Spiderman

Empoli-Inter la si presentava come la partita trappola di questo turno infrasettimanale. Incastrata li, tra la partita del Milan e quella del Napoli, era sicuramente di vitale importanza per la banda di Inzaghi per evitare di perdere altri punti e per ritrovarsi dopo due partite non felici in campionato. Vittoria si chiedeva, vittoria è stata, nel segno della D. D di difesa, D di D’Ambrosio e di Di Marco: il sempre presente Spiderman e il ragazzo del vivaio.

Alla fine c’è sempre Spiderman

127 minuti giocati in stagione, su 900, (contando solo il campionato). Una miseria, ma il nostro Spiderman non si è mai permesso di “andare a battere cassa” e si è fatto trovare pronto quando Inzaghi ha deciso che toccava a lui. Danilo D’Ambrosio sarebbe l’esempio pressoché perfetto per i bambini, come il suo piccolo Leonardo, che si affacciano al mondo del calcio. Un inno alla gioia da innalzare ai cieli di tutti gli stadi d’Italia. Il numero 33 c’è sempre quando serve. Non mancherà mai all’appuntamento di gala e, molto spesso ci arriverà più pronto dell’invitato più atteso, (leggasi Lautaro Martinez).

Sullo 0-0, l’Empoli ha avuto una grossa chance. Handanovic ha battezzato male la situazione tuffandosi sulla sua destra, il tifo nerazzurro già sentiva il sapore amaro di un’altra serata spesa a rincorrere, come nel nostro Dna, ma sulla conclusione di Bairami è spuntato, da chissà dove, il piede di D’Ambrosio che ha salvato un gol già fatto. Non contento, al 34′, si è lanciato come fosse un terzino di spinta, ha chiesto l’uno-due ad un Alexis Sanchez ispirato e ha concluso con un colpo di testa preciso valso l’1-0 e qualche colpo di ragnatela. Poco chiamato in causa nella ripresa, di D’Ambro rimane quel suo essere presente sempre al momento giusto, prerogativa che fa piacere a molti. Inzaghi sa che nel caso, Spiderman c’è a tessere qualche ragnatela per salvare la propria porta e per togliersi la soddisfazione di un gol.

Ivan ha le spalle coperte….

Ivan Perisic stasera ha riposato. Non è entrato in campo e può mettere, con calma, nel mirino il lunch match di domenica, quando a S.Siro arriverà l’Udinese. Chissà però che il mirino non si sposti più in là, verso la Moldavia, e che domenica a San Siro non giochi nuovamente Federico Di Marco, l’esterno che sta prendendo il vizio del gol.

Già due gol in campionato e, soprattutto, una piccola rivincita presa nei confronti di chi ha osato parlarne male dopo Inter-Atalanta. Federico sta diventando sempre più esterno totale. Se in fase di spinta e di calci piazzati era già ben impostato, sta diventando grande anche in una fase, quella difensiva, in cui può ancora migliorare tanto. Dalla sua l’italiano ha l’età giovane che gli permette di crescere ancora e di poter continuare ad imparare e, perchè no, a rubare i trucchi del mestiere da Ivan Perisic uno che stasera ha riposato e che deve ancora capire dove posizionare il mirino tra il lunch match e una Moldavia da non ritorno.

C’è spazio per tutti?

Empoli-Inter è stata anche la partita di chi ha giocato poco e non sempre riesce ad incidere. E’stata la partita del compito utile di Gagliardini, che colleziona anche un palo ed un gol annullato, è stata la partita degli sprazzi di Sanchez e Sensi che si sono resi utili alla causa. E’stata la partita utile di Vecino che ha messo minuti nelle gambe e che in futuro potrà dire la sua per tornare a riprenderla come fatto in passato.

Empoli-Inter è stata, un po’meno, la partita del duo argentino Lautaro e Correa. Il primo, ad onor del vero, è entrato nel gol di Di Marco e si è dovuto arrendere ad un sontuoso Vicario ma l’assenza del gol sembra non giovarne le prestazioni nell’arco della gara. Correa invece ha avuto 18 minuti più recupero per provare a lasciare il segno. Ha evidenziato ancora una volta come sia lontano dal Correa ammirato in biancoceleste. C’è tempo anche per lui come c’è tempo per tutti

Nel frattempo l’Inter si gode la D di D’Ambrosio, di Di Marco e di difesa e soprattutto torna da Empoli, finalmente, con la porta inviolata: terza volta quest’anno dopo Genoa e Shakthar. Occorre migliorare.