Istruzioni per l’uso, leggi e ripeti: Inter is coming, Inter is coming, Inter is coming.
Un ritornello che – se ripetuto come un mantra – riuscirà a tener buono anche il più scettico degli scettici.
Inter is coming, Inter is coming, Inter is coming.
Facciamo un breve passo indietro.
L’ingresso in società di Suning, colosso cinese, che rileva la quota di maggioranza dell’Inter – fino a quel momento in mano a mr. Thohir – ha il merito di restituire la giusta fiducia ai tifosi interisti, perchè: “Ok, la stagione è andata a farsi benedire, ma il prossimo mercato saremo noi i padroni e ci divertiremo”
Archiviata, appunto, la stagione, l’Inter si tuffa sul mercato. I tanto attesi “botti” ci sono, ma riguardano il settore giovanile.
PREMESSA
Investire sul settore giovanile lo ritengo importantissimo, soprattutto per un fattore economico: un calciatore giovane difficilmente potrà deprezzarsi, il suo valore sarà di sicuro un crescendo. Gli innesti dell’Inter, a livello giovanile, sono – almeno sulla carta – investimenti importanti e certamente daranno i frutti sperati.
FINE DELLA PREMESSSA, ANDIAMO AVANTI.
Dicevamo dei “botti di mercato”.
Questi sono arrivati, vero, a livello giovanile. Con queste premesse è lecito ipotizzare un qualunque tifoso – occhi a cuoricino d’ordinanza attivati – sognare se non in grande, facciamo almeno in medio (tendente al grande).
Che non sarebbe mai e poi mai arrivato Messi lo sapevamo tutti, ogni tanto ce la siamo raccontata, ma che fosse più probabile vedere il sottoscritto scendere in campo al Meazza e non l’argentino, lo potevamo “sospettare”.
Che difficilmente sarebbe stato James, a questo punto, lo potevamo anche immaginare.
Che la speranza di vedere Di Maria in nerazzurro, per quanto remota, continuiamola a cullare, ma personalmente sono molto scettico.
Che – invece – l’arrivo di Borja Valero, a 5 milioni di euro, rischi di passare come un mezzo rincalzo arrivato per sbaglio ad ingolfare la rosa di Luciano Spalletti è un errore che non ci possiamo permettere di fare.
Borja Valero e Skriniar.
Al momento solo loro due i primi innesti.
Inter is coming, Inter is coming, Inter is coming.
Lo spagnolo è oggettivamente il giocatore che voleva Spalletti, e – cosa più importante – ha accontentato Spalletti (ad una cifra accessibile).
“Si, ma è vecchio”. Certo, non è di primo pelo, ma quanto dovrà durare nella causa nerazzurra? Due anni? Due anni di Borja Valero visto a Firenze vanno benissimo.
“Skriniar costa troppo”. Chiaro, non è stato pagato due baiocchi, un buon centrale, una stagione in Italia – nella Sampdoria – voluto anche lui da Spalletti. Che dire? Una volta ci lamentavamo che i tecnici non fossero accontentati, ora invece lo sono.
Cosa stride in tutto questo? Per quale motivo non dovrebbe andar bene quello che sta accadendo sul mercato? Semplicemente perchè il mantra “Inter is coming” lasciava – vuoi o non vuoi – intendere che sarebbe arrivato ben altro?
E il ben altro arriverà. Impossibile pensare che “Inter is coming” possa limitarsi a due soli giocatori. Questione di fiducia. Fiducia, appunto, in una società che si è insediata e sta procedendo per gradi. Attenzione però a non abusare della pazienza dei tifosi che, nonostante l’orribile stagione alle spalle, non hanno MAI lesinato l’apporto richiesto alla squadra, riempiendo il Meazza in ogni ordine di posto, sostenendo la squadra fino alla fine, indipendentemente dai risultati, e segnando il record della campagna abbonamenti.
L’atto di fede richiesto ai tifosi dovrà essere ripagato nel migliore dei modi, la pazienza che stanno dimostrando può diventare un boomerang e Piero Ausilio lo sa, come del resto Walter Sabatini.
“Inter is coming”non può rimanere un claim sbandierato ai quattro venti, dovrà diventare realtà. Non è più tempo di debiti di riconoscenza, non c’è tempo per rimandare di un’altra stagione, dice bene il nuovo tecnico interista quando sottolinea che: “Non la raccontano più a nessuno, è colpa anche loro se non fanno risultati. Questa è l’ultima occasione che non possiamo farci sfuggire, anche per i dirigenti e la gente del’Inter”.
“Inter is coming”, non serve una rivoluzione, servono pochi innesti, di qualità e ben collocati nella rosa da consegnare a Spalletti. Serve – soprattutto – che quei giocatori che non hanno reso per quello che sono capiscano in fretta quello che vuole dire giocare nell’INTER. E su questo punto non si può più soprassedere, “Inter is coming” i tifosi lo hanno capito, lo devono capire i giocatori che scenderanno in campo, adesso.