Quello che doveva essere il colpo di grazia al Milan di Fonseca, il messaggio al campionato (e ai cugini) e soprattutto l’ennesima riconferma di superiorità sui veri colori di Milano, si è rivelata una Caporetto, in tutto e per tutto.
Primo tempo caotico
Nonostante l’erroraccio di Mkhitaryan e lo scatto bruciante di Pulisic, la squadra ci ha messo poco a ricomporsi e far vedere sprazzi dell’inter a cui siamo -o eravamo- abituati; la stessa Inter che con non troppe difficoltà riesce a rimettere in parità il risultato con Dimarco, il cui gol dà il via all’assedio nerazzurro che si protrae fino al duplice fischio. Poche idee, confuse ma in qualche modo efficaci, certamente non all’altezza del derby di Milano.
Una sola squadra in campo alla ripresa
Ammettiamolo: tutti eravamo speranzosi durante la pausa tra i due tempi; l’Inter dell’inizio partita ci aveva spaventati, ma la crescente forma ed organizzazione che ci stavano mostrando i ragazzi sembravano portarci a quello che fino ad oggi era il solito epilogo della stracittadina. Purtroppo per noi, però, l’altra squadra in campo ha onorato l’importanza del derby molto più di noi ed è partita fortissima, facendo subito mettere l’anima in pace ai più pessimisti. Inter sempre meno presente, “ammazzata” definitivamente dai 5 cambi del mister, dei quali si fatica a trovar senso di uno solo di essi. Se è vero che “squadra che vince non si cambia”, dovrebbe valere l’opposto per il centrocampo deludente di Monza, no? Tra gli 11 in campo prima dei cambi, Dumfries e Dimarco erano senza dubbio quelli più in palla, perché cambiare proprio l’olandese? Dimarco ha iniziato a camminare, esausto, perché tenerlo in campo buttando dentro Carlos Augusto per Bastoni?
Regalare vittorie ai cugini sta diventando un’abitudine
Riprendiamoci dalla “sbronza” della seconda stella, tutti! Mister, giocatori e anche noi tifosi. L’atteggiamento di incredibile superiorità e di sufficienza verso gli avversari non ha mai portato da nessuna parte nel calcio e, cosa più importante, non c’entra nulla con i nostri colori. Cosa c’è, adesso abbiamo la pancia piena per uno scudetto? Regalare gioie al Milan sta diventando una (cattivissima) abitudine da estirpare subito. Nella partita di questa sera sono ritornati gli spettri di quello scudetto sanguinoso perso a Bologna, della stagione imbarazzante con 12 sconfitte del 2022/23. Sì siamo forti, siamo bellissimi, ma non siamo imbattibili. Sì una scivolata (Genova) può capitare, due (Monza) possono essere imputabili al turnover, ma questa non ha nessuna attenuante. Ci sarà tanto da fare per restare ai livelli faticosamente raggiunti, sperando che la “pancia piena” non ci porti a sopravvalutare altre avversarie…