Mentre tiene ancora banco l’affaire Icardi, un’altra possibile magagna si prepara ad agitare il sonno di noi interisti. Perché lo spettro di una cessione illustre, malgrado la fine del Settlement Agreement prevista per luglio, è assai concreto. Affinché si raggiunga il pareggio di bilancio servono infatti altri 40-50 milioni in entrata che sarebbero potuti arrivare almeno in parte attraverso il prolungamento del cammino in Champions League. L’Inter si trova quindi nella situazione di dover vendere uno dei suoi “big” a giugno. E dopo Icardi, l’altro nome caldo non può che essere quello di Milan Skriniar.

Due campioni, due destini paralleli

Un’ulteriore similitudine con Icardi ci viene offerta anche dalla vicenda contrattuale. Un rinnovo inaspettatamente difficoltoso che vede le due parti ancora distanti, senza tuttavia l’intercessione di procuratori “amanti dei social”. Anche Skriniar, proprio come Icardi, vorrebbe rimanere in nerazzurro. E la distanza tra domanda e offerta, di appena mezzo milione, non pare affatto incolmabile. Già la scorsa estate il nazionale slovacco è stato corteggiato da alcuni grandi club europei, Barcellona e United in primis, ma la società nerazzurra (e Skriniar stesso) hanno cortesemente declinato ogni offerta pervenuta in Corso Vittorio Emanuele. Offerte anche superiori ai 65 milioni. A differenza dell’argentino, però, sul contratto del centrale non sono presenti clausole rescissorie, il che garantisce un certo margine di manovra alla dirigenza, forte dell’attuale accordo valido fino al 2022.

Rischi…

Ma quali sarebbero le ripercussioni dal punto di vista sportivo? Ci sentiamo di sbilanciarci: difensori forti come Skriniar, in Europa, non ce ne sono molti. E sul mercato ce ne sono ancora meno. Appare come minimo poco lungimirante, pertanto, privarsi di un elemento di tale calibro, soprattutto considerata la sua giovane età. Con De Vrij forma una delle coppie difensive più affidabili in circolazione, e sappiamo bene quanti anni ci siano voluti per costruire questa solida impalcatura: anni di speranze malriposte sui Ranocchia e sui Campagnaro, sui Vidic e sui Juan Jesus, anni di investimenti sconclusionati e scommesse miseramente perse. Un’emorragia tecnica provocata dall’addio degli eroi del Triplete, tamponata soltanto dall’arrivo di Miranda sotto la gestione Mancini-bis e definitivamente cicatrizzata proprio dall’innesto di Skriniar la stagione passata. Il rischio è di vanificare gli ultimi due mercati, tanto più che sembra probabile l’addio di Miranda già a gennaio.

… e opportunità

D’altro canto, oltre a risanare i conti, l’eventuale sacrificio di Skriniar potrebbe fornire una marcia in più alla prossima campagna acquisti. Marotta, stando a quanto riportato dal Corriere dello Sport, avrebbe individuato due profili per il salto di qualità sulla mediana, il reparto che quest’anno sta mostrando più criticità e sul quale durante il mercato estivo si è effettivamente investito poco. Il primo risponde al nome di Toni Kroos, centro nevralgico del Real Madrid pigliatutto di questo ultimo quinquennio; a suo favore depongono ovviamente le ben note qualità tecnico-caratteriali, l’esperienza e il palmares. Un vincente, e un vero computer a cui demandare l’intera architettura del gioco. Non sono note le richieste economiche (oltre alla clausola di 300 milioni di euro) del club madrileno, ma è probabile che a giugno si assista a un bel repulisti all’ombra del Bernabeu. L’altro nome, invece, è quello di Sergej Milinkovic-Savic, pivot del centrocampo della Lazio. Giocatore diverso da Kroos, decisamente più fisico ma dai mezzi tecnici strepitosi, consideratane la stazza. Lotito chiede non meno di 100 milioni di euro, ma le prestazioni poco convincenti offerte in questa stagione potrebbero spingere il patron biancoceleste a più miti consigli.

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