In questi giorni l’attenzione mediatica, come era prevedibile, si è spostata interamente sul possibile arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Gli elogi fatti dalla stampa all’Inter per i tempestivi acquisti di Asamoah, De Vrij, Martinez e Nainggolan sono già passati in secondo piano, quasi come se i nerazzurri avessero comprato delle riserve destinate a far panchina per l’intera stagione mentre la realtà dice che tre di essi sono tra i migliori della serie A ed uno tra i più giovani talenti emergenti. Il mercato dell’Inter, tra l’altro, non finisce qui: una settimana fa è stato ufficializzato Politano ed ora si cerca di completare il prima possibile la rosa con gli acquisti di un terzino destro, un’ala destra ed un mediano di spessore. Non bisogna illudersi, però, perché rinforzare pesantemente questa squadra significa cedere uno o due dei titolari dell’Inter vista nel girone di ritorno nello scorso campionato.

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Sacrifici necessari

Al di là degli addii di Cancelo e Rafinha (quest’ultimo forse potrebbe tornare), giocatori come Vecino e Candreva rischiano di essere sacrificati sia per via delle liste Uefa (ne abbiamo già discusso qui), sia perché vi sarebbe abbondanza di giocatori a centrocampo e sulle fasce qualora Ausilio riuscisse a chiudere le trattative per Malcom e Dembele: 5 ali per due ruoli e 5 centrali di centrocampo per 2 posti, con Nainggolan che all’occorrenza potrebbe ricoprire il ruolo di mediano davanti alla difesa, sono un lusso che l’Inter non può ancora permettersi. Inoltre, sia il mediano che l’esterno intendono giustamente giocarsi le proprie carte per poter avere un posto da titolare; una possibilità che all’Inter si vedrebbero preclusa in caso di rinforzi nei loro ruoli. In breve, la base su cui Spalletti intende contare per il prossimo anno sarà quella composta da Handanovic, Skriniar, Icardi, Brozovic e Perisic, a cui si aggiungono i rinforzi estivi.

2 incedibili

Proprio sui due croati (qualificati alle semifinali in Russia) è stato messo un veto alla loro cessione da parte dell’allenatore interista: Brozovic è fondamentale nel ruolo di regista arretrato e garantisce anche corsa ed interdizione in una zona delicata dove quello che è il suo sostituto, Borja Valero, non può certo garantire per motivi anagrafici. Considerata anche la penuria di veri talenti ed il proliferare di presunti fenomeni che si sciolgono come neve al sole quando giunge il momento del bisogno, è naturale che il tecnico di Certaldo preferisca tenersi Brozovic, con tutti i difetti che può avere. Idem per quanto riguarda Perisic, secondo miglior marcatore dell’Inter da 3 anni e che raggiunge sempre la quota di 12 goal a campionato; nonostante ci siano momenti della stagione in cui è davvero irritante per la sua opacità in campo, l’esterno croato rimane un tassello importante della rosa per il suo contributo in fase offensiva, dove l’Inter in questi anni ha avuto parecchi problemi. La differenza rispetto allo scorso anno sta nel fatto che le alternative non mancano, pur non essendo qualitativamente validi come l’ex Wolfsburg. Una novità potrebbe essere l’inserimento in prima squadra di Xian Emmers; il centrocampista svizzero piace molto a Spalletti, il quale lo vorrebbe inserire come quinto mediano da inserire a partita in corso, quando la situazione sarà tranquilla (fattore su cui sarebbe opportuno migliorare). Tramonterebbe così il suo passaggio al Genoa. Verrebbe da chiedersi, tuttavia, se ne valga la pena e non sia il caso di cederlo per farlo maturare, onde evitare un nuovo “caso” Pinamonti, attaccante di grandi prospettive che non ha mai visto il campo se non in una partita di coppa Italia.

Brozovic mette a segno il rigore in Croazia-Russia

Rialzare la cresta

E’ un bene che ci siano dei giocatori incedibili: dopo una buona annata, nella quale è stata raggiunta la qualificazione in Champions League, l’Inter ha bisogno di un blocco valido ed intoccabile attorno al quale si deve costruire la squadra. Il fatto che vengano ceduti o panchinati elementi importanti nella scorsa stagione non deve trarre in inganno: l’obiettivo della società, il prossimo anno, non sarà più quello di raggiungere il quarto posto. La qualificazione in Champions è essenziale, vero, ma il prossimo anno l’Inter dovrà puntare più in alto, verso il terzo o il secondo posto, fare bene in Europa e, magari, tornare a vincere quella coppa Italia che manca nell’albo interista dal giugno 2011, ultima data di un trofeo vinto dall’Inter. Sarebbe anche ora di contrastare l’egemonia della Juventus in Italia, no? A prescindere da chi arriverà in bianconero nelle prossime settimane.

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