In una serata emozionante per il ritorno “a casa” (come sottolineava uno striscione) del più grande simbolo nerazzurro contemporaneo, destinato fin dall’addio di oramai più di dieci anni fa a diventarne una leggenda, José Mourinho e allo stesso tempo una serata delicata per l’importanza di ottenere un risultato positivo post-derby, l’Inter vince e convince scacciando via alcuni brutti pensieri che aleggiavano sulla truppa di Inzaghi.
Troppa Inter per una Roma che non ha saputo reagire alla partenza travolgente dei padroni di casa e nel secondo tempo, quando sembrava in crescita, viene tramortita dallo splendido due a zero di Sanchez non ritrovando più la retta via.
A differenza del Milan nel derby, la squadra allenata dal genio di Setúbal non trova un’Inter propensa al suicidio sportivo, è meno fortunata dei milanisti e, oltre a tanta intensità, non trova margini per poter riaprire una partita ancora sull’uno a zero fino al definitivo raddoppio del 68esimo.
Semifinale di Coppa Italia che è linfa per Inzaghi e i suoi, perché dopo ciò che è accaduto sabato scorso non convincere stasera sarebbe stato come ritrovarsi nel bel mezzo di una slavina dove al posto della neve ci sarebbero state critiche, polemiche e malcontenti alla vigilia di Napoli e Liverpool, non piacevolissimo.
Invece l’Inter reagisce subito, proprio come fece immediatamente dopo la sconfitta contro la Lazio, trovando una vittoria netta, aggiudicandosi la semifinale ed esprimendo sempre un gioco ad alto livello tattico, tecnico e fisico.
Giunti a metà del tortuoso percorso di febbraio con un bottino non del tutto soddisfacente ora testa alla trasferta di Napoli, vero test-scudetto. Ma l’Inter si è ripresa, anche se ovviamente non sarà una gita fuoriporta nel capoluogo campano, si presenta da prima in classifica e consapevole della sua forza.
Dzeko, colpo di fulmine
Pronti, via ed è subito vantaggio per l’Inter. Dopo neppure due minuti di gioco Dzeko sigla la più classica delle reti quella dell’ex mettendo a segno il suo 14° gol alla sua prima stagione con la maglia interista. Grandissimo spunto di Perisic sulla sinistra che accelera su Karsdorp e mette in mezzo, in area Smalling non fa nulla per mettere in difficoltà il bosniaco che al volo supera Rui Patricio.
Il vantaggio stronca i capitolini: i primi venti muniti sono un assedio nerazzurro con Barella che colpisce una traversa e Skriniar che spreca da calcio d’angolo. La Roma si riassesta, ha una grande occasione con Zaniolo neutralizzata da un ottimo intervento di Handanovic (in serata sì) ed il primo tempo si conclude solamente 1-0 per l’Inter.
Nel secondo tempo riaffiorano le sensazioni di auto-sabotaggio targate derby: partita che non si chiude, Roma che cresce e un’Inter che si alza subendo ripartenze ma soprattutto che si piace, troppo. Tocchetti evitabili, fraseggi stretti forzati, Brozovic in difficoltà tutto riportava alla mente un possibile epilogo analogo a questa nefasta stracittadina persa; invece, arriva il raddoppio con un gol fantastico di Sanchez (fino a quel momento più 5 che 6 in pagella) che si conferma sempre più un fan delle coppe nazionali, a questo punto speriamo lo ispiri anche l’Europa.
— Interfans (@interfansorg) February 9, 2022
Sotto questo aspetto Inzaghi è magistrale. Riesce sempre a non far crollare psicologicamente la squadra cosa che sarebbe stata del tutto umana per come (come e non perché sia arrivata) la sconfitta con il Milan. La reazione nerazzurra è chiaramente uno specchio del gruppo che sa reggere momenti difficili e sfruttarli come motore per ripartire. Quindi se da un lato l’allenatore piacentino ha delle evidenti colpe sul fronte sostituzioni (che lo ammetta o meno è così) e qualche perplessità c’è stata anche ieri sera sulla scelta degli undici di partenza, bisogna dargli atto della grandissima capacità ed umiltà di fare autocritica (seppur non pubblica) e dimostrare sul campo che si è trattato solo di un incidente di percorso, brutto ma non mortale.
