIsComing, che creò in tutti noi l’idea che “Oh, questi adesso si scatenano sul mercato”. Inutile dire che la delusione fu grossa, ma bella grossa eh. Adesso però, ad impresa dai tratti epici compiuta, concentriamoci bene su quello slogan, Inter is coming. Se analizziamo accuratamente il lavoro fatto dalla proprietà, ci accorgeremo che quello non fu un banale slogan pubblicitario, bensì una vera è propria profezia. L’Inter è tornata, e non solo in Champions, ma soprattutto dal punto di vista societario, tra bilancio e brand la società nerazzurra sta toccando vette impensabili fino a poco tempo fa, ma adesso analizziamo tutto nel dettaglio.
Capitolo Bilancio
Lo so, preferite leggere di calcio giocato. Ormai sarete stanchi di improvvisarvi broker finanziari con la calcolatrice in mano per rendicontare ogni decimo di milione che arriva dalla Cina. Al bar con gli amici vorremmo dire “Oh bel colpo sarebbe il ninja” invece di “Fantastico, abbiamo racimolato 2,4 milioni dalla vendita di televisori marchiati Inter!”. Avete ragione, il calcio è passione e amore puro per i tuoi colori. Oggi però la parte tecnica non può distaccarsi da quella economica. Senza entrare troppo nei particolarismi permettetemi di elencarvi qualche numero, prometto di non annoiarvi, o almeno lo spero.
318 milioni, ben 318 milioni di fatturato nel 2016/2017, una crescita vicina ai 100 milioni rispetto all’anno prima e nel prossimo bilancio, quello 17/18, il fatturato dovrebbe sfiorare la quota 400 milioni! Ok, ora voi direte “E quindi?”, beh adesso vi spiego. Ci stiamo avvicinando in modo vertiginoso ai numeri della Juve, squadra che vince da sette anni e che colleziona milioni su milioni di euro dalla Champions League. Certo sono ancora distanti, parecchio, ma l’Inter a livello economico sta crescendo ad una velocità assurda, una velocità superiore a quella della Juve. Questa crescita economica ci permetterà presto di avere voce in capitolo, in Italia e in Europa, sul mercato dei prezzi pregiati o perlomeno di non dover tener conto anche degli spiccioli per riscattare giocatori come Rafinha. Come abbiamo raggiunto quest’ obiettivo? Semplice, grazie ai “ricavi commerciali”; guardate la tabella qui sotto.
Vi accorgerete facilmente di come nessun club europeo cresca sotto quest’aspetto come i nerazzurri! Quel +136% è frutto dell’enorme lavoro svolto da Suning in sponsorizzazioni, in questi due anni l’Inter ha chiuso accordi con decine di aziende, quasi tute provenienti dal mondo asiatico e quasi tutte dal impronunciabile nome in cinese mandarino. Queste aziende hanno portato nelle casse interiste una nuova disponibilità pazzesca. Un capolavoro firmato Zhang e siamo solo agli inizi. (fonte tabella “Calcio e Finanza”)
Plusvalenze e Primavera
Innanzitutto è doveroso fare i complimenti ai ragazzi di mister Vecchi, freschi neocampioni d’Italia per il secondo anno consecutivo, numeri incredibili quelli dei nostri giovani, che si confermano il miglior settore giovanile italiano, chapeau! Ecco ora molti di voi diranno “Okok, tutto molto bello ma sti ragazzi li lanciamo in prima squadra o no?”. La risposta potrà non piacere ma è un secco NO. Per due motivi, il primo è che questi ragazzi, seppur promettenti, non sono assolutamente pronti per il salto in una big, e il secondo motivo è legato sempre a quel noioso bilancio. Questi ragazzi sono la nostra pentola d’oro per superare quel mostro chiamato Financial Fair Play, made in UEFA. La cessione dei vari Emmers, Zaniolo e Pinamonti è l’unico modo per fare quelle benedette plusvalenze senza dover intaccare l’ossatura portante della prima squadra; Skriniar, Perisic o Icardi per intenderci. Anche qui Zhang ha speso un patrimonio, basti pensare ai 7 milioni per il solo acquisto di Colidio. Segno di una società che lavora sull’Inter a 360 gradi, in tutti i settori. Ah e tranquilli, Suning si sta impegnando nell’inserire il diritto di recompra su tutti i giovani uscenti, in questo modo chi davvero meriterà il salto in una big potrà tornare a casa a cifre contenute. Ndr. Vorrei precisare una cosa, in questi giorni sicuramente state sentendo in giro tutti i numeri possibili sulle plusvalenze da fare. 40/50/60 milioni sentendo molte testate, non è così. L’Inter per accordi UEFA doveva chiudere lo scorso bilancio con un passivo che non superasse i 30 milioni, obiettivo centrato in pieno (-24 mln.).Alla signora UEFA non interessa quante plusvalenze faccia l’Inter, a lei interessa che la società raggiunga il pareggio di bilancio, cioè rientri dal -30 della scorsa estate, è questa la cifra da racimolare. Qualsiasi altro numero potete giocarlo al superenalotto, magari farà fare plusvalenza anche a voi.
Brand
Giuro, con questi numeri chiudo il pezzo, non voglio farvi impazzire. Anche dal punto di vista della “visibilità” l’Inter con Suning è cresciuta tantissimo. Parlando dei social, sapete quanti seguaci contava la pagina Facebook nerazzurra a settembre? La risposta è 6 milioni. Sapete oggi a quanto ammonta il suo seguito sullo stesso social? Ben 10 milioni. Circa 4 milioni in soli nove mesi. Numeri che anche in questo caso portano l’Inter al primo posto a livello europeo per la crescita social. Questa nuova popolarità è dovuta, oltre all’enorme lavoro dei nostri Social Media Manager, anche alle innumerevoli Accademy che la famiglia Zhang sta aprendo in giro per il mondo, trasformando l’Inter in una squadra globale.
Come potete notare, l’Inter targata Suning si trova ai massimi livelli mondiali dal punto di vista della crescita societaria. Riprendendo il discorso iniziale, è vero che il fine ultimo di una squadra è alzare qualche trofeo, ma per far sì che ciò accada era indispensabile portare l’Inter al livello dei top club mondiali. I numeri non mentono, con questa crescita il club meneghino è destinato a entrare nell’élite del calcio molto presto. “Inter is here”, niente di più vero.