Poco meno di 4 mesi fa, l’Inter concludeva un campionato disastroso vincendo in casa contro l’Udinese per 5-2. Tra i saluti nel post partita non poteva passare inosservato quello di Ivan Perisic, il quale veniva considerato prossimo a trasferirsi al Manchester United. L’Inter, come veniva ricordato da tutti i media, era costretta a cedere un pezzo pregiato per motivi di bilancio entro il 30 giugno e proprio l’esterno era il maggior indiziato, data l’impossibilità di rinunciare a Mauro Icardi. L’arrivo di Luciano Spalletti fu importante, se non decisivo, ai fini della permanenza dell’esterno croato: insediatosi sulla panchina dell’Inter, una delle sue richieste fu il blocco del trasferimento di Perisic. Eppure, sia le prime dichiarazioni di Spalletti (“Non dobbiamo convincere nessuno, sono gli altri che devono convincerci che possono rimanere nell’Inter. Se qualcuno non ha il nostro entusiasmo, è bene che vada dove si sente più trascinato, più trasportato”) che quelle di Icardi durante il ritiro estivo (“Deve pensare solo a sé stesso: se non è felice di stare qui deve andare via come ha detto il mister, se invece è contento deve restare”) lasciavano intendere un suo desiderio di andare via ed una conseguente partenza imminente. Al contrario, l’Inter non ha ceduto alle offerte presentate dal Manchester, non intenzionata a spendere i 50 milioni chiesti per Perisic, il quale si sta rivelando una delle pedine fondamentali del gioco spallettiano.

I numeri registrati su WhoScored lo dimostrano: nelle 3 partite finora disputate, Perisic è sempre partito titolare, senza mai essere sostituito, fornendo 3 preziosi assist e segnando 2 goal. Non si limita a questo il suo contributo in attacco: con una media di 3,3 tiri a partita ed una percentuale dei passaggi riusciti del 78,9%, si conferma il secondo attaccante più pericoloso, in linea con le 2 stagioni precedenti, nelle quali ha totalizzato 20 reti (secondo solamente ad Icardi) e 20 assist.

Interessanti i dati sul suo contributo in fase difensiva: una media di 1,3 passaggi intercettati a partita, a cui si sommano quelle dei contrasti tentati (2,3 a partita) e vinti (0,7); numeri simili a quelli dei centrali Skriniar e Miranda, che lo rendono un vero e proprio difensore aggiunto per questa Inter e che impressionano se si tiene conto degli 11 km che percorre in ogni partita. Analizzando i dati delle scorse stagioni, inoltre, si nota subito una media simile dei tiri a partita (2.9 a partita nello scorso campionato, 2 nella stagione 2015/2016) e dei contrasti (0,7 a partita nella stagione 2015/2016, 1,3 nell’ultima stagione), numeri che confermano lo straordinario contributo del croato alla squadra.

Dopo i mal di pancia all’inizio del ritiro, dunque, Ivan Perisic è pronto a prendersi in mano l’Inter e trascinarla con i suoi goal e assist verso la conquista della qualificazione in Champions League. Le sue qualità di leader non potevano non essere apprezzate da Luciano Spalletti che vede in lui un possibile capitano; così, infatti, si è espresso il mister alla vigilia della gara contro la Spal: “Perisic può diventare un futuro capitano dell’Inter, anche se ne abbiamo anche altri, visto che ne serve più di uno: uno si mette la fascia, altri non la portano, ma hanno la stessa personalità per indicare la strada da percorrere”.

Mai come ora, dunque, risulta encomiabile lo sforzo fatto dalla società per trattenere Perisic, pronto a formare con Icardi una delle coppie più prolifiche in zona goal della serie A. La gara di sabato contro il Crotone sarà un ulteriore banco di prova per il croato, evanescente nell’ultimo e finora unico precedente in casa dei calabresi.

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.