Interisti, ecco finalmente un Natale sereno calcisticamente parlando. Nessuno più di noi lo meritava, per l’enorme passione che riversiamo sulla nostra fede. La felice novità è però che stavolta anche gli interpreti che hanno animato questi 5 mesi stagionali meritano di riposare e di godere del loro duro lavoro. I giocatori – capaci di chiudere il 2019 appaiati in testa con la Juventus – così come Conte e il suo staff, che stanno facendo di tutto per mantenere in vita un sogno. 42 punti dopo 17 giornate erano stati raggiunti soltanto negli ultimi due anni del primo Mancini e nella stagione d’esordio di Mourinho. Basta questa statistica per rendere merito al lavoro di Antonio Conte che, tuttavia, a differenza dei due predecessori, si trova a duellare con un’avversaria che non molla un colpo e con la quale sta dando vita, finora, ad una straordinaria volata. Il tecnico leccese appare sempre più entusiasta dello spirito, della determinazione e dell’abnegazione dei suoi ragazzi, dicendosi felicissimo di “andare a lavorare alla Pinetina”. Così come lo spogliatoio sembra legatissimo al suo allenatore e non solo: la coesione è totale, è collettiva. E ieri se n’è avuta l’ennesima dimostrazione.

PAGELLE INTER GENOA

UOMO SQUADRA – Il gesto di Romelu Lukaku di lasciare la battuta del rigore del 3-0 a Sebastiano Esposito non fa che rendere ulteriormente onore al belga e alla sua capacità di essere uomo squadra. Il 17enne aveva addosso tutta la pressione e l’emozione di un esordio da titolare in Serie A e c’era bisogno del supporto del suo compagno di reparto che però, in questo caso, ha saputo vestire i panni del fratello maggiore. In molti casi Lukaku ha cercato Esposito, cercando di fornirgli l’assist decisivo, ed è arrivato – come detto – anche a lasciargli il calcio di rigore, gesto assolutamente non banale e non scontato, specie se consideriamo le recenti critiche rivolte allo stesso belga per alcuni gol sbagliati. A volte, però, situazioni simili valgono molto più di un gol. Testimoniano un enorme spessore umano e permettono ad una madre e ad un’intera famiglia di piangere dalla gioia insieme a suo figlio e di ricordare certe emozioni per tutta la vita. E diventa ancora più bello se, dopo tutto questo, Lukaku impreziosisce ulteriormente la sua prestazione con un gol straordinario. Solo applausi per Romelu.

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MIRACOLI – Il felice Natale a tinte nerazzurre non è dovuto semplicemente a questa vittoria per 4-0 contro un modesto Genoa, bensì al clima sereno e unito che si respira. Chiunque avrebbe firmato per terminare il 2019 a pari punti con la Juventus, specie se consideriamo un gap tecnico ancora enorme accentuato ulteriormente da una serie infinita di infortuni pesantissima occorsa agli uomini di Conte da inizio ottobre in poi. L’Inter è riuscita a tenere botta e non crollare. Ma guai a rilassarsi, come ha fatto presente il tecnico: “Già altre volte è capitato di essere in testa a questo punto e poi all’ultima giornata ci si è giocati la qualificazione in Champions League”. Conte ha capito fin troppo bene che questa squadra non può permettersi di mollare, deve essere concentrata in maniera quasi costante sul lavoro. Concetto sul quale ha scherzato su, dicendo che durante le feste i suoi giocatori dovranno “trovare un po’ di tempo anche per me”. Il mister è finora ampiamente promosso. Ma ci sono tante altre note positive: giovani in rampa di lancio come Bastoni e lo stesso EspositoLautaro che è sempre più simile ad un fuoriclasse. Di Lukaku si è detto ampiamente (è già a 14 gol stagionali). Quello che colpisce, inoltre, è l’enorme disponibilità di alcuni elementi chiamati in causa molto raramente, come Borja Valero, che ha risposto presente, perché il fiato è poco ma la classe non invecchia. Il clima è estremamente positivo, a testimoniare che a volte è necessario privarsi di giocatori dalle doti tecniche indiscutibili ma poco adatti ad un determinato spogliatoio che solo con certi valori può aspirare a lottare per obiettivi a prima vista irraggiungibili. Il desiderio dell’Inter, per il 2020, deve essere quello di “continuare a stupire” (Conte dixit). Solo così si può credere anche ai miracoli.

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24 anni, laureato in "Scienze della Comunicazione" presso l'Università della Calabria. L'Interismo è qualcosa che scorre dentro senza freni, in maniera totalmente irrazionale. Condividere questo sentimento è magnifico, scrivere di Inter ancora di più.