Come siete diventati interisti?

Il cuore...lasciato libero di seguire il suo istinto di innamorarsi. Mio papà non era tifoso era un simpatizzante del grande Torino, mio zio invece grande tifoso gobbo era un grande ammiratore di Mazzola, e assorbii queste continue celebrazioni, facendolo diventare un mio idolo per osmosi pur non avendolo mai visto giocare dal vivo. Forse a metà degli anni 70, perchè stiamo parlando di quegli anni c'era meno livore tra tifosi di squadre diverse, forse più sfottò ma meno cattiveria. E quindi all età di 6 anni....divenni tifoso di Mazzola e dell Inter. Il passo negli anni 78/79/80 a Spillo e Evaristo fu breve e fu amore totale. Che non finirà mai.
 
Non lo so nemmeno io,ma ricordo tre figurine di Pagliuca,Moriero e Djorkaeff
incollate dietro il vocabolario di mio cugino,sono stato subito ammaliato da quella
maglia e dai colori
le figurine erano queste della merlin
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ma quanto era bella questa maglia ?:love: come fa un bambino a non innamorarsi di questi colori
 
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Dopo una sfilza di femminucce... arrivo io, primo maschio della generazione dei ‘nipoti’ della famiglia. Fiocco nerazzurro fuori dalla porta, letteralmente interista dalla nascita.

non fossi cresciuto interista, papà e nonno mi avrebbero non mi avrebbero dato da mangiare.:dente

scherzi a parte, famiglia 100% interista, per noi una religione praticamente.
 
Il cuore...lasciato libero di seguire il suo istinto di innamorarsi. Mio papà non era tifoso era un simpatizzante del grande Torino, mio zio invece grande tifoso gobbo era un grande ammiratore di Mazzola, e assorbii queste continue celebrazioni, facendolo diventare un mio idolo per osmosi pur non avendolo mai visto giocare dal vivo. Forse a metà degli anni 70, perchè stiamo parlando di quegli anni c'era meno livore tra tifosi di squadre diverse, forse più sfottò ma meno cattiveria. E quindi all età di 6 anni....divenni tifoso di Mazzola e dell Inter. Il passo negli anni 78/79/80 a Spillo e Evaristo fu breve e fu amore totale. Che non finirà mai.
La mia storia di tifoso dell'Inter ha diversi punti di contatto con la tua. Mio padre non guardava mai le partite, a lui piaceva il pugilato, ma anche quello senza esagerare. Una sera, durante una cena in famiglia, guardavamo la tv che trasmetteva Inter-Real Madrid, semifinale di coppa campioni 1965-66. Avevo 7 anni. Finì 1-1 e fummo eliminati. Mi colpì Mazzola, che tutto lo stadio a tratti chiamava a gran voce. Qualcuno mi raccontò la storia di suo padre morto a Superga con tutti i suoi compagni quando Sandro aveva 7 anni come me allora, e la mia fantasia si accese anora di più. Poi l'anno seguente cominciai a seguire le partite di campionato dell'Inter alla radio e in tv la cavalcata in coppa fino a Lisbona. Non avrei mai creduto di dover aspettare 43 anni per vedere l'Inter vincere la Coppa Campioni. Di campioni in nerazzurro ne ho visti e amati tanti, ma Mazzola ha un posto speciale. I giocatori che più amato dopo Mazzola, in ordine temporale direi Boninsegna, Bordon, Altobelli, Zenga, Matthaeus, Ronaldo, Zanetti. Ma anche alcune delusioni non da poco: lo stesso Ronaldo che scappa a Madrid con la scusa dei dissapori con Cuper, Adriano perso dietro i suoi vizi, Milito che con la coppa della Champions appena vinta in mano fa il giro delle televisioni in eurovisione dichiarando in tutte le interviste post partita che lui non sapeva se restava all'Inter perchè aveva delle offerte: da quel momento è come morto per me. Come Mourinho, che non ha giustificazioni per non essere tornato a Milano con la squadra, scappato come un ladro dallo stadio di Madrid nella macchina del presidente del Real, anche se recentemente ha cercato di metterci una pezza, non lo voglio rivedere all'Inter neppure dipinto. Quei due personaggi mi hanno rovinato la gioia per una vittoria che attendevo da tanto. So benissimo che senza Milito e Mourinho la coppa del 2010 non l'avremmo vinta: ma noi siamo l'Inter, non il Pizzighettone. Con tutto il rispetto per il Pizzighettone, s'intende.
 
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