E fu così che arrivò il goal di D’Ambrosio. Un’incursione al minuto 77, nel momento più difficile della partita per i nerazzurri, quando sembrava che il secondo goal della Fiorentina fosse una questione di tempo. Un’incursione che ha sbalordito tutti i tifosi interisti, che si aspettavano qualcosa di simile da un terzino offensivo come il rimpianto Cancelo o, meglio ancora, il Maicon del Triplete. A dire il vero, i tifosi hanno tutto il diritto di essere sbalorditi: l’inserimento non è una delle doti di D’Ambrosio. Un frutto del caso, dunque, il suo goal? Ad essere onesti sì. Non sarebbe corretto sostenere il contrario e far passare l’idea di un D’Ambrosio terzino di spinta, che assicura qualche goal a stagione ed è sempre una spina nel fianco per gli avversari. Questo non sarebbe capace di pensarlo nemmeno il più sfegatato degli interisti.

SEGUI LA NOSTRA PAGINA FACEBOOK

Jolly difensivo

È corretto, però, ricordare che D’Ambrosio ha saputo sempre ritagliarsi un suo spazio con tutti gli allenatori. È vero, la concorrenza era rappresentata da Santon, Nagatomo e Jonathan (non dei fenomeni, per rimanere diplomatici) ed un Cancelo ancora acerbo tatticamente per il calcio italiano. Tuttavia lo abbiamo visto ovunque in difesa: non solo terzino destro ma anche sulla sinistra e finanche come centrale difensivo. In quest’ultimo ruolo fu Mancini ad adattarlo: il suo “esordio” fu la non brillantissima (per usare un eufemismo) partita contro la Juventus, terminata 2-0 per i bianconeri con il loro primo goal nato da un regalo generoso proprio di D’Ambrosio. Poi due partite contro Chievo e Genoa nella fallimentare stagione 2016/2017. Lo scorso anno lo si può definire come l’anno in cui gli interisti hanno scoperto D’Ambrosio centrale difensivo: sebbene in vari siti la sua posizione venga segnalata come “terzino sinistro”, in realtà con il modulo fluido utilizzato da Spalletti nella seconda parte del campionato accentrava la sua posizione per formare una difesa a 3 con Skriniar e Miranda quando la squadra era in fase offensiva. Idem quest’anno, dove rimane in posizione arretrata quando è Asamoah a spingere sull’altra fascia. Come terzino sinistro, invece, non lo possiamo definire una scoperta dell’Inter. Già ai tempi di Torino, con Giampiero Ventura allenatore, D’Ambrosio era solito giocare sulla sinistra (25 partite, il triplo rispetto a quelle giocate da terzino destro in una difesa a quattro) e persino come esterno in un centrocampo a cinque. Paradossalmente, ha trovato continuità nel suo ruolo naturale soltanto in maglia nerazzurra.

SEGUI LA NOSTRA PAGINA INSTAGRAM

Non il migliore ma sempre utile

Il fatto che non sia quel terzino di spinta che vorrebbero gli interisti gli ha in un certo senso precluso le simpatie di una larga fetta di tifosi, ancora in attesa dell’erede di Maicon (sono 6 anni che lo attendono) e che ogni anno sperano che qualcuno gli tolga il posto da titolare. Va elogiata la sua caparbietà e la sua assoluta professionalità: mai una parola fuori luogo nei momenti in cui è stato relegato in panchina, si è sempre dato da fare per conquistarsi un posto da titolare, segnando qualche goal pesante come quello di ieri sera. In totale 11 reti e 11 assist in 145 partite in nerazzurro; un bottino niente male per uno dei giocatori più criticati dai tifosi e che dovrebbe essere una riserva. Ma il calcio, si sa, non sempre premia i più meritevoli. 

COMMENTA SUL NOSTRO FORUM