Non diciamolo troppo forte, ma sulla porta nerazzurra si sta formando qualche ragnatela.

Gli ultimi gol subiti dall’Inter in Serie A risalgono al 17 febbraio contro il Genoa e curiosamente sono firmati da due dei protagonisti dell’ultimo momento veramente felice dell’Inter in Champions League, più di sette anni fa, all’Allianz Arena: un’autorete di Ranocchia e un gol di Goran Pandev al 59′. Alla sciagurata partita di Marassi sono seguiti cinque clean sheet: in casa contro Benevento (2-0) e Napoli (0-0), di nuovo a Marassi contro la Sampdoria (0-5), poi Verona (3-0) e infine nel derby in casa Milan (0-0) per un totale di 481 minuti, che salgono a 504 se si calcolano i minuti di recupero, numeri superiori persino all’Inter di Mourinho: per una serie così bisogna tornare a cavallo tra le stagioni 2004-05 e 2005-06 con sei partite e venti minuti di porta inviolata (560′ senza contare i recuperi) interrotti da un gol di Corini a Palermo.

Pochi tiri concessi

Molto significativi sono anche i dati relativi ai tiri nello specchio concessi dall’Inter in queste ultime sei partite: 2 contro il Genoa, 1 contro il Benevento, 2 contro Napoli e Sampdoria, 1 contro il Verona e 3 contro il Milan, per un impressionante totale di 11 tiri in porta subiti in 6 partite, in media meno di 2 a partita. Questo per dire che Handanovic non ha nemmeno dovuto fare gli straordinari per ottenere questa sequenza: forse l’intervento sul colpo di testa di Bonucci nel derby è stato il più difficile. Ovviamente va considerato anche un contributo del fattore C.: il palo di Zapata avrebbe potuto interrompere la sequenza, ma con i se e con i ma non si fa la storia.

L’ultimo dato statistico che riportiamo è la percentuale di contrasti vinti dalla difesa, in costante aumento: dal 62% contro il Genoa, si è cresciuti fino al 77% del derby.

Quali sono le ragioni della crescita della performance difensiva?

Il solo rientro di Miranda non basta a spiegare il risultato (va detto, a onore del vero, che nei primi 125 minuti della serie ha giocato Ranocchia). Mettiamo comunque al primo posto la costanza di rendimento dei due centrali titolari, con una menzione particolare per Skriniar. Handanovic ha fatto sempre il suo, e in qualche occasione, anche qualcosa di più. Ma veniamo agli aspetti meno scontati. Sicuramente ha aiutato molto la costanza della formazione titolare che è rimasta sempre la stessa nelle ultime quattro partite, con due sottolineature: la copertura offerta da Gagliardini e la sicurezza generale regalata alla squadra dalla regia bassa di un Brozovic ritrovato (noi ci avevamo sempre creduto).

Terzini che spingono e garantiscono copertura

Ma gran parte del merito va anche all’efficacia dei terzini: D’Ambrosio in particolare, protagonista di alcune chiusure fondamentali (mentre Cancelo si è fatto apprezzare soprattutto in fase di spinta). E non va dimenticato il buon supporto dato alla difesa dagli esterni alti, in particolare da un particolarmente attivo Ivan Perisic, molto abile soprattutto nei recuperi e nella difesa dei calci piazzati. In questo scenario figurano quasi come ciliegina sulla torta i quattro gol, alcuni dei quali decisivi, offerti da Milan Skriniar (che è con Bastos e Koulibaly il difensore-goleador della serie A) a cui si sommano quelli di D’Ambrosio e Ranocchia.

Sarebbe sbagliato bearsi troppo di questi numeri, ma non è fuori luogo considerarli un buon supporto alla sensazione di essere sulla strada giusta.

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