L’Italia si ferma e di conseguenza anche il calcio, fino al 3 aprile. Ieri sera il premier Conte ha esteso le restrizioni a tutta Italia, nel pomeriggio il Coni aveva già proclamato lo stop dello sport e oggi il Consiglio Federale non farà altro che prenderne atto.

“Oggi il consiglio federale straordinario voterà per la sospensione, ma stavolta il governo ha di fatto già deciso assumendosi tutte le sue responsabilità. Salteranno due giornate di campionato, il terzo weekend era già occupato dagli impegni per le amichevoli della Nazionale con Inghilterra e Germania, anche queste a fortissimo rischio. Per ora, si discuterà tenendo come rotta la scadenza del 3 aprile. Quindi immaginando di poter da allora ricominciare a giocare.

Altri scenari, compreso quello di non riuscire a portare a compimento la stagione, sono ancora tutti da studiare. Fra l’altro in ballo non c’è soltanto la scudetto, ma anche i meccanismi di retrocessione/promozione fra A e B, e la definizione dei posti per le coppe del prossimo anno. Una situazione che si intreccia inevitabilmente con lo scenario internazionale, sia per quanto riguarda le competizioni per club, sia per l’Europeo. Su cui, però, la Uefa per il momento non pensa al rinvio”, spiega Gazzetta.it.

“Nel decreto c’è invece il sostanziale via libera per gli impegni casalinghi delle italiane in Europa League e in Champions. «Restano consentite – dice il testo – esclusivamente le competizioni organizzate da organismi sportivi internazionali». Inter-Getafe di giovedì, Juve-Lione di martedì 17 e Roma-Siviglia del 19 dovrebbero svolgersi a porte chiuse. Naturalmente ogni giorno, quasi ogni ora che passa, costringe a riaggiornare tutte le decisioni. Ma ormai il problema da italiano sta diventando europeo e mondiale. Nessuno sa che cosa potrà succedere fra uno o due mesi. Per ora la Champions sta resistendo, dividendosi fra porte aperte (Lipsia-Tottenham e Liverpool-Atletico Madrid) e chiuse (Paris Sg-Borussia Dortmund e Valencia-Atalanta)”.

“Non è in discussione la possibilità per gli atleti «professionisti e non professionisti riconosciuti di interesse nazionale da Coni e federazioni» di proseguire gli allenamenti (il divieto varrà solo per le «competizioni»). Il discorso riguarda piuttosto lo norme sullo sport di base, dove le limitazioni sono diverse fra le regioni. «Serve un’indicazione precisa del governo — dice Paolo Barelli, il presidente della Federnuoto —. Siamo di fronte a un’emergenza. Se dovessero arrivare ordinanze più restrittive tutte le federazioni le rispetterebbero». E la prima è già di fatto arrivata con la chiusura delle palestre che, citata da Conte, varrà per tutta l’Italia“, chiude il quotidiano.

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