Dejan Stankovic

A leggere certi post pare di tornare indietro di una decina di anni, almeno. Il campionato italiano attuale è uno dei contesti meno seri a livello globale, dove ci si attacca al pannolone di cariatidi bollite, considerati esuberi da altri campionati e qui ancora ritenuti imprescindibili. Solo qui si sente ancora parlare di esperienza, farsi le ossa e altre amenità, poi non meravigliamoci se appena mettiamo il naso fuori dai confini italici prendiamo pesci in faccia da tutti. Nello specifico di Deki va capito se è bravo ad allenare, se lo è non vedo particolari problemi a farlo sedere su una panca importante. Qualche post dietro avevo fatto degli esempi, tra questi ho citato Capello, preso dalla scrivania e messo subito ad allenare un Milan pieno di stelle e rivelatosi subito a suo agio. Purtroppo in Italia queste sono eccezioni. Il tutto nasce da retaggi mentali che ci portiamo dietro e fanno parte del nostro DNA, dispiace che pure il calcio non ne sia immune.
a leggere certi post e a replicare con lo stesso tono snob, viene da dire che é un po' il solito post di luoghi comuni.
Che per un Guardiola, uno Zidane ed un Capello che hanno il raro privilegio di fare praticantato con tre delle squadre piú forti della storia del calcio, avendo come assistente la leggendaria Grazia Arcazzo, c'é una normalitá fatta di Ciro Ferrara, Stramaccioni, Pippo Inzaghi, Seedorf, Gattuso, ecc ecc ecc (e stiamo vedendo le difficoltá di Pirlo, principale motivo per cui siamo in corsa per vincere) che dimostra che allenatore NON ci si improvvisa, che NON si passa dal campo o dalla scrivania ad allenatore fatto e di fatto, che un pupazzo NON é un allenatore ma é ben altro. E che l'eccezione non sono gli allenatori improvvisati che, ovviamente, falliscono o cmq ci mettono anni di esperienza a costruirsi una credibilitá, ma sono appunto i Capello ed i Guardiola, diventati Capello e Guardiola anche perché inizialmente coadiuvati dalla bravissima Grazia Arcazzo.

La serie A non é piú né il piú competitivo né tantomeno il piú bel campionato d'Europa, ma resta quello piú difficile tatticamente e psicologicamente.

Se Deki é un bravo allenatore o no non lo si capirá dall'esperienza in Serbia, ma da contesti piú probanti a 360 gradi.
L'esperienza in Serbia é un inizio, un primo step. Cui va aggiunto almeno un passaggio intermedio, prima di poter fare valutazioni piú mature.
 
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Aggiungo: "quello del Manchester" aveva ben dieci anni di gavetta alle spalle - due stagioni alle riserve dello Utd, tre al Molde nella massima serie norvegese, mezza al Cardiff in Premier e altre quattro al Molde prima di subentrare a Mourinho a Manchester.

Capello aveva allenato la primavera del Milan per quattro anni, poi era passato ad assistente di Liedholm in prima squadra e dopo il suo esonero aveva finito la stagione da traghettatore.
Dopodiché Berlusconi puntò su Sacchi e mandò Capello a fare master di business management e contemporaneamente fare il general manager per le squadre hockey, rugby e pallavolo della polisportiva Mediolanum prima di offrirgli la panchina del Milan.
Insomma poca esperienza da allenatore di prima squadra ma anche qui un decennio di studio e preparazione propedeutica.

Zidane era nello staff di Mourinho al Real nel 10/11, poi diventó direttore sportivo, poi fece il secondo ad Ancelotti, e poi allenò per due stagioni il Castilla prima di subentrare all'esonerato Benitez nel 2016.

Di allenatori di successo che hanno davvero bruciato le tappe, così su due piedi mi viene in mente solo Guardiola - giusto un anno al Barcelona B subito dopo il ritiro da giocatore prima di prendere il volante della prima squadra - ma si tratta di un caso molto unico di fervente e messianico studente del calcio, in un ambiente molto particolare come il Barca.
Oppure Mancini, che fece giusto mezza stagione da secondo di Eriksen prima di buttarsi a subentrare a stagione in corso alla Fiorentina l'anno successivo senza avere ancora manco il patentino... e direi che si vedeva che era presto, e dopo si fece comunque due stagioni intere di "formazione" in una Lazio ancora di Cragnotti ma con poche ambizioni sportive causa crack Cirio, prima di sedersi su una panchina di prim'ordine.

Stankovic anche sta facendo il suo percorso che è cominciato da un po', vice di Stramaccioni all'Udinese nel 2015, poi diversi anni come dirigente della federazione serba, il passo successivo sarebbe stato proprio nelle giovanili dell'Inter nel 2019, ma rimase solo un mese perché arrivò la chiamata della Stella Rossa.

Dove sta facendo benissimo, e magari potrebbe anche già allenare alla grande una big, ma perché correre? L'allenatore è un mestiere complicato, se uno è sveglio e portato, agli inizi ogni singolo giorno impara qualcosa di nuovo che gli sarà molto utile in futuro.

Da notare anche che gli esempi sopra di chi ha esordito direttamente alla guida di un grande club, l'ha fatto dopo un periodo più o meno lungo di apprendistato proprio in quello stesso club... vale a dire son scommesse fatte dopo aver potuto valutare la persona giorno per giorno nel lavoro quotidiano fra le mura di casa.


Tutto questo ha poco a che vedere col durello che ha la Serie A per le cariatidi in campo... anche perché in panchina come ricordava Dave di esordienti buttati a imparare a nuotare nella piscina dei grandi ce ne son stati diversi.
 
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