Bastoni lascia il campo, Perisic lo devasta
La squalifica di due giornate rifilata ad Alessandro Bastoni avrebbe trovato un ricorso sulla sua strada come ha dichiarato Marotta nel pre-partita. Se non fosse che il giovane difensore nerazzurro ha lasciato il campo prematuramente per un infortunio alla caviglia che molto probabilmente lo lascerà fuori dal rettangolo di gioco almeno per lo stesso periodo della squalifica. Perdita importantissima soprattutto se dovesse dar forfait per la sfida di Champions visto che mancherà anche il suo compagno di Nazionale Barella.
Sempre nella zona della fascia sinistra del campo troviamo chi non sembrava stare al meglio della forma sabato, tanto da essere sostituito ed invece continua ad inanellare prestazioni sublimi e a non accennare alcun segno di cedimento. Anche in questa partita Ivan Perisic ha ampiamente e nettamente dimostrato di essere il tassello chiave in questa fase della stagione. Per intensità ed incisività è il giocatore che sta dando più certezze ad Inzaghi. Alla faccia del possibile malcontento per l’arrivo della concorrenza (Gosens) il suo atteggiamento è, in primis, ammirabile visto che il suo rinnovo parrebbe essere sempre più lontano, così facendo il croato mette in luce il suo professionismo, chapeau.
Altra, ennesima, e chi più ne ha più ne metta, prestazione sublime è stata quella di Skriniar. Abituato a posizionarsi a destra nei tre di difesa, contro la Roma inizia la gara da centrale e la conclude da terzo a sinistra dopo l’infortunio di Bastoni e l’entrata in campo in De Vrij, ergo è capace ricoprire tutti e tre i ruoli difensivi senza che ne risenti il rendimento.
Nel frattempo, un suo intervento pazzesco di testa salva un gol praticamente fatto di Zaniolo (seppur il tutto in fuorigioco) e non viene mai, mai, saltato da un giocatore in maglia giallorossa.
Davvero il suo unico difetto è il nome.
San Siro appartiene a Mourinho
Non c’è stato allenatore ad essersi seduto sulla panchina dell’Inter dopo di lui e non aver avuto rispetto per quel che Mourinho ha fatto all’Inter e per l’Inter, nemmeno Conte ne ha avuto il coraggio e non è famoso per tenersi dentro i propri pensieri e per aver un ottimo rapporto con il portoghese.
La delicatezza e l’eleganza di Inzaghi nell’atteggiamento e nelle parole nei suoi confronti fanno capire che è l’allenatore giusto nel posto giusto, rispecchia la nostra eticità.
L’omaggio riservatogli dallo stadio parla da sé.
Chi questi colori ⚫️🔵 ha onorato, non sarà dimenticato #interroma pic.twitter.com/OXhDaXFPYf
— Interfans (@interfansorg) February 8, 2022
L’emozione che Mou ha dovuto contenere per rispetto verso i suoi nuovi tifosi dà la misura del valore dell’uomo.
Mourinho non ha eguali per i tifosi nerazzurri e forse la cosa è reciproca.
O, forse, ci piace semplicemente pensare che sia così.
Immagino il piccolo San Siro di argento e cristallo regalatogli dalla società messo lì, a casa sua.
Un suo sguardo, un sorriso e sapere che ovunque andrà ci sarà anche il ricordo dell’Inter è farlo sentire ovunque “a casa”.
Complimenti, chiunque sia stato, per la scelta, è un regalo di una simbologia unica.