Da due anni Mauro Icardi è diventato oggetto di accese discussioni, in tv e soprattutto nel forum. Una parte dei tifosi ritiene il proprio capitano inadeguato al ruolo di centravanti di una squadra che punta a vincere qualcosa di importante, mentre la maggioranza vede in lui il perno su cui costruire la squadra ed affidare l’attacco per i prossimi 5 anni, a patto che le big europee non paghino la clausola di rescissione. Non sono mancati momenti in cui l’argentino è stato criticato dal suo allenatore (tutti si ricorderanno delle critiche di Mancini nel post Inter-Carpi) o frizioni con la società e la Curva Nord. Nel bene e nel male, tuttavia, Icardi non è solo il capitano dell’Inter, è anche il simbolo di questa squadra. Prendendo spunto dalle animate discussioni sulle qualità di Mauro Icardi, l’articolo di oggi analizzerà i dati del capitano dell’Inter tenendo conto anche del rendimento avuto nelle precedenti due stagioni.
Iniziamo dal computo dei goal: sotto questo punto di vista, il centravanti di Rosario si dimostra uno dei migliori bomber in circolazione, potendo contare sul proprio curriculum 77 reti e 20 assist in 131 presenze (solo in campionato) con la maglia nerazzurra, un risultato eccezionale se si tiene conto della media dei tiri a partita (3,2 lo scorso anno e 1,7 nella stagione 2015/2016). Dove si concentrano i suoi tiri? Prendendo in considerazione le medie degli ultimi campionati, degli 1,7 tiri a partita la maggior parte sono tiri dentro l’area di rigore (1,3), mentre quelle dei tiri dall’area piccola (0,2) e fuori area (0,2) non sono che una percentuale irrisoria. Nella stagione 2016/2017 ha confermato le percentuali, seppur con numeri maggiori (3,2 tiri a partita di cui 2,4 nell’area di rigore, 0,6 nell’area piccola e 0,2 fuori area).
Una delle critiche che gli viene mossa è la sua staticità in fase offensiva; parzialmente è vero. Non eccelle in quanto a dribbling per partita ( media dello 0,3 nel 2016/2017 e 0,4 due anni fa) e subisce pochi falli ( media di 1 a partita nello scorso campionato e 1,2 nella stagione 2015/2016) tuttavia non fa mancare il suo apporto con i passaggi chiave (non assist!): l’anno scorso la sua media era di 1,3 passaggi chiave a partita, mentre due anni fa era pari ad 1.
Cosa suggeriscono questi dati? Chi in questi anni si aspettava un miglioramento di Icardi in fase offensiva non è rimasto deluso. L’argentino ha ancora margini di miglioramento ma non dobbiamo aspettarceli nel dribbling o nello scatto; non ha le caratteristiche di Aguero o Neymar, è un centravanti d’area di rigore che migliora anno dopo anno, diventando sempre più completo.
In attesa che completi la sua maturazione, non può non sorgere una domanda: si può davvero considerare un problema il nostro miglior marcatore?
(fonte statistiche: www.whoscored.com)



