Diciamocelo, abbiamo passato un mese tremendo tra la questione allenatore e questi maledetti 30 mln da incassare prima di poter far mercato. Nel frattempo ci siamo dovuti sorbire la solita ‘lectio magistralis’ del professore di turno che ci vaticinava in maniera nefasta un futuro tenebroso. Beh del resto siamo abituati, tra fallimenti presunti e libri in tribunale ne abbiamo sentite diverse. Così come le ironie sulla proprietà cinese: del resto dall’alto del loro lignaggio, una proprietà cinese era da considerarsi cosa spregevole, sorvolando su closing e risorse economiche , che all’Inter ovviamente non sarebbero mai esistiti. a volte il destino é proprio beffardo…È stato un mese duro, dopo una stagione tra le peggiori della nostra storia. Si è toccato il fondo ma a volte serve per fare esperienza e ripartire di slancio.

La società sta finalmente prendendo forma e tuttavia ancora dovrà essere ridefinita con un Presidente ed un Amministratore Delegato. Definita guida tecnica, la società ha lavorato pesantemente per risolvere la questione relativa al bilancio e lo ha fatto in maniera egregia. In questo mese abbiamo sentito e letto di tutto ed ovviamente con tagli velatamente ( ma neppure troppo ) infausti. Alla fine come sempre contano i fatti ed i fatti sono che il club ha centrato l’obiettivo dei 30 mln senza dover sacrificare a costi di saldo nessun big, fermo restando che personalmente un’altra chance a Banega l’avrei concessa.

Chi avrebbe immaginato un mese fa di far cassa con i giovani mantenendo per alcuni il diritto di ricompra? Utopia vera e propria, ma basta andare a riprendere i giornali dei mesi scorsi per rendersene conto. Guai a iniziare discorsi del tipo: ‘grande Sabatini, Ausilio impara’ perché sarebbe l’inizio della fine.

L’Inter dev’essere un’unica entità e solo ragionando in questo modo si potrà iniziare finalmente a programmare dopo la Cartagine della scorsa stagione che poi andando a vedere hanno davvero lavorato in maniera totalmente sinergica e sarebbe sbagliato dare i meriti solo ad uno. Ausilio e Sabatini hanno messo insieme un grandissimo lavoro che in realtà è solo la base per una campagna acquisti che sarà effervescente, strutturata e ragionata insieme ad un tecnico che sa il fatto suo e che è smanioso di ridare una mentalità vincente ad un gruppo che fino ad oggi non ha mai ragionato da squadra, anteponendo il bene personale.

La rosa verrà rivoluzionata, perché di fatto in tanti partiranno ed altrettanti arriveranno, ma per la prima volta dopo tanto tempo si è raggiunta la consapevolezza di avere alle spalle una proprietà che non vuole farsi prendere per il naso da nessuno. In epoche diverse i vari Perisic, Jovetic e Banega sarebbero partiti a prezzo di saldo proprio in virtù di un bilancio che nessuno avrebbe immaginato di poter sistemare con cessioni di secondo piano ( tolto Banega gli altri nomi è giusto ricordarlo sono Caprari, Eguelfi, Miangue, Gravillon e Di Marco ). Se lo avessimo letto un mese fa avremmo pensato ad uno scherzo.

Leggo a volte critiche accese nei confronti del DS nerazzurro Ausilio, ma nessuno riflette mai sulle condizioni. Trovarsi a gestire tre passaggi di proprietà con tutti i problemi che ne derivano non é cosa da poco, continui cambi dirigenziali, allenatori, e di conseguenza moduli e richieste: é difficile costruire qualcosa di solido se la prima cosa a non essere solida é la società, con una proprietà che ad oggi, ricordiamolo ha un presidente che detiene la carica dall’altra parte del mondo (Thohir) ma che dopo i disastri della scorsa estate é stato di fatto estromesso dalle decisioni. Bisogna ritrovare l’identità del club, annacquata dopo 3 passaggi di proprietà che hanno generato confusione e smarrimento. Perché poi alla fine i soldi sono importanti ma l’attaccamento, l’impegno e la professionalità non li puoi comprare al supermercato.

Sia da monito il Milan dello scorso anno. Si il Milan, che con un mercato a impatto zero ha saputo cementare uno spogliatoio che pur non di grande livello ha dato il massimo meritando di arrivare davanti a noi. Non sono casuali le parole di Spalletti, il quale in questi giorni ha sempre parlato di ‘cultura del lavoro’e di ‘spirito di gruppo’ da anteporre agli interessi personali. I tifosi nerazzurri hanno subíto abbastanza in questi ultimi anni, ma hanno sempre mostrato quell’amore e quell’attaccamento che é spesso mancato a professionisti puntualmente e profumatamente pagati, del resto i dati sulla presenza dei tifosi dell’Inter presenti puntualmente a San Siro sono pubblici e per certi versi sorprendenti considerati risultati e prestazioni. Ma una cosa dev’essere chiara: non hanno bisogno di qualcuno che baci la maglia, perché si accontenterebbero di professionisti che diano tutto sul campo e che si comportino con serietà e professionalità, senza i capricci del presunto campioncino viziato, perché non c’è più spazio per queste nequizie.

Redazione
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