Big Tech VS Trump: quale futuro per la Politica?

Le piattaforme sono private ma la funzione oramai è PUBBLICA e quindi, ripeto, la cosa va regolamentata. Il dibattito politico si è spostato quasi esclusivamente sui social e mi pare un dato di fatto (è un bene? è un male? non lo so ma non è questo il punto) e questo imho rafforza il primo punto del mio discorso
 

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Craxiano un par di ciufoli, io ho scritto che se banni trump allora banni anche tutti quei farabutti schifosi, ben peggiori anche, in tutto il mondo, che utilizzano i social media per fare propaganda h24, altrimenti si tratta di ipocrisia. Si tratta di schieramento politico per silenziare questo piuttosto che quell'altro.

Io condanno tuti i regimi dittatoriali e di qualsiasi frangia politica, ma d'altronde è chiaro che qua se si ragiona per stupida ideologia, va bene se silenziano questo e non gli altri. Perché i ragionamenti fatti per ideologia, sono nella totalità dei casi, dei ragionamenti di ignoranza e stupidità. Perché non si riflette

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Craxiano un par di ciufoli, io ho scritto che se banni trump allora banni anche tutti quei farabutti schifosi, ben peggiori anche, in tutto il mondo, che utilizzano i social media per fare propaganda h24, altrimenti si tratta di ipocrisia. Si tratta di schieramento politico per silenziare questo piuttosto che quell'altro.

Io condanno tuti i regimi dittatoriali e di qualsiasi frangia politica, ma d'altronde è chiaro che qua se si ragiona per stupida ideologia, va bene se silenziano questo e non gli altri. Perché i ragionamenti fatti per ideologia, sono nella totalità dei casi, dei ragionamenti di ignoranza e stupidità. Perché non si riflette

Se avessi letto bene ciò che ho scritto, avresti capito che io non ho detto che "va bene silenziare questo ma non gli altri". Anzi, ho puntualmente specificato che "il fatto che altri come lui che hanno ripetutamente violato le linee guida non abbiano ricevuto lo stesso trattamento è sicuramente grave". Dov'è l'ideologia se ho è detto che è "sicuramente grave" aver bannato Trump ma non gli altri?

Al tempo stesso, ribadisco che è sacrosanto punire chi infrange le regole indipendentemente dal fatto che ce ne siano stati altri che, invece, per vari motivi, l'hanno fatta furbescamente franca.

E' come se uno condannato per omicidio si difendesse dicendo "eh ma ci sono tanti delitti di cui conosciamo perfettamente mandanti ed esecutori materiali, però la giustizia ha funzionato solo con me".

E' sicuramente grave che alcuni (pochi? molti? non lo so) restino impuniti: se non te ne sei accorta, su questo punto la penso esattamente come te. E, infatti, bisogna adoperarsi perché ciò non accada più o accada molto meno.

Ma questo non significa che quella percentuale (esigua? minima? cospicua? 50%? 80%? 30%? non lo so) di persone sacrosantamente punite per aver violato le regole non debbano ricevere una pena.

Altrimenti sfociamo nel benaltrismo che non ci porta da nessuna parte, anzi.
 
I social media oramai sono il principale mezzo per l'eserizio della libertà d'espressione...dire "sono aziende private e prendono le loro decisioni bla bla" è giusto sulla carta ma nella pratica è un modo per sfuggire a quella che secondo me è una questione che prima o poi va affrontata:
Internet è una giungla, prima o poi andrà regolato
Anche perché sempre più persone DIPENDONO dal web e dai social LAVORATIVAMENTE parlando (con questo devio un'attimo dall'argomento principale del topic), sono necessari dei diritti che vengano riconosciuti a chi lavora sul web. Metti che una o più persone gestiscono dei canali su Youtube, Twitch etc e vengano bloccati senza un motivo chiaro...e quindi si blocca anche la loro fonte di reddito, insomma bisogna fare chiarezza proprio a livello di giurisdizione dei singoli stati/organismi sovranazionali
Le piattaforme sono private ma la funzione oramai è PUBBLICA e quindi, ripeto, la cosa va regolamentata. Il dibattito politico si è spostato quasi esclusivamente sui social e mi pare un dato di fatto (è un bene? è un male? non lo so ma non è questo il punto) e questo imho rafforza il primo punto del mio discorso

