Sincero e schietto. Rodrigo De Paul, 25enne centrocampista argentino dell’Udinese, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport. Tra i temi trattati non poteva che esserci l’Inter, che da tempo lo segue: Antonio Conte lo ha, infatti, inserito nella lista dei nomi graditi per rinforzare il centrocampo nerazzurro nel prossimo mercato di gennaio. E lui non si è tirato indietro – pur esprimendo il suo ringraziamento nei confronti dell’Udinese – nel rispondere alle domande sul possibile futuro all’ombra della Madonnina.

“Gratitudine, l’Udinese mi ha regalato un sogno italiano e mi ha responsabilizzato con una maglia che pesa tantissimo. Detto questo, stai parlando di un allenatore, Conte, per me tra i primi tre al mondo. Gli altri due? Guardiola e Sarri, ma non chiedermi l’ordine, non lo farei”.

Il posto in cui giocare per rendere al meglio?
“A due o a tre, rigorosamente mezzala. Con l’Argentina funziona a due, accanto a me Paredes. Con l’Udinese a tre, ma sono dettagli. Chi mi prende sa che tipo di ragazzo sono e la disponibilità che offro”.

Trequartista o esterno?
“Mezzala. Tutti gli altri ruoli ci stanno, si può provare, ma mi vedo soltanto in una posizione”.

Riavvolgiamo mezzo nastro. Gennaio 2019: nasce Francesca e l’Udinese raggiunge un’intesa di massima con l’Inter per l’estate successiva.
“Questo non lo so. Si è parlato e si parla molto di me: Napoli, Fiorentina, Milan, Inter. A gennaio scorso forse c’erano stati sondaggi approfonditi, poi evidentemente sono cambiate diverse cose”.

L’Inter ha salutato presto Spalletti che aveva dato il via libera al tuo acquisto.
“Ripeto, questo non lo so. Se mi chiedi di Conte posso dirti che ha messo un’impronta pazzesca e fulminea sull’Inter, è cattivo, ti responsabilizza come se ti conoscesse da anni. Uno dei primi tre al mondo, appunto. E basta quello che mi dice Lautaro…”.

E cosa dice Lautaro?
(Primo sorriso, ndi). “E’ felice, sta bene all’Inter, si sente al centro del mondo nerazzurro, ha trovato un allenatore che gli ha trasmesso fiducia totale. E si vede”.

La clausola?
“Non ha senso quando un calciatore sta ottenendo la piena dimensione nel club dove si trova. Raggiungeranno un’intesa, ma non è un problema mio. Lautaro me lo ricordo quando era al Racing e stava per spiccare il volo. Lui era nelle giovanili, si vedeva che…”.

La qualità?
“Certo, i colpi, il talento. Si capiva che sarebbe decollato”.

Il duello Juve-Inter durerà fino alla fine?
“Ne sono convinto, sarà punto a punto, non più grandi distanze com’è accaduto negli ultimi anni”.

Chi la spunterà?
“Non lo so, davvero”.

Milito dal Racing all’Inter, via Genoa. Lautaro Martinez dal Racing all’Inter. Conosci i proverbi italiani?
(Secondo sorriso, ndi). “Chiaramente non ti svelerò cosa ci diciamo con Diego, sono abituato ai suoi consigli. Abbiamo giocato insieme per qualche mese, un onore, prima che lui smettesse. Quindi, il rapporto è rimasto. Esattamente, come dovresti sapere, che il vice allenatore della mia Nazionale è Walter Samuel, il muro. E il Meazza, dopo la Dacia Arena, è lo stadio che mi regala emozioni fortissime. Ho letto che vorrebbero abbatterlo per costruire uno nuovo, ma come si può?”.

Il Meazza dolce e salato
“Dolce per il gol su rigore nel famoso 3-1 dell’Udinese nel 2017, sconfitta sorprendente dell’era Spalletti. Salato perché nella gara di andata di tre mesi fa, ha fatto una sciocchezza con quella manata a Candreva. Sono stato espulso e la mia squadra ha pagato a caro prezzo. Una sciocchezza, ripeto: certe cose ti servono per crescere”.

E 40 milioni per De Paul?
“Se valgo tutti quei soldi, lo dite voi giornalisti. E non mi sembra un discorso fondamentale”.

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