Doveva essere una serata di festa, un’occasione per le seconde linee di mettersi in mostra e mettere in difficoltà Spalletti in vista dei prossimi match. Invece ieri sera è tornata la pazza Inter, la quale di fronte a circa 26 mila tifosi, ha deluso le aspettative sottovalutando l’avversario e rischiando la beffa contro un modesto Pordenone. Mentre i friulani provavano a sorprendere i nerazzurri con il contropiede, le riserve schierate da Spalletti hanno fatto fatica a costruire occasioni da goal e quelle poche create non sono state sfruttate e solo la lotteria dei calci di rigore, affrontati con il timore di perdere, ha premiato i nerazzurri.

A deludere maggiormente è stato Dalbert: per il terzino sinistro ex Nizza doveva essere la gara del rilancio per scavalcare Santon e Nagatomo nelle gerarchie. Dopo questa partita, il brasiliano faticherà parecchio per trovare spazio in campo. Insicuro in fase difensiva, quasi assente in attacco se non per un tiro nel primo tempo, non può che sorgere spontanea una considerazione: dopo Maxwell e Chivu, l’Inter ha acquistato sulla fascia sinistra Nagatomo, Pereira, Santon, Alex Telles ed infine Dalbert per una spesa complessiva di circa 40 milioni di euro. Sono passati 7 anni ed il titolare rimane Nagatomo (ultimamente anche Santon), mentre la società ha dilapidato un somma considerevole. Non è da escludere un ennesimo acquisto a giugno sulla fascia sinistra. La società non può che riflettere su questo.

Un altro giocatore ad essere atteso era Cancelo la cui prestazione, invece, non la si può definire totalmente negativa ma vanno giudicate separatamente le due fasi. Guardando la fase difensiva, è chiaro perché Spalletti lo consideri come un vice Candreva e non un concorrente di D’Ambrosio: l’avversario era il Pordenone ma l’incuria della fase difensiva da parte del portoghese non è ammissibile in una società in serie A, a maggior ragione se la suddetta società è l’Inter. Meglio in fase offensiva, fatta eccezione per i cross, i quali non sembrano rientrare nel repertorio dell’ex Valencia. Così come con Dalbert, non si può che constatare amaramente che dopo l’addio di Maicon, sulla destra i nostri terzini sono stati Jonathan, Wallace, D’Ambrosio ed infine Cancelo. La differenza è che l’esborso in questo caso è stato minimo (nemmeno 10 milioni di euro). Tuttavia dopo 5 anni non abbiamo un terzino destro in grado di interpretare bene le due fasi.

Questa giornata verrà ricordata anche per l’esordio dal primo minuto di Andrea Pinamonti, giovane promessa della Primavera. Data la caratura dell’avversario e la presenza di Eder come partner d’attacco, ci si aspettava una maggiore incisività sull’economia della partita. Non voglio crocifiggere il ragazzo, ma è chiaro che per maturare deve quantomeno giocare come titolare in Lega Pro e fare gavetta in serie B e poi in A. Avere Mauro Icardi davanti toglie qualsiasi opportunità di mettersi in mostra.

Si è dimostrato il migliore, tra le seconde linee, Yann Karamoh. E’ ancora acerbo, soprattutto nella fase difensiva ( a tratti molto ingenuo) ma in attacco ha mostrato spunti interessanti con le sue accelerazioni. L’emozione lo ha sicuramente tradito nelle tre volte in cui si è trovato a tu per tu con il portiere avversario ma è stato uno delle poche riserve a salvarsi in questa serata deludente.

Nel complesso, questa partita è stata un’altra dimostrazione che

  • l’Inter ha un 11 titolare efficace ma non una panchina all’altezza. Fatta eccezione per 3-4 giocatori, gli altri giocatori non offrono garanzie tecniche se non in un contesto ben organizzato, fattore che sconsiglia l’utilizzo di un massiccio turnover.
  • senza il trio Perisic-Icardi-Candreva in attacco, la squadra è  praticamente sterile dal punto di vista realizzativo: oggi, in campo, vi erano 11 giocatori che hanno portato finora 5 goal, di cui 3 da parte di un difensore titolare (Skriniar).

Esorcizzato il timore di una clamorosa eliminazione per mano di una squadra di Lega Pro (nonché la prima sconfitta stagionale), l’Inter deve focalizzarsi sul prossimo match contro l’Udinese, senza farsi condizionare negativamente dalla figuraccia in coppa Italia. Perché la prestazione di ieri sera non è stata che la conseguenza dell’aver sottovalutato l’impegno che ha poi portato all’ansia di segnare negli ultimi minuti. Concludo complimentandomi con il Pordenone per essere venuto a San Siro per affrontare la capolista senza alcun timore reverenziale ma anzi giocando a viso aperto e sfiorando l’impresa che sarebbe stata meritata. Come qualsiasi squadra dovrebbe fare.

Laureato in lingue per la mediazione linguistica, amante di storia e letteratura cinese. Interista grazie a mio padre, sogno di vedere un'Inter leggendaria come quella di Mourinho.