L’Inter ha scelto Antonio Conte. Sarà lui a guidare la squadra nerazzurra dalla prossima stagione, l’ad Marotta lo ha voluto ed è riuscito a convincerlo ad accettare il progetto nerazzurro di Suning. Solo Conte, anche contro chi sponsorizzava il ritorno di Mourinho. Ecco, secondo La Gazzetta dello Sport i 10 motivi per cui Conte è stato scelto:
Conte è considerato un tecnico vincente, ovvio. Ma non solo. L’Inter è consapevole di essere un club ancora in fase di crescita, l’inseguimento alla Juventus non sarà risolto in pochi mesi. La squadra ha chiuso a 21 punti di distanza da un club andato in vacanza oltre un mese prima la fine del campionato. Ma Conte è reputato il tecnico ideale sia per la fase di avvicinamento ai bianconeri – dunque l’immediato – sia per quella successiva. Se poi i tempi si accorceranno, tanto meglio.
Alcune dinamiche di spogliatoio dell’ultima Inter non sono piaciute e indubbiamente hanno rappresentato un freno per le ambizioni della squadra nell’ultima stagione. E il riferimento non è solo al caso Icardi. L’Inter cercava una sterzata, un uomo in grado di rompere certi equilibri.
Conte ha vissuto spogliatoi con grandi campioni, sa dunque come rapportarsi a giocatori di spessore. Ma l’ex c.t. è anche allenatore in grado di aumentare il valore dei calciatori in organico, come dimostra anche la sua avventura in Nazionale, squadra con protagonisti non tutti di primissimo piano. E l’Inter che nel prossimo futuro avrà nel player trading la sua stella polare, non può non desiderare di avere un tecnico con queste caratteristiche.
Conte ha una prerogativa che l’Inter ritiene fondamentale: è lineare dal punto di vista comunicativo. Per dirla in altre parole, è «organico» al club, senza tentazioni di seguire percorsi alternativi e faticosi da gestire.
Inutile girarci intorno: l’Inter si gioca tanto, ma anche Marotta si gioca tanto. E con chi affrontare il viaggio, se non con un uomo di comprovata fiducia? Se non con un compagno di viaggio di cui conosci già tutto, pregi e difetti?
Non c’è stato bisogno di presentazioni alla famiglia Zhang. Riavvolgiamo il nastro: Conte è il tecnico che l’Inter ha inseguito anche due anni fa, subito prima di agganciare Spalletti. Allora il corteggiamento non era andato a buon fine. Ma era vero amore…
Conte è un allenatore di stampo internazionale. È riconosciuto all’estero, è stato protagonista al Chelsea e con l’Italia, è volto spendibile per un club molto attento a esportare il marchio.
L’inseguimento alla Juve è percorso complicato. Ma se c’è un uomo con le motivazioni giuste per prendersi qualche rivincita verso il club bianconero, questo è Conte. Anzi no, gli uomini sono due: Conte e Marotta.
Conte è pura elettricità, anche per come vive la partita in panchina. Non è banale: il tecnico sa come trascinare e moltiplicare le energie di un pubblico da 61.444 spettatori di media.
Il passato juventino di Conte? È uno stimolo, non un ostacolo. E con esso anche il precedente negativo di Marcello Lippi sulla panchina nerazzurra: il tecnico è all’Inter (anche) per cambiare la storia.
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