Lo youtuber, l'influencer o in generale chi lavora sugli spazi virtuali offerti da un'azienda privata è tenuto a rispettare obbligatoriamente netiquette ed ogni tipo di regolamenti e condizioni di utilizzo sin dall'inizio. Proprio perché è "un ospite" di quella azienda. Magari si potrebbe obiettare che quell'ospite contribuisca ad aumentarne gli introiti grazie alla pubblicità e alle persone che guardano i suoi video. Però, è anche vero che rimanga comunque un fruitore di un servizio virtuale che gli permette di godere di una potenziale notorietà n-volte superiore a quella di uno sperduto blog del Web: sperduto blog del Web che l'influencer di turno è sempre libero di crearsi in qualunque momento decidendo le proprie regole (fermo restando che comunque esistono le leggi ordinarie per cui, magari puoi decidere tutto quello che vuoi, ma se qualcuno ti becca a fomentare violenza ed attività illegali di ogni genere, rischi qualcosa di MOLTO più consistente di una banale chiusura della pagina o di oscuramento del blog).

Il politico o il leader di un partito o di un movimento, nonostante abbia una fonte di reddito indipendente dal social (perché è professore universitario, ingegnere, imprenditore o chissà cos'altro), è comunque tenuto al rispetto delle regole perché quel social gli permette di avere, esattamente come accade per l'influencer, una potenziale notorietà n-volte superiore a quella di uno sperduto blog personale. Il vantaggio è diverso: lo youtuber monetizza e, se è molto bravo e muove grandi numeri, ottiene da vivere; il politico ottiene un tornaconto elettorale perché è in grado di far veicolare le proprie idee ad un platea di persone n-volte più grande di quella offerta da un media tradizionale. E, se è in grado di farsi eleggere, ottiene anche lui da vivere, oltre che una quantità di potere democratico non indifferente.

Il punto è: "il fine NON giustifica i mezzi". Se, per ottenere da vivere, devo propagandare notizie false, allarmistiche, complottistiche o comunque devo infrangere le regole che il servizio virtuale mi impone (esempio stupido: non condividere immagini pornografiche o non bestemmiare o non insultare chi ha un pensiero politico/religioso/calcistico diverso dal mio) e che io ho accettato all'atto di apertura del canale/della pagina, io vengo cacciato. Giustamente. Ma non vengo cacciato dal Web tout court. Vengo cacciato dal social di turno che, per motivi totalmente aziendali (come ben espresso da @marc.overmars in prima pagina), ritiene di non voler farsi veicolo di notizie potenzialmente pericolose. E sottolineo come Trump sia stato bannato non al primo errore (tutti nella nostra 'esperienza virtuale' abbiamo sbagliato atteggiamento almeno una volta), ma solo dopo aver rilanciato per interi anni notizie false e solo dopo che si sia verificato qualcosa di sconvolgente negli USA anche a causa del suo uso spregiudicato del potere dei social. In altre parole, l'azienda privata si è sentita (a torto? a ragione? sono logiche aziendali nelle quali non entro) lesa in qualche modo (a livello di immagine? a livello di complicità indiretta/involontaria? non lo so, sono logiche aziendali nelle quali non entro e che francamente non mi interessano) e ha espulso un utente. Ciò non impedisce a Trump di crearsi un proprio spazio virtuale in Rete in cui decidere le proprie regole (fermo restando l'esistenza della legislazione ordinaria che può punirti per ciò che fai in maniera molto più gravosa di un banale ban o oscuramento di un canale/pagina/account).

Trump è stato bannato proprio perché Internet non deve più essere considerato una giungla in cui si è liberi di dire e urlare tutto ciò che si vuole.

Sono sempre stato dell'avviso che bisognerebbe istituire corsi di educazione a stare su Internet: strumento straordinariamente potente e straordinariamente meraviglioso che, se usato male, può provocare danni ingenti sulla società reale e sul mondo reale. Bisogna formare docenti e renderlo un corso obbligatorio a partire da una certa fascia d'età. E non è solo una questione anagrafica: saper stare in Rete non è banale come sembra. E' difficile come può esserlo la matematica o la letteratura.

Immaginate i danni provocati nella società se ognuno di noi decidesse arbitrariamente una propria matematica........
 
Prendendo spunto da un quesito posto da una pagina che seguo, mi piacerebbe sapere la vostra opinione su un argomento che, a mio avviso, non sta ricevendo l'attenzione che merita.

Per la prima volta nella storia dei social network, un presidente viene bannato. Non un presidente qualsiasi o di un partito da prefisso telefonico: il presidente (a breve ex) degli Stati Uniti d'America. Al di là di quello che pensate sulla persona di Donald Trump e del suo operato negli ultimi 4 anni (per quello ci sono i thread appositi), ritenete corretto che un'azienda decida di censurare un capo di stato o politico qualsiasi? E se sì, perché? Ritenete, inoltre, che questo possa costituire un pericoloso precedente per il futuro? Dite la vostra?

ogni utente, nessuno escluso, quando fa check e salva ha sottoscritto un contratto, se viola quel regole è fuori, fine della discussione, come si diceva altrove è come quando entri a far parte di un club privato, ne accetti le regole

detto questo, i giganti del settore tecnologico pongono problemi di tipo economico che con dei business tradizionali verrebbero risolti con classiche misure antitrust, facendo uno "spezzatino" come si dice
Il problema però è che questi business sono diversi da quelli del passato, sono delle reti, dei network...per queste e altre ragioni, il monopolio di google nel search, il dominio negli ads, il fatto di essere dietro android rendono davvero difficile (di fatto impossibile) per potenziali concorrenti entrare in quei mercati, d' altra parte secondo alcuni quelli di google nel search o facebook nei network sociali sono monopoli naturali...essendo dei network monopolio è bello, nel senso che chi li usa vuole avere tutti i propri concoscenti su un network non su 25, sarà interessante vedere cosa faranno i regolatori usa
ci sarebbe poi pure il discorso tassazione, ma onestamente mi interessa molto meno

non ho dimenticato trump, è solo che il discorso del contratto accettato riguarda pure quel demente e soprattutto non esiste nessun caso...questi network sono stati fondamentali nella traiettoria del Demente, dall'ingresso in politica, alla corsa per la nomination, poi la presidenza...ne ha avuto un beneficio enorme, nessuno come lui, altro che persecuzione...

nessun compagnia ha mai pensato di censurarlo fino alle clamorose e pericolose (come si è visto) balle sulle elezioni e soprattutto il putsch del 6 gennaio fomentato per mesi se non anni (pure 4 anni fa alla vigilia aveva detto che le elezioni sarebbero state truccate a meno che non le avesse vinte lui)
 
Secondo me è sacrosanto che chi scrive caxxate venga bannato, al di la del ruolo che ricopre e ritengo il mondo dei social network troppo libero e con troppe possibilità di aggirarne le poche regole. Il discorso al limite sta nel fatto di chi sia il "censore" se lo stesso social o un'autorità esterna, per evitare che si censurino le opinioni e non solo le stronzate.
Attualmente IMHO si è troppo liberi di scrivere qualsiasi cosa e purtroppo l'utenza media non ha una preparazione culturale tale da saper discernere.
Non solo si è liberi di scrivere ogni cosa.
Non solo l'utenza media non sa distinguere bullshit (ma vale x chiunque xche tutti siamo ignoranti almeno in molti settori)

Ma la cosa piú grave è vengono azzerate le autorevolezze, un ******** puó scrivere le stesse cose di un nobel, a pari autorevolezza.
 
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