a leggere certi post e a replicare con lo stesso tono snob, viene da dire che é un po' il solito post di luoghi comuni.A leggere certi post pare di tornare indietro di una decina di anni, almeno. Il campionato italiano attuale è uno dei contesti meno seri a livello globale, dove ci si attacca al pannolone di cariatidi bollite, considerati esuberi da altri campionati e qui ancora ritenuti imprescindibili. Solo qui si sente ancora parlare di esperienza, farsi le ossa e altre amenità, poi non meravigliamoci se appena mettiamo il naso fuori dai confini italici prendiamo pesci in faccia da tutti. Nello specifico di Deki va capito se è bravo ad allenare, se lo è non vedo particolari problemi a farlo sedere su una panca importante. Qualche post dietro avevo fatto degli esempi, tra questi ho citato Capello, preso dalla scrivania e messo subito ad allenare un Milan pieno di stelle e rivelatosi subito a suo agio. Purtroppo in Italia queste sono eccezioni. Il tutto nasce da retaggi mentali che ci portiamo dietro e fanno parte del nostro DNA, dispiace che pure il calcio non ne sia immune.
Che per un Guardiola, uno Zidane ed un Capello che hanno il raro privilegio di fare praticantato con tre delle squadre piú forti della storia del calcio, avendo come assistente la leggendaria Grazia Arcazzo, c'é una normalitá fatta di Ciro Ferrara, Stramaccioni, Pippo Inzaghi, Seedorf, Gattuso, ecc ecc ecc (e stiamo vedendo le difficoltá di Pirlo, principale motivo per cui siamo in corsa per vincere) che dimostra che allenatore NON ci si improvvisa, che NON si passa dal campo o dalla scrivania ad allenatore fatto e di fatto, che un pupazzo NON é un allenatore ma é ben altro. E che l'eccezione non sono gli allenatori improvvisati che, ovviamente, falliscono o cmq ci mettono anni di esperienza a costruirsi una credibilitá, ma sono appunto i Capello ed i Guardiola, diventati Capello e Guardiola anche perché inizialmente coadiuvati dalla bravissima Grazia Arcazzo.
La serie A non é piú né il piú competitivo né tantomeno il piú bel campionato d'Europa, ma resta quello piú difficile tatticamente e psicologicamente.
Se Deki é un bravo allenatore o no non lo si capirá dall'esperienza in Serbia, ma da contesti piú probanti a 360 gradi.
L'esperienza in Serbia é un inizio, un primo step. Cui va aggiunto almeno un passaggio intermedio, prima di poter fare valutazioni piú mature.
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