Il paradosso (apparente) dell'Inter di Conte è che anche i minimi movimenti dei calciatori sono studiati e provati in allenamento, quasi automatizzati, all'interno di un sistema di gioco che al contrario è cangiante come un caleidoscopio. Alle giuste osservazioni di Piotor occorre aggiungere anche le variazioni in base all'avversario, al risultato, ecc.
Ieri sera per esempio nel secondo tempo abbiamo attaccato quasi esclusivamente dal lato destro, perché a sinistra gli automatismi hanno funzionato solo in parte. Secondo le intenzioni del mister, Perisic avrebbe dovuto accentrarsi quasi a fianco delle punte ed Eriksen avrebbe dovuto sfruttare la corsia lasciata libera dal Croato, mentre Bastoni avrebbe dovuto rimanere a sostegno. disegnando in pratica una sorta di 4-3-3 sbilenco. Invece Perisic si accentrava in ritardo, Eriksen istintivamente andava a cercarsi la palla in mezzo e Bastoni finiva per andare lui ad occupare la corsia. Già in fase offensiva la manovra non aveva grande efficacia, perché Eriksen finiva per schiacciarsi a ridosso dell'area di rigore avversaria diventando difficile da raggiungere per i compagni, Perisic lasciava scoperto il secondo palo e quando Bastoni avanzava si creava un buco, perché Eriksen non ha corsa sufficiente per andare a coprire eventuali ripartenze in quella zona (come invece faceva Barella con Hakimi e Skriniar). Entrato Sanchez abbiamo adottato una sorta di 4-2-2-1-2, molto mobile perché Sanchez spesso retrocedeva sulla linea dei centrocampisti o addirittura dei mediani, Hakimi faceva l'ala a tutti gli effetti mentre Young dall'altra parte rimaneva più prudente. Ma è difficile da definire, perché si finisce per isolare singoli momenti della partita, perché poi i giocatori si muovono in continuazione cambiando posizione e di conseguenza schieramento in campo. Come modo di attaccare, alterniamo momenti in cui stiamo più bassi per aprirsi gli spazi davanti ad altri in cui andiamo a pressare alto, il lancio lungo su Lukaku all'avanzata in palleggio (il più delle volte con lo scopo di aprirsi la possibilità di cambiare gioco improvvisamente sul lato opposto), il tentativo di cercare l'imbucata centrale con (più spesso) il gioco sulle fasce, ecc. ecc.
Insomma siamo diventati imprevedibili ed è questo che ci ha permesso di ottenere 11 vittorie e due pareggi che avrebbero anch'essi potuto essere altrettante vittorie.