Che non piaccia ci sta, ma non é affatto banalotto, direi tutt'altro.
Parla del senso della vita, delle contraddizioni che ci e la caratterizzano, e con cui conviviamo, in un gioco di ossimori ed estremismi dove l'unico punto di incontro é l'ammmore che, attraverso l'irrazionalitá delle emozioni ci rende uguali.
E' un testo profondo, intimo, rivestito di leggerezza e allegria grazie alla melodia e all'interpretazione guascona.
E' un pezzo moderno, originale, dice qualcosa di molto serio, senza prendersi sul serio.