Conte è la vita

Pochi giorni prima di Inter-Sampdoria ci lasciava Mariolino Corso, uno dei giocatori simbolo della Grande Inter, molto più di un calciatore. Il suo ricordo rimarrà sempre vivo nella memoria di noi tifosi e di tutti gli appassionati di calcio, ne sono certo.

Tornando alla cronaca meramente sportiva, l’Inter vista contro la Samp è stata a tratti forse la migliore mai vista con Conte in panchina, alternando un grande primo tempo a un secondo colmo di sofferenza e incertezza. La Samp si sveglia tardi o l’Inter se ne va troppo presto dal prato verde di San Siro?

Tutta la vita in un mese

40 Giorni per l’esattezza. Questo è il tempo che ci separa dalla fine di quello che a posteriori potremmo considerare come il campionato più assurdo di sempre. Tutti siamo contenti che il pallone sia tornato a girare e i nostri beniamini in campo, ma tutto ciò è eticamente e moralmente giusto? Forse non basterà una vita per capirlo.

ASCOLTA IL PODCAST: BENTORNATA SERIE A

La sua vita, beato lui, Antonio Conte sa benissimo che scopo ha: non mollare un centimetro. Se l’Inter, nonostante l’eliminazione in Coppa Italia, è apparsa come una tra le squadre più in forma certo non è un caso. Quella frase nel finale di partita è manifesto di ciò che sono stati questi mesi senza calcio per Conte: una sconfitta che non ha accettato e che è pronto a vendicare. Chi non è dalla sua parte può anche morire, sportivamente parlando ovviamente.
Il sergente Conte ha tirato le redini della squadra nel momento di disattenzione, la lezione è più che chiara: nessuna distrazione, zero pensieri, nonostante le difficoltà, conta solo la vittoria.

Fatiche fisiche e mentali

Il primo tempo di Inter-Sampdoria è da incorniciare. Non sbagliamo praticamente nulla, facciamo gol e loro non tirano mai in porta. Il 3-4-1-2 sembra prendere forma ed Eriksen è finalmente nel vivo del gioco. Vedere il danese spadroneggiare tra il centrocampo e l’attacco è un sollievo, così come lo è vedere tornare al gol la nostra amata Lu-La. Al 45esimo sembra – complice anche l’orario “spagnolo” del posticipo- una partita già finita. Invece la Samp tira fuori i cosiddetti e ci mette anche in discreta difficoltà tra il gol di Thorsby e un agonismo mai visto nel primo tempo. Le infinite girandole di cambi assestano la situazione e torniamo in controllo, salvo soffrire negli ultimi minuti.

PAGELLE INTER SAMPDORIA 

Qui il mister se ne esce con la famosa frase, “È la vita!” atta a spronare la squadra a tenere duro. Se volevate un’idea di come Antonio Conte potesse uscire da un periodo così difficile e di quale lezione potesse impartire ai suoi ragazzi, eccovi serviti. Spendere troppe parole a volte è riduttivo, si perde il vero valore delle cose. Questo Antonio Conte lo sa bene e lo fa capire a tutti. La vita è dura, tocca non mostrare i segni della fatica per arrivare integri fino in fondo.

Per la gloria o per la memoria

Con l’agile successo della Juve a Bologna, un altro briciolo delle speranze interiste che rimangono se n’è andato. Dalla nostra parte possiamo contare su un calendario agevole per le prossime giornate: Sassuolo, Parma, Brescia e Bologna prima dell’insidiosissimo Verona. Forse proprio per questo motivo Conte sta tenendo alta l’asticella dell’attenzione da subito: perde punti in una di queste partite vorrebbe dire addio rincorsa e magari mettere in discussione anche il terzo posto, con l’Atalanta sempre pronta a stupire. Conte questo non lo riesce nemmeno a pensare: mai mollare, anche se le speranze sono vicine allo zero e i rivali prendono fiducia. Mai un passo indietro.
Non dovesse servire in una più che storica, miracolosa, rimonta l’insegnamento del mister deve fare breccia nei cuori e nelle menti dei nostri giocatori per il futuro. Abbiamo qualche infortunato tra i titolari? Non importa. Abbiamo delle voci che disturbano l’ambiente? Non devono neanche sfiorare le nostre menti. Siamo l’Inter e dobbiamo andare in campo per vincere. Sempre.

Conclusioni

L’Inter non vuole mollare e soprattutto nel primo tempo si vede: corsa, grinta, pressing, ma anche tanta qualità. Sarà questa l’Inter del futuro? Abbiamo visto di peggio…
La situazione generale è comunque governata da grande incertezza: ogni 2 giorni può succedere qualcosa che svolti la stagioni in un modo o nell’altro. Meglio per chi rincorre? Forse, ma la rimonta richiede un grande sforzo psicologico oltre che mentale. Con gli infortuni che tutte le squadre saranno presumibilmente costrette ad affrontare, le carte si mescoleranno ulteriormente e chissà che dal mezzo non esca un bel jolly nerazzurro. Come ha suggerito Eriksen: Inter-Scudetto, sì! 

COMMENTA SUL FORUM