Intervenuto ai microfoni di Sky Sport, Hernan Crespo, ex centravanti dell’Inter, oggi tecnico del Defensa y Justicia, ha parlato di diversi temi, dall’emergenza Coronavirus all’esperienza in nerazzurro.

Come stai?
Sto bene, in quarantena come tutti: è il 20esimo giorno. Verrà prolungata, ma ci adattiamo: è il momento di pensare agli altri e meno a noi stessi. E’ dura, ma uno deve imparare a vivere con le proprie cicatrici: io sto lavorando come allenatore e provando a fare la mia gavetta per poi tornare in Europa e perché no in Italia. Quando uno segue la passione, sa che lo zaino è duro da trascinare. Niente è scontato, devi lavorare sodo per raggiungere i traguardi che ti aspetti.

Nel calcio di oggi c’è un calciatore che ti assomiglia?
Faccio fatica: sono cresciuto con l’etichetta di Maradona ai mancini, non voglio caricare nessuno. Ci sono centravanti che mi piacciono, lasciando Ronaldo e Messi: tra i terrestri dico Lewandowski, Suarez e Benzema anche. Io dico il polacco perché è più pulito concettualmente nel modo di giocare.

Chi scegli tra Ronaldo il Fenomeno e CR7?
Per quelli della nostra generazione Ronaldo era il Fenomeno. CR7 ha avuto la fortuna con Messi di incontrarsi e migliorarsi: Ronaldo non ha trovato nessuno forte per stimolarlo, era troppo forte. Era diverso, era straordinario per progressione e fantasia: non gli abbiamo dato lo stimolo per migliorarsi di più. Era inarrivabile, i modi con cui segnava e la bellezza dei gesti tecnici erano fantastici: Ronaldo ha un talento enorme, ma ha lavorato per arrivarci. Il Fenomeno aveva la fantasia.

Il tuo periodo migliore in Italia?
Io amo l’Italia, sto facendo la mia esperienza per poter tornare. Tutto quello che ho provato è talmente grande, che è difficile scegliere un momento. Non dico sia stato più facile al Milan o all’Inter rispetto alla Lazio, ma con grandi campioni ho cominciato a giocare in meno metri.

Puoi prendere uno tra Lautaro, Dybala e Icardi.
Dipende dal contesto e dagli altri dieci. Icardi lo conosciamo molto bene, così come Dybala: e stiamo conoscendo Lautaro. Fa parte della sua crescita. Nuovo Aguero? Sì, forse un po’ meno pulito nel dribbling, ma più uomo squadra: Aguero si disinteressa, Lautaro è sempre nel vivo del gioco. Può giocare da solo o con Lukaku: è un giocatore completo e ha una testa che mi piace molto”.

 

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