Errare humanum est, perseverare diabolicum. Questa può essere l’espressione adatta per definire le orribili prestazioni fornite dai nerazzurri nelle ultime 4 uscite, culminate con l’eliminazione dalla coppa Italia per mano di un Milan tutt’altro che irresistibile. Ancora una volta Icardi e compagni sono scesi in campo apatici, senza grinta, senza idee, incapaci di andare oltre il solito cross al centro per il capitano che, essendo isolato in mezzo a 2 difensori e per giunta fuori forma, non ha potuto far altro che osservare il pallone tagliare l’area di rigore e dirigersi verso il fallo laterale, senza che un compagno di squadra si inserisse per dare man forte. Fosse stata una normale partita di campionato, gli allarmismi ed il pessimismo che si stanno risvegliando in queste settimane sarebbero da catalogare come puro tafazzismo, tuttavia quello che si è disputato ieri non era un match banale di serie A, bensì il derby della Madunina, valido per il passaggio alle semifinali di coppa Italia.

Per la quarta volta consecutiva, l’Inter nonostante i tantissimi titolari in campo (solo Cancelo, Ranocchia e Joao Mario erano i panchinari) entra in campo ma si scopre incapace di trovare soluzioni alternative ai cross di Candreva, sbaglia passaggi elementari e non reagisce agli episodi a sfavore, come il goal giustamente annullato a Perisic. I nerazzurri sono tornati quelli di settembre contro Bologna, Crotone e Genoa, ovvero una squadra imbarazzante dal punto di vista della qualità tecnica, con l’unica differenza che 3 mesi fa il cinismo sopperiva agli errori ed Icardi e compagni riuscivano a portare a casa i 3 punti. La sconfitta di ieri sera diventa ancora più grave se si pensa al fatto che l’avversario fosse nettamente inferiore qualitativamente e venisse da una serie di risultati negativi, tanto che si è vociferato in questa settimana di un secondo cambio in panchina. Ancora una volta l’Inter vede aprirsi una crisi dopo aver ottenuto una serie di successi che l’hanno portata al vertice.

Questo potrebbe anche essere considerato come un periodo negativo, comprensibile nell’arco di un campionato, ma ci sono troppi elementi in comune con le stagioni precedenti che indicano che si sia aperta una vera e propria crisi: 1) il più banale, il momento negativo dopo aver collezionato una gran mole di punti. E’ accaduto con Ranieri nel gennaio 2012, dopo aver riportato l’Inter a competere per un posto in Champions, si è ripetuto con Stramaccioni nel dicembre dello stesso anno, dopo essere giunti ad un punto dalla Juventus capolista ed è accaduto anche con Mancini e Pioli negli ultimi due anni; 2) il ripercorrersi delle voci di mercato che danno l’Inter alla ricerca di giocatori in grado di rimpiazzare gli attuali titolari, con il risultato di creare malumori all’interno dello spogliatoio; 3) le puntuali smentite del ds Ausilio che afferma che la rosa sia difficilmente migliorabile; 4) il calo del rendimento di alcuni giocatori importanti (vedi Perisic, Icardi ma anche Skriniar).

Oggi, giovedì 28 dicembre, l’Inter dice addio al suo primo obiettivo stagionale, quella coppa Italia tanto bistrattata ma che era ampiamente alla nostra portata e che avrebbe giovato all’autostima della squadra. Non rimane che la qualificazione in Champions League, per la quale le nostre avversarie si chiamano Roma e Lazio (più i biancocelesti, a dire il vero). La speranza è che la società prenda nota degli errori commessi in passato, anche recente, e metta subito in riga chi in questo periodo ha reso al di sotto delle aspettative, in particolare Brozovic e Perisic. Perché è lecito sbagliare, ma commettere gli stessi errori anno dopo anno è da idioti.