Maurizio Crosetti, sulle colonne de la Repubblica, ha commentato la sesta giornata di Serie A che ha visto l’Inter battere il Genoa

Tra vittorie sporche e sconfitte anche troppo pulite, Milano continua a non dirci chi sia davvero. L’Inter ha cuore e pazienza, però stava per inchiodarsi di nuovo: la salva, come a Crotone, una vocazione estrema. L’inzuccata di D’Ambrosio, un terzino, vale quanto i 90 metri di rincorsa del centravanti Icardi su Rosi, perché ognuno può diventare stopper di se stesso per la causa comune. Rincorsa con valenza non solo simbolica: si diventa squadra quando si cominciano a fare cose così. Ma quando diventa squadra il Milan? Nell’incrocio con Genova (Inter-Genoa e Samp-Milan quasi in contemporanea), i rossoneri le pigliano su tutti i fronti. In particolare sorprende la normalizzazione di Bonucci, in ritardo e sempre agitato, complice di buchi difensivi che divide generosamente con i compagni di reparto, per esempio Zapata (Cristián) che apre la strada a suo cugino Zapata (Duvàn). Parenti serpenti. Il sontuoso mercato milanista ha prodotto, per ora, solo una una massa di nomi che non fanno somma, alcuni non poco sovrastimati. Alla fine della sporca ultima meta dell’Inter, il romantico Spalletti ha baciato l’aitante D’Ambrosio: tale era il senso appassionato di quel gol. Così il primo allungo di Juve e Napoli non diventa fuga, e il merito è dell’ex granata che corre sulla fascia e che infine ci mette la testa. Certo, davanti all’Inter e alla Lazio di Ciro d’Italia, quarta (ancora due gol per Immobile, in totale fanno 8: davanti ha solo Dybala), bianconeri e azzurri giocano proprio un’altra partita […], scrive il giornalista.

(Fonte: la Repubblica, Maurizio Crosetti)

Redazione
Interfans.org è la community dei tifosi dell'Inter. Ogni giorno centinaia di neroazzurri si incontrato sul nostro forum e si informano sulle notizie neroazzurre