Nulla è impossibile. La nuova era nerazzurra targata Antonio Conte parte da queste semplici ma pesanti parole; provare a colmare nel più breve tempo possibile il gap con Napoli e Juventus e riportare a Milano, dopo quasi dieci anni, vittorie e trofei.

La prima conferenza interista del tecnico leccese, svoltasi nella nuova sede, è stata lunga ed interessante e l’ex C.T. della Nazionale, aiutato dalla sapiente oratoria del direttore Beppe Marotta, ha descritto le linee guida del progetto.

Ambizione e senso di appartenenza

I valori fondamentali del nuovo corso nerazzurro, condivisi da tecnico e società, sono l’ambizione ed il senso di appartenenza.

Più volte nel corso della conferenza di presentazione l’ex allenatore del Chelsea ha infatti sottolineato l’importanza di non porsi limiti, rimarcando però al tempo stesso un sano realismo sportivo; vi sono senz’altro avversari più attrezzati e l’unico modo per colmare questo considerevole gap, nell’idea dell’allenatore, è lavorare più duramente dei rivali.

L’obiettivo di Conte, così come è emerso dalla prima intervista in nerazzurro, è di instaurare nei giocatori una nuova mentalità vincente, raggiungibile attraverso l’esaltazione del collettivo e del senso di appartenenza.

L’importanza del gruppo rispetto al singolo ha caratterizzato in passato il principale fondamento su cui costruire successi e vittorie e la coraggiosa scelta di escludere Icardi e Nainggolan, che si sono macchiati nel corso della stagione di comportamenti deplorevoli nei confronti della Beneamata e dei suoi tifosi, verte verso tale direzione.

Conte si pone fin da subito come il catalizzatore di questo cambiamento, indicando ai suoi giocatori la linea da seguire ed assumendosi le responsabilità che tale scelta comporta.

Le sue prime parole hanno ricordato, seppur con i dovuti paragoni, la conferenza stampa di presentazione di Josè Mourinho nel Giugno 2009; allora come oggi erano saltati all’occhio il carisma, il coraggio e l’integrità del tecnico portoghese.

Fatica, sofferenza e sudore

Insieme all’ambizione ed al senso di appartenenza, il tecnico leccese ha rimarcato l’importanza del lavoro sul campo e della fatica.

A partire dal ritiro di Lugano, Conte cercherà di instaurare nella testa dei giocatori questi importanti ed imprescindibili dogmi calcistici e umani. Nelle ultime stagioni infatti diversi giocatori interisti sono scesi in campo in maniera arrendevole, senza dare tutto per la gloriosa maglia nerazzurra; il principale scopo di Conte è far sì che ciò non accada più.

L’obiettivo di riportare l’Inter nella sua storia, cancellando le ultime ingloriose stagioni, può essere raggiunto, nell’opinione di Conte, solamente con determinazione e mentalità sportiva, valori che da tempo mancano ad Appiano Gentile.

Mercato, società e passato

Emerge fin da subito il rapporto di stima lavorativa che lega Conte e Marotta, le due figure di spicco della nuova era nerazzurra.

Nel corso della conferenza l’allenatore e l’amministratore delegato si sono alternati nelle risposte, ricercando tuttavia una linea comune condivisa. È stato lo stesso Conte a sottolineare l’importanza di mantenere un saldo rapporto fiduciario tra la squadra e la società, avvalendosi anche del recente ritorno in nerazzurro di Lele Oriali.

Le domande sul mercato, che sono state poste sia a Conte che a Marotta, hanno riguardato perlopiù Icardi, Nainggolan e Perisic. Se riguardo ai primi due la decisione pare ormai presa e condivisa da tutti, diverso pare essere il caso di Perisic. Conte non ha mai nascosto il proprio interesse per l’esterno croato, rendendo di conseguenza più probabile la permanenza del numero 44 in nerazzurro.

Non sono inoltre mancate le domande riguardo al passato del neo allenatore interista che con i colori bianconeri ha collezionato numerosi successi sul campo e in panchina. Conte ha identificato la Juventus come prima rivale sportiva, mostrandosi pronto ad affrontarla sul campo da avversario.

Nel complesso la conferenza di oggi ha evidenziato le linee guida del progetto sportivo di Conte, basato sulla ambizione e la totale assenza di limiti. La fame di vittoria e la mentalità vincente sono i fondamenti su cui costruire una stagione vincente. La consapevolezza condivisa è che mai come oggi l’Inter sia competitiva e pronta a vincere: con Conte in panchina niente è impossibile.