Non avevo dubbi che la tua sarebbe stata una testimonianza di alto spessore o, almeno, dello spessore che piace a me.
Mi sono sparato, durante il lockdown, diverse call che si sono intrecciate tra ex campioni e fuoriclasse di varia nazionalità.
Tanti ragionano sempre e solo soppesando i loro conti in banca milionari.
E invece loro li senti nominare avversari dei primi anni, gente completamente sconosciuta e li senti rivangare aneddoti e ricordi di quando erano sconosciuti e avevano nell'altrettanto sconosciuto Gino Abelardi la loro nemesi in campo o la loro bestia nera e li senti parlare di botte in campo, dispetti, trucchi e trucchetti mentre oggi, con tutte queste telecamere, certe cose non si possono più fare.
E ti accorgi che il lato che tocca la passione è sempre quello che tiene vivo questo mondo specifico, sebbene i soldi abbiano iniziato a girare vorticosamente e tecniche e schemi preconfezionati e assillanti abbiano appiattito di molto estro, fantasia e gusto estetico di questo sport.
Il mondo cambia, si trasforma ed è giusto così. Fa parte della natura delle cose. Non è che i calciatori di oggi siano brutti, cattivi, avidi e arrivisti mentre quelli del passato fossero rispettosi di chissà quale ideale o quale fede. I calciatori di oggi sono diretti eredi di quelli del passato e sono figli dei propri tempi. I calciatori del domani (tra 10-15-20 anni) non saranno necessariamente arrivisti e attaccati al denaro come quelli di oggi: saranno diversi in un modo che non so (nessuno sa) prevedere. Fa parte dell'evoluzione delle cose. Non trovo il calcio di oggi peggiore rispetto a quello di anni fa: è solo diverso, come sono diversi il mondo e la società di cui ne è lo specchio. "Diverso" non significa tout court "peggiore" o "migliore". Per alcuni aspetti, è migliore; per altri, è peggiore.
Il calcio romantico poi è una grandissima pagliacciata, un insieme di valori travisati e posti quasi a livello morale, che molti rimpiangono solo perché all'epoca erano molto più giovani e forse più spensierati di oggi. Le bandiere non sono mai esistite, più che altro si può parlare di "mascotte" delle società in quanto emblema di professionalità. Ma sono comunque scelte di lavoro. Totti non ha mai lasciato Roma perché riteneva che professionalmente la sua realizzazione potesse avvenire solo nella Capitale. Stesso dicasi per Zanetti, Maldini, Del Piero etc. Sono scelte professionali e nella professionalità rientra ovviamente anche il cuore, cioè i sentimenti di appartenza e la famiglia. Ma, prima di decidere di restare sempre nella stessa società, Zanetti, Totti, Maldini, Del Piero etc. hanno pensato alla carriera, esattamente come fa ognuno di noi, in piccolo e senza risalto mediatico, col proprio lavoro. La verità è che si è sempre tifosi di chi ci paga lo stipendio. Non mi sento di condannare i calciatori di oggi perché fanno scelte diverse. E, comunque, sono pochi i calciatori continuamente girovaghi o comunque sono di meno rispetto a quelli che stanno almeno 3 anni in uno stesso club.
Per di più, io personalmente non trovo le competizioni sportive odierne poco interessanti o comunque meno attraenti rispetto al passato. Per restare all'ultimo decennio, Barcellona 2011, Spagna 2008-2012, Man City 2012, Chelsea 2012, Borussia Dortmund 2013, Atletico Madrid 2014, Germania 2014, AS Monaco 2015 e 2017, Leicester 2016, Roma 2018, Croazia 2018, Inghilterra 2018, Ajax 2019, Tottenham 2019, Atalanta 2020: ce ne sono stati di exploit non previsti (potrei anche aggiungere Milan 2021 ma vedremo cosa accadrà), di meravigliose prestazioni sportive anche nell'ultimo decennio, di partite esaltanti, così come di periodi bui (Inter, Milan, Man United, Italia e Olanda che non vanno al Mondiale) che hanno permesso ad altre squadre di giocarsela. Il Napoli 2018, con una rosa notevolmente inferiore alla diretta rivale sia qualitativamente sia quantitativamente, stava per compiere un'impresa memorabile se non fosse stato truffato, esattamente come l'Inter vent'anni prima, in quella che era considerata l'età d'oro del calcio italiano. Non trovo affatto le competizioni noiose o scontate. I cicli sportivi sono sempre esistiti.
Il calcio di oggi va regolarizzato, soprattutto modificando (attenzione: non rimuovendo, ma modificando) in maniera sostanziale quella cosa orribile del FFP che, da sola, costituisce forse la quasi totalità dei problemi del calcio moderno. E questa maledetta pandemia è un'occasione d'oro, quasi una paradossale benedizione, per ripensare il calcio moderno, come avviene in tutti i periodi di forte crisi. Ma, se mi chiedessero di tornare al football di 15/20/30 o più anni fa... no grazie!
Da cinefilo, vale lo stesso discorso per la settima arte. Ancora oggi escono film immensi che competono tranquillamente in quanto a bellezza artistica con le grandi pietre miliari e con i capolavori dei decenni passati. Sono diversi, certamente. Ma, proprio per questo, ugualmente belli.