Ma non è affatto vero che a Londra siamo andati con un atteggiamento passivo. Ci siamo andati con l'atteggiamento di chi non aveva l'impellente necessità di vincere e si trovava in una situazione di svantaggio rispetto all'avversario dal punto di vista atletico e tecnico. In effetti le prime e più grosse occasioni per segnare le abbiamo avute noi, le abbiamo fallite e poi abbiamo beccato un goal tutto sommato stupido, a quel punto era difficile rimontare - ed infatti non ci siamo riusciti.
Per quanto riguarda il resto, vorrei farvi osservare che le squadre che giocano "con il coltello trai denti", ogni partita "come fosse una finale", ecc. ecc. sono sempre compagini di buon livello ma non top. Perché quelle di basso livello non hanno le qualità per giocare a ritmi alti, mentre quelle di alto livello preferiscono sfruttare altre armi. Per giocare in quel modo un allenatore deve convincere i giocatori che "sputare l'anima in campo" è l'unico modo per competere con squadre più attrezzate a livello tecnico. Ci vuole quindi coscienza di questo e massima disponibilità da parte dei giocatori, che appunto comprendono che altrimenti sono relegati in ruoli di secondo piano e quindi, per reggere la botta, devono correre al doppio della velocità. Infatti gli esempi classici di squadre che giocano così sono l'Atalanta in serie A e l'Ajax in CL.
Nelle righe che ho sottolineato c'è esattamente tutto il nostro limite.
Un punto di partenza (non siamo andati con atteggiamento passivo) ed un punto di arrivo che non combacia col punto di partenza (non avevamo l'impellente necessità di vincere).
Lo hai esattamente confermato volendomi però dimostrare il contrario.
Io da allenatore dell'Inter esigo, esigo, che l'Inter vada sempre in campo col solo obbiettivo di vincere.
E questo deve essere la norma contro chiunque, che sia sulla carta più debole o che sia sulla carta di un altro pianeta rispetto a Noi.
Non ci scendo in campo per fare calcoli o studiare l'avversario al fine di capire cosa fare per arginarlo e poi colpirlo.
Scendo in campo per batterlo, sempre.
Con acume, intelligenza, furia agonistica e se possibile qualità, ma sempre per guardarlo dritto negli occhi e metterlo sotto.
I calcoli li lascio alla schiera di commercialisti che abbiamo in società o nei vari forum a loro difesa e tutela.
Sul campo ci vado per vincere, sempre. A maggior ragione e con più voglia e determinazione se l'asticella si alza.
Spalletti a parole fa questo...a parole...in campo poi il suo mantra è primo non prenderle.
Il fatto che non siamo una grande squadra non giustifica questo atteggiamento e questa mentalità passiva che si traduce nel non gioco che dimostriamo ad ogni gara.
La palla la teniamo malissimo e lentamente per difenderci, perchè non abbiamo l'impianto mentale ed anche tecnico per fare diversamente.
Passi per la qualità che se scarseggia difficilmente la puoi proporre con costanza, ma l'atteggiamento e la preparazione mentale unite a tutte quelle componenti agonistiche ne vengono fuori come conseguenza diretta, non sono giustificabili in eterno.
Di pazienza il tifoso Interista ne ha in abbondanza...anche se a onor del vero parlerei più di Amore incondizionato che di pazienza...
Il punto focale è che se non si cambia al più presto questa mentalità perdente che abbiamo dentro, che piaccia o no, nessun fatturato top ci porterà ad essere sempre competitivi e non solo a fasi alterne.
Poi chiaramente entrano in ballo pure le questione tecniche, ma prima deve cambiare la mentalità.