Cinema [Thread Ufficiale]

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io l'ho guardato perchè in questi giorni lo stanno passando su sky e perchè mi ricordavo del trailer quando uscì qualche anno fa.
lo ritengo una putt...ta, ma, incuriosito, ho fatto qualche ricerca su qualche sito e ne parlano tutti in maniera entusiastica.
"horror dell'anno, originale, nuovo, spaventoso e destinato a segnare una generazione"
"regia perfetta, colonna sonora da brivido, interpretazione della final girl di assoluto livello..."
bah...:unsure:

in più c'è quella scena con la maglia dell'inter che mi ha spiazzato:LOL:

Gente che dovrebbe farsi un bel ripasso intensivo di Carpenter.
Altro filmone visto di recente: Better Days. Drama cinese con ambientazione iniziale scolastica, tratta inevitabilmente il bullismo. Consigliato per chi apprezza il genere romanzato e le vicende legate* al mondo dell'adolescenza.
 
Ho visto Parasite e The Invisible Man.

Molto belli tutti e due.
Specie il primo.

Non ho visto il secondo, anche se è nella mia lista da un po'. Ti farò sapere.

Riguardo Parasite: posso dire, senza essere linciato, che sia un ottimo film ma non un capolavoro?
Non sono un esperto di cinema, anzi. Posso tranquillamente dichiarare di essere uno spettatore medio totalmente ignorante che guarda ciò che vede senza essere capace di apprezzare sino in fondo i dettagli di fotografia, scenografia, sonoro etc. Però la trama (almeno quella:ghigno) penso di poterla giudicare correttamente. Per cui i miei giudizi hanno il valore (basso) che hanno, non pretendo di essere la bocca della verità. (sicuramente capisco più di calcio che di cinema, per cui valutate voi :ghigno)

Ora, io capisco che sia un film metaforico, però ritengo sia eccessivamente metaforico. Mi rendo conto che il cinema debba avere qualcosa da dire che prescinda da ciò che viene raccontato (come avviene in tutte le arti giustamente), ma 90 volte su 100 quello che sta sullo schermo è quello che conta, almeno secondo me. E quello che sta sulla schermo è, a mio avviso, un ottimo film, con interpretazioni attoriali superbe, con un ritmo incessante che ti prende e non ti molla mai (dura più di 2 ore, ma non sembra), ma su un tema trito e ritrito: la lotta di classe, seppur a tinte coreane. Le scale del bunker come metafora di un ascensore sociale? Banale. I poveri come scarafaggi che si nascondono dietro i mobili dei ricchi mangiucchiando quello che trovano? Banale. C'è un didascalismo esasperante. La metafora della pietra mi è piaciuta, ma stop, solo quella in un mare magnum decisamente troppo vasto e scontato.
Poi ho trovato le varie 'parti' troppo stereotipate: va bene il topos del 'ricco ma ingenuo', ma è un tantino forzato che persone così ricche non si informino su ben 4 persone che entrano in casa. D'accordo per la 1° persona che ti metti in casa, d'accordo per la 2°, ma trovo ridicolo che una persona ricca, a cui basta una telefonata alle persone giuste, non si informi sulla reale esistenza di un club esclusivo che procura aiutanti domestici di alto livello, soprattutto in un mondo in cui Internet e i social imperversano e basta pochissimo per verificare.
Va bene il topos del 'povero ma furbo', ma la furbizia qui sconfina nell'illegalità vera e propria. Trovo offensivo, oggi come oggi, dipingere i poveri come arrampicatori sociali pronti a tutto in stile Rubentus "vincere non è importante: è l'unica cosa che conta".
L'altra cosa che non mi è andata a genio è il finale, totalmente fuori sincrono col resto del film.
E, a voler essere pignoli in stile Giovanni Storti in Tre Uomini e una gamba: si è appena verificato un omicidio in un'abitazione. La polizia non sequestra tutta la casa? Non trova la porta del bunker? Non scorge i cadaveri? In fondo si trattava di spostare un mobile in una casa in un cui si è verificato uno spargimento di sangue.
Va bene la metafora, va bene il non farsi troppe domande ma, onestamente, ho trovato tutto questo un po' forzato.
Stiamo sicuramente parlando di un ottimo film, con un ottimo ritmo, con straordinarie interpretazioni attoriali. Ma, a livello prettamente contenutistico, metafora o non metafora, non ti lascia nulla che già tutte la arti non abbiano indagato approfonditamente. Va apprezzata sicuramente la bravura nell'aver dipinto da una lente nuova e diversa una tematica già affrontata: ma, oltre ciò, che rimane? Un ottimo film, senza dubbio. Ma capolavoro...... sinceramente no!
 

palla lunga

Vice capitano
Rivisti recentemente:

Kill List
Requiescant
Martyrs
The Woman
Nénette et Boni

Visti da poco per la prima volta:

The Servant
Kynodontas
Leviathan
The Void
Auf Einmal
La terra dell'abbastanza
Monsieur Fantômas
 
Non ho visto il secondo, anche se è nella mia lista da un po'. Ti farò sapere.

Riguardo Parasite: posso dire, senza essere linciato, che sia un ottimo film ma non un capolavoro?
Non sono un esperto di cinema, anzi. Posso tranquillamente dichiarare di essere uno spettatore medio totalmente ignorante che guarda ciò che vede senza essere capace di apprezzare sino in fondo i dettagli di fotografia, scenografia, sonoro etc. Però la trama (almeno quella:ghigno) penso di poterla giudicare correttamente. Per cui i miei giudizi hanno il valore (basso) che hanno, non pretendo di essere la bocca della verità. (sicuramente capisco più di calcio che di cinema, per cui valutate voi :ghigno)

Ora, io capisco che sia un film metaforico, però ritengo sia eccessivamente metaforico. Mi rendo conto che il cinema debba avere qualcosa da dire che prescinda da ciò che viene raccontato (come avviene in tutte le arti giustamente), ma 90 volte su 100 quello che sta sullo schermo è quello che conta, almeno secondo me. E quello che sta sulla schermo è, a mio avviso, un ottimo film, con interpretazioni attoriali superbe, con un ritmo incessante che ti prende e non ti molla mai (dura più di 2 ore, ma non sembra), ma su un tema trito e ritrito: la lotta di classe, seppur a tinte coreane. Le scale del bunker come metafora di un ascensore sociale? Banale. I poveri come scarafaggi che si nascondono dietro i mobili dei ricchi mangiucchiando quello che trovano? Banale. C'è un didascalismo esasperante. La metafora della pietra mi è piaciuta, ma stop, solo quella in un mare magnum decisamente troppo vasto e scontato.
Poi ho trovato le varie 'parti' troppo stereotipate: va bene il topos del 'ricco ma ingenuo', ma è un tantino forzato che persone così ricche non si informino su ben 4 persone che entrano in casa. D'accordo per la 1° persona che ti metti in casa, d'accordo per la 2°, ma trovo ridicolo che una persona ricca, a cui basta una telefonata alle persone giuste, non si informi sulla reale esistenza di un club esclusivo che procura aiutanti domestici di alto livello, soprattutto in un mondo in cui Internet e i social imperversano e basta pochissimo per verificare.
Va bene il topos del 'povero ma furbo', ma la furbizia qui sconfina nell'illegalità vera e propria. Trovo offensivo, oggi come oggi, dipingere i poveri come arrampicatori sociali pronti a tutto in stile Rubentus "vincere non è importante: è l'unica cosa che conta".
L'altra cosa che non mi è andata a genio è il finale, totalmente fuori sincrono col resto del film.
E, a voler essere pignoli in stile Giovanni Storti in Tre Uomini e una gamba: si è appena verificato un omicidio in un'abitazione. La polizia non sequestra tutta la casa? Non trova la porta del bunker? Non scorge i cadaveri? In fondo si trattava di spostare un mobile in una casa in un cui si è verificato uno spargimento di sangue.
Va bene la metafora, va bene il non farsi troppe domande ma, onestamente, ho trovato tutto questo un po' forzato.
Stiamo sicuramente parlando di un ottimo film, con un ottimo ritmo, con straordinarie interpretazioni attoriali. Ma, a livello prettamente contenutistico, metafora o non metafora, non ti lascia nulla che già tutte la arti non abbiano indagato approfonditamente. Va apprezzata sicuramente la bravura nell'aver dipinto da una lente nuova e diversa una tematica già affrontata: ma, oltre ciò, che rimane? Un ottimo film, senza dubbio. Ma capolavoro...... sinceramente no!
Sono d'accordo non sia un capolavoro in senso tecnico, non so del resto se pretendesse di esserlo, però mi è piaciuto molto.

Non sapevo bene cosa aspettarmi, invece ti tiene lì fino alla fine e diventa difficile non empatizzare con questi simpatici mascalzoni a tinte coreane.

Ecco, a tinte coreane. Credo sia un po' questo il punto. Lo stesso film ma ambientato in Europa e con attori europei avrebbe una resa molto diversa, sarebbe meno credibile.

Al di là delle metafore e dei significati profondi, insomma, un film assolutamente godibile, a tratti divertente, ben fatto.


The invisible man anche è carino, sembra il classico horror trito e ritrito, in realtà si rivela un thriller avvincente. Anche qui l'empatia per la protagonista fa la sua parte.
Interessante.
 


 